sabato 10 ottobre 2009

TRIBUTO ALL'OPERA ITALIANA NELLA STAGIONE LIRICA DI LAS PALMAS

Opera per tutti i gusti, nella prossima stagione teatrale, al Perez Galdos di Las Palmas de Gran Canaria. Il cartellone, dedicato in buona parte all'opera italiana, spazia da Porgy and Bess (interpreti del New York Harlem Theatre, direttore musicale William Barkhyemer), la celebre opera di Gershwin che ha come base la musica tradizionale afroamericana e rappresentata nei giorni scorsi, fino all'Olandese volante di Richard Wagner (17, 20 e 23 luglio 2010, interpreti John Lundgrene Johann Tilli, direttore Pedro Halffter), con i tormenti del protagonista, condannato a vagare senza meta fino a incontrare un amore fedele. Gli altri titoli del cartellone: Salomé di Richard Strauss (9 e 10 ottobre 2009, interpretata da Roman Sadnik e Graciela Araya, direttore d'orchestra Lu Jia); Le nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart (1, 23 e 25 novembre 2009, interpretati Markus Werba, Dominique Labelle, direttore Ivan Fischer); Tristano e Isotta di Richard Wagner (19, 22, 25 e 28 febbraio 2010, interpreti Jon Fredric West, Jeanne-Michèle Charbonnet, direttore Gunter Neuhold); La Sonnambula di Vincenzo Bellini (14, 16, 18 e 20 marzo 2010, interpreti Annic Massis, Celso Albelo, direttore Erci Hull); Tosca di Giacomo Puccini (18, 20, 22 e 24 aprile 2010, interpreti Norma Fantini, Thiago Arancam, direttore Pier Giorgio Morandi); L'italiana in Algeri di Gioacchino Rossini (23, 25, 27 e 29 maggio 2010, interpreti Nancy Fabiola Herrera e Carlo Lepore, direttore José Miguel Perez Sierra); I masnadieri di Giuseppe Verdi (13, 15, 17 e 19 giugno 2010 nell'ambito del festival d'Opera Alfredo Kraus, interpreti Massimiliano Pisapia e Carmen Giannattasio, direttore Riccardo Frizza).

lunedì 5 ottobre 2009

BORSE DELLA SPESA: FINALMENTE SI PASSA DALLA PLASTICA ALLA PATATA


Il prossimo 15 novembre, i clienti che faranno le loro compere nei centri Carrefour delle isole Canarie avranno una sorpresa. Infatti non potranno più disporre delle borse di plastica (a un prezzo di 5 centesimi), ma avranno anche la possibilità di scegliere tra varie alternative, tutte orientate comunque verso il rispetto dell'ambiente. L'iniziativa è stata adottata dalla multinazionale nell'ambito di un'importante campagna di sensibilizzazione che ha lo scopo di informare il pubblico sui rischi rappresentati dalla plastica per l'ecosistema. Il consumo massivo di questi sacchetti per un unico uso infatti provoca veri disastri ecologici. Secondo uno studio realizzato da esperti nel settore, il consumo mondiale di plastica supererà i 300 milioni di tonnellate nel 2010, con un impatto ambientale facilmente immaginabile se si tiene conto che un recipiente di questo tipo impiega circa 400 anni per decomporsi, dopo una vita utile stimata di 15 minuti in media. Un danno esagerato, dunque, per un uso così limitato.
Ma non è tutto: l'uso medio delle borse di plastica è di 238 pezzi circa per cittadino, e dunque la loro fabbricazione comporta l'utilizzo di 441 mila tonnellate di CO2 nell'atmosfera solo in Spagna. Per non parlare del costo enorme che comporta il riciclaggio di questo materiale perché non venga immesso con gravi danni nell'ambiente. Inoltre, più di 200 specie marine si vedono minacciate da questi residui, che si potrebbero notevolmente ridurre se al loro posto si usassero borse riutilizzabili o biodegradabili.
In particolare, queste ultime si realizzano impiegando amido di patata industriale (non commestibile), sono biodegradabili e compostabili al 100 per cento e consentono di ottenere nel loro ciclo finale residui biodegradabili oppure bio-metano. Contemporaneamente, dunque, con il loro uso si riducono sia le emissioni di gas responsabili dell'effetto serra sia l'utilizzo di combustibili. Inoltre si degradano in 180 giorni, cosa che elimina l'impatto sull'ambiente e i problemi connessi con il loro uso indiscriminato.
Il consumo di borse di plastica è diventato nel tempo un tira e molla tra governi, associazioni ambientali, fabbricanti del settore e grandi catene di supermercati. La difesa degli interessi di ciascuna parte ha finito con il procurare un'infinità di dubbi presso la maggior parte della popolazione riguardo alla realtà dei sacchetti di plastica. Ciononostante in Europa e in America, varie sono le nazioni (tra cui l'Italia) ad avere già adottato misure specifiche. In Spagna, invece, non c'è ancora una normativa precisa in merito, neppure riguardo al riciclaggio della plastica.
Tuttavia occorre sapere che la grande sfida futura in difesa dell'ambiente non è rappresentata solo dall'uso dei sacchetti biodegradabili. Sia Carrefour sia i collettivi ecologisti sia le istituzioni pubbliche invitano infatti i consumatori a utilizzare anche borse multiuso. Si tratta, in pratica, di tornare alle vecchie abitudini: andare al supermercato con una borsa, uno zaino a spalla o un carrello e così evitare la spesa (peraltro molto contenuta) relativa ai sacchetti biodegradabili e nello stesso tempo impegnarsi per la difesa dell'ambiente ogni volta che si va a fare la spesa.

