domenica 31 luglio 2011

GRANDE SUCCESSO A LAS PALMAS PER IL CANTAUTORE COLOMBIANO JUANES: DAI GRANDI SUCCESSI COME “CAMISA NEGRA” ALL'IMPEGNO PER LA PACE





Tra le star della musica pop in trasferta quest'estate a Gran Canaria, dopo l'universalmente noto Sting, qualche sera fa si è esibito allo stadio di Las Palmas con un enorme successo anche un esponente molto noto della musica latino-americana: Juanes. Cantautore, compositore e chitarrista di valore, alle indubbie doti musicali unisce rare qualità umane. Juanes (il suo vero nome è Juanes Esteban Aristizábal Vásquez), trentanovenne colombiano di Medellín, ha cominciato la carriera nel 1989 con il gruppo rock Ekhymosis e in pochi anni si è affermato come cantante solista hispanofono tra i più importanti del pianeta. Finora ha venduto più di 14 milioni di dischi in tutto il mondo con i 5 album che ha pubblicato. La sua musica è presente nelle hit parade di Latino-America, Stati Uniti ed Europa. La sua Camisa negra è stata la numero uno in 43 Paesi e il suo disco La vida es un ratito (2007), il più venduto fino a questo momento, è stato l'album più acquistato in iTunes durante tutto il 2008.
Ma, d'altra parte, non si può non sottolineare il suo importante impegno nel sociale. Il cantante colombiano, infatti, dedica gran parte del proprio lavoro, tempo, denaro nell'attuare programmi di aiuti per i meno fortunati.
Attualmente sta facendo un tour mondiale per presentare il suo ultimo disco che si intitola P.A.R.C.E. (in Colombia questa parola vuole dire “amico”) e riproporre i suoi grandi successi del passato. L'ultimo album, uscito sul mercato il 7 dicembre dello corso anno ha già ottenuto un disco d'oro in Spagna, di platino negli Stati Uniti e due di platino in Colombia.
Attivista delle cause sociali e umanitarie, nelle sue canzoni riflette vicende personali unite a tematiche di alto contenuto sociale e di pace. Il suo primo messaggio sociale come solista risale al 200o, quando pubblicò Fijate bien, canzone che denunciava il problema delle mine anti-uomo.
Juanes, sempre molto preoccupato per come la violenza flagella la sua Colombia, con problemi di narcotraffico, guerriglia paramilitare e delinquenza, si dichiara uno strenuo difensore della pace e del principio dell'amore per l'umanità e del dialogo come il solo mezzo per opporsi all'odio e alle guerre.
Il suo progetto più importante è rappresentato dalla Fundación Mi Sangre - Por lo hijos de tus hijos, un'organizzazione senza scopo di lucro fondata nel 2006 con l'obiettivo di contribuire a che i bambini e i giovani in difficoltà o colpiti dai confitti armati siano protagonisti della costruzione della pace in Colombia. Nello stesso tempo, il lavoro della Fondazione è stato riconosciuto a livello internazionale come uno dei più efficaci contro l'utilizzazione delle mine anti-uomo sia in Colombia come nel resto del mondo.
Nel suo impegno sociale, Juanes non ha trascurato la musica. È il caso caso dell'etichetta discografica indipendente 4Js, che ha fondato con Aníbal Keppel e Gustavo Santaolalla, in collaborazione con la Universal Music. Con questa iniziativa, infatti, Juanes vuole aiutare artisti che non hanno mezzi economici per realizzare i propri album.
Lo scorso anno, in occasione del devastante terremoto di Haiti, Juanes si è impegnato moltissimo nel cercare forme di aiuto per le popolazioni colpite. Per questo ha partecipato all'incisione del brano Hay Haití, una canzone benefica alla quale hanno dato il proprio contributo a favore delle vittime vari artisti spagnoli e latini. Inoltre, insieme con Miguel Bosé il cantante colombiano ha organizzato un concerto benefico allo scopo di raccogliere fondi da destinare alla ricostruzione del Paese.

