lunedì 15 giugno 2009

OSPEDALE GRANCANARIO ALL'AVANGUARDIA CURERA' ANCHE BIMBI DEI PAESI POVERI


Mentre in Europa si è ridotta drasticamente la mortalità infantile associata alle cardiopatie, nei Paesi in via di sviluppo 15 milioni di bambini possono andare incontro alla morte a causa di questa patologia. Per esempio, l'Africa, con un centro ogni 33 milioni di abitanti, realizza ogni anno solo 16 casi di cardiochirurgia per milione di abitanti, mentre l'Europa ne pratica 569 e dispone di 1 centro ogni milione di abitanti. Si calcola che attualmente più di 5 milioni di bambini abbiamo bisogno urgente di un intervento di chirurgia cardiaca, soprattutto in Paesi in via di sviluppo, 70 casi su cento dei quali non possono neppure essere diagnosticati. 
Se ne è discusso nei giorni scorsi nell'ambito del I Congresso di cardiopatie congenite, che si è svolto nel Palazzo dei Congressi di Maspalomas (Gran Canaria), alla presenza di 120 partecipanti arrivati da 23 Paesi, e che riconosce la patologia cardiaca infantile come una priorità sanitaria del XXI secolo. 
Un congresso nel quale, secondo il professor Alessandro Frigiola, membro del comitato scientifico dell'evento e direttore del Reparto di Cardiochirurgia infantile del Policlinico San Donato (Milano) che da due anni collabora con l'Ospedale materno infantile di Las Palmas de Gran Canaria, si sono poste le basi di concreti accordi di cooperazione con alcuni dei Paesi partecipanti, così che i loro pazienti possano venire a farsi operare alle Canarie. 
«La fotografia mondiale è triste e drammatica – ha dichiarato il professor Frigiola al quotidiano locale Canarias 7. – Ci sono 5 milioni di bambini che per sperare di vivere la vita a livelli accettabili necessitano di un intervento chirurgico che per loro mai ci sarà. Ma esistono motivi per sperare nel futuro. Il recente congresso di Maspalomas è servito a sensibilizzare i partecipanti e a mostrare loro l'esempio delle Canarie, dove la situazione iniziale è cambiata radicalmente. Qui adesso tutti i bambini malati possono trovare una soluzione ai loro problemi di cuore. E quello che abbiamo fatto qui lo potremo fare anche in Paesi meno sviluppati, ma ora saranno le Canarie il punto di riferimento per lo sviluppo della cardiochirgia in altri Paesi. Queste isole non rappresentano più solo una regione turistica molto importante, ma anche un centro di riferimento essenziale per la medicina professionale di livello internazionale. E il loro ruolo nei prossimi cinque anni è quello di preparare professionalmente i medici, soprattutto africani, in virtù di accordi istituzionali e progetti di formazione internazionali».  
Un'eredità importante per l'Ospedale materno infantile di Las Palmas de Gran Canaria, lasciata appunto dal Policlinico San Donato di Milano. Prima della cooperazione con il San Donato, che può vantare una grande esperienza medica, tra le più significative in Europa, con 3500 interventi ogni anno, oltre che umanitari, il Servizio di cardiochirurgia infantile dell'Ospedale materno infantile di Las Palmas de Gran Canaria eseguiva solo interventi di bassa complessità, quindi per la quasi la metà dei piccoli pazienti affetti da cardiopatia seria era necessario il ricovero in centri esistenti nella penisola iberica. Ma a partire dal 2007, anno di inizio della cooperazione con il centro italiano, all'Ospedale grancanario sono stati operati 207 bambini con cardiopatie congenite, metà dei quali di età inferiore a un anno e 12 su cento neonati, e per la maggior parte affetti da patologie molto complesse. Ciò conferma che l'ospedale grancanario si situa ormai tra i centri europei in grado di affrontare cardiopatie altamente complesse.
  

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