sabato 3 ottobre 2009

TUTTI INSIEME PER UNA STAMPA DAVVERO LIBERA


Questo blog non può che associarsi pienamente alla manifestazione indetta per oggi, sabato 3 ottobre, in Piazza del Popolo a Roma dalla Federazione nazionale della stampa, in difesa di una stampa libera in Italia. Anche noi, come migliaia di giornalisti italiani, vogliamo sottolineare e denunciare gli attacchi alla stampa libera messa in atto da alte cariche istituzionali per mettere un bavaglio alla libera circolazione delle idee e, soprattutto, alla legittima critica degli eventuali errori o della eventuale condotta non irreprensibile di chi governa in Italia, cosa più che normale in qualsiasi effettiva democrazia.
Attualmente la situazione della stampa in Italia sta degenerando sempre più, come fanno notare gli organismi internazionali preposti a vigilare sulla situazione dei singoli Paesi del mondo, che hanno segnalato un'ulteriore discesa dell'Italia nella classifica internazionale quanto a libertà di stampa. Ora il nostro Paese è quasi agli ultimi posti, in compagnia di altri Paesi in cui la democrazia non si è mai realizzata pienamente. Un segno di involuzione che dovrebbe preoccupare tutti i cittadini, a qualunque schieramento politico si sentano vicini. In gioco c'è, appunto, la democrazia, per realizzare la quale in passato migliaia e migliaia di nostri connazionali si sono battuti e si sono sacrificati e che serve a garantire tutti i cittadini, di destra, di centro o di sinistra. Querele e intimidazioni contro giornali nazionali e perfino stranieri, incitamento a non investire pubblicitariamente su quelle pubblicazioni che dissentono dalla “voce unica” (cosa di una gravità incredibile per chi inneggia al libero mercato!), censura preventiva (operata con il premeditato silenzio) su certe notizie troppo scomode per il potere si sommano alla perdurante, scandalosa situazione che pone il primo ministro italiano (unico caso al mondo), al centro di un irrisolto conflitto di interessi che lo vede proprietario di tre canali generalisti commerciali Mediaset e, in pratica, controllore di altri due canali generalisti del servizio pubblico italiano (oltre che della più importante Casa editrice italiana e, indirettamente, di un quotidiano). Può essere definito democratico un simile Paese?
Ultimo dato preoccupante, l'evidente tentativo dello schieramento politico più reazionario di distruggere il servizio pubblico televisivo italiano, con la recente incitazione a non pagare il canone. Se tutti seguissero questa indicazione, si toglierebbero di mezzo automaticamente le ultime voci “scomode” ancora esistenti in Italia, lasciando spazio libero soltanto alle reti di cui è proprietario il primo ministro e ai telegiornali a lui asserviti.
Per denunciare tutto questo e mobilitarsi allo scopo di bloccare questo tentativo autoritario e garantire una stampa libera, è importante che i giornalisti italiani (intendiamo coloro che fanno il loro dovere di informare i cittadini e non quelli dichiaratamente schierati e prezzolati come fossero semplici “uffici stampa” inginocchiati davanti ai potenti) si mobilitino e vigilino perché il potere non guadagni ulteriori spazi e non condizioni, più di quanto faccia già attualmente, la libera informazione in Italia.