(nelle foto da laprovincia.es alcune immagini di Juanes)

sabato 30 luglio 2011

LO STRAORDINARIO FASCINO DEL GRAN ALDEN VERDE E DEL MONTE TIRMA A GRAN CANARIA




La camminata attraverso il Gran Andén Verde fino al Monte Tirma è una delle più suggestive che offra Gran Canaria. Lasciata alla spalle la Aldéa, s'incontra il cammino verso Agaete conosciuto come El Gran Andén Verde, straordinaria scogliera costiera alta circa 600 metri sul mare situata proprio sotto il Parco naturale Tamabada e il monte di Tirma, nella zona nord ovest di Gran Canaria. Durante questo cammino, tra i preferiti dagli appassionati di sentierismo più esperti, è possibile incontrare zone poco esplorate, come la misteriosa Playa fósil de la Virgen, e ammirare molte cose interessanti come la casa de Job, un piccolo edificio di struttura tradizionale canaria, oggi in stato di fragilità, che un tempo servì come luogo di riposo e rifugio per i pastori che passavano di qui; l'imponente Faneque, la scogliera più alta dell'isola, e infine molte altre sorprese. Venendo in questo luogo, a causa della sua remota bellezza sicuramente si ha la magica sensazione di essersi isolati dal resto del mondo, ma per percorrere questi cammini abbastanza complicati bisogna essere davvero un po' esperti oppure, meglio ancora, avvalersi di una guida esperta.
El Gran Andén Verde è composto infatti da da varie formazioni di barrancos (gole), rupi e montagne, tra le quali in particolare il Monte di Tirma. Questa montagna fu considerata sacra dagli antichi canari, che vi si recavano per rivolgere agli dei le proprie preghiere e implorare le piogge, e servì anche come rifugio.
Nella zona ci sono molti pastori che si dedicano all'allevamento e sfruttamento delle capre. Molti tra loro preparano gustosissimi formaggi che vendono al pubblico. Ormai pochi, però, sono in grado di eseguire il celebre “salto del pastór”, una tecnica che permetteva ai loro antichi predecessori di muoversi agevolmente tra i forti dislivelli della zona utilizzando un lungo bastone di legno dotato di punta metallica che si chiamava regatón. Il bastone veniva utilizzato anche come arma di difesa personale, e ancora si usa nella Lucha del Garrote, un'arte marziale caratteristica delle isole Canarie.
Vorrei ricordare infine che il nome di Tirma (quello del Monte, appunto) è anche il titolo di uno dei due film celebri (l'altro è Moby Dick di John Huston) che in passato furono girati a Gran Canaria. Le riprese di Tirma - La principessa delle Canarie avvennero nel 1954 sotto la direzione del regista italiano Paolo Moffa e aveva come protagonisti due tra i più celebri tra i nostri attori: Silvana Pampanini e Marcello Mastroianni. Il film narrava alcune vicende relative alla resistenza delle popolazioni indigene canarie contro le forze dell'esercito castigliano che alla fine del 1400 avevano invaso l'isola per conquistarla. Sullo sfondo delle battaglie tra i due schieramenti, che videro spesso la preminenza di quelli canari, si assiste anche ai drammi di cuore della bella principessa Guayarmina (Silvana Pampanini) divisa tra l'amore per il leader dei guerrieri, Bentejui (Gustavo Rojo), e quello per l'ufficiale castigliano Don Hernán (Marcello Mastroianni). All'epoca, il film ebbe un grande successo, ma ben presto finì nel dimenticatoio e, anzi, per cinquant'anni fu considerato irrimediabilmente perduto, fino a che ne fu rinvenuta un'unica copia in bianco e nero, restaurata poi nel 2005. Recentemente il film è stato riprodotto a colori in digitale su DVD, ed è normalmente reperibile in commercio.

(in alto, uno scorcio del Monte Tirma e il poster del film Tirma - La principessa delle Canarie girato sul luogo dal regista italiano Paolo Moffa nel 1954, con protagonisti Silvana Pampanini e Marcello Mastroianni)

domenica 24 luglio 2011

A LANZAROTE IN GROPPA AL DROMEDARIO


L'estate è sicuramente la stagione che vede un maggior numero di visitatori ne La montanas del Fuego, a Lanzarote. Lì, 230 dromedari appartenenti a una decina di imprenditori locali, realizzano le passeggiate attraverso le Morras Blancas, da cui si può ammirare il fantastico paesaggio vulcanico. Ma in ogni stagione dell'anno i sacrificati camelleros de las Montañas del Fuego svolgono il loro lavoro in questa zona del sud di Lanzarote.
«365 giorni all'anno» tiene a precisa Pedro Mariano Viñoly, il decano tra loro, che è ancora relativamente giovane avendo cominciato a lavorare poco più che bambino. È membro di una leggendaria famiglia che, oltre a quella dei Machines, da 70 anni si incarica dei passaggi in cammello per i turisti.
«Cominciò questa attività mio padre e, poiché mio fratello maggiore preferì andare a lavorare nel settore turistico e dopo di lui venivano due sorelle, toccò a me seguire le orme paterne a soli 12 anni» spiega Pedro Mariano.
La sua mandria è composta da due maschi, otto femmine (di cui cinque incinte) e due piccoli che cura come se fossero propri figli.
«I camelleros sono molti rudi, ma dedicano molte attenzioni ai propri animali, che sono poi quelli che mantengono i loro figli» spiega ancora Pedro Mariano, mostrando Sahara, la dromedaria di 10 anni alla quale è particolarmente legato. È nata praticamente in casa sua ed è la sua favorita perché riesce a portare i clienti più “voluminosi”.
La vita di un dromedario oscilla tra i 25 i i 30 anni, quasi tutti impiegati in un lavoro quotidiano molto duro e per il quale lo si attrezza con una montatura speciale che via via viene fabbricata con materiali sempre più leggeri. Le nuove montature, infatti, pesano “solo” 17 kg, otto meno di quelle di un tempo, fatte di ferro.
Pedro Mariano nega che gli animali soffrano.
«Logicamente li facciamo montare da persone più pesanti o da bambini in proporzione alla loro forza e capacità – assicura. – Inoltre utilizziamo contrappesi per equilibrare i sedili e cuscini speciali chiamati “bastos”».
I turisti appaiono letteralmente entusiasti nel vedere lo spettacolare scenario dei vulcani in sella a un esotico cammello, anche se i piccoli “incidenti” causati dai bisogni fisici degli animali sono abituali. Ciononostate, nessuno vuole perdersi la passeggiata.
Certo, Pedro Mariano rimpiange «i bei tempi del turismo tedesco, quando il cliente era solito lasciare laute mance».
«Da bambino – spiega – me ne tornavo a casa anche con 500 pesetas di mancia, adesso è molto diverso».
Tra i suoi clienti, può annoverare comunque personalità celebri come attori, giocatori di calcio e top model, cosa che lo rende ancora più orgoglioso del proprio lavoro.

(nella foto da canarias7.es, Pedro Mariano Viñoly mentre guida una carovana di turisti in groppa a dromedari nella zona vulcanica di Lanzarote)

giovedì 21 luglio 2011

GRAZIE AGLI ALISEI TORNA LA SABBIA SULLA SPIAGGA DI MASPALOMAS, PORTATA VIA NEI MESI SCORSI DA VIOLENTE ONDATE


La natura, nella sua saggezza, mette ogni cosa nel posto giusto, e così è avvenuto con la sabbia della spiaggia di Maspalomas, in prossimità del Faro. Qui il maltempo e le violente ondate dei mesi scorsi avevano fatto scempio della bellissima arena portando alla luce una sottostante pietraia che certo non era molto gradita ai turisti impegnati nella tradizionale passeggiata o nel jogging sul bagnasciuga né a chi voleva bearsi tra le onde dell'Oceano. Per fare tutto ciò si doveva ingaggiare un autentico slalom a piedi tra rocce e pietre varie affioranti dalla poca sabbia rimasta. A quel punto aveva preso l'avvio un acceso dibattito tra chi la necessità di costruire una specie di scogliera artificiale protettiva nelle vicinanze, per frenare la violenza dell'Oceano, e chi invece aspettava fiducioso che la natura e le correnti facessero il loro corso e strappassero la sabbia nei luoghi dove si era indebitamente accumulata per riportarla là dove era stata prelevata con la forza. Il tempo sembra dare ragione a chi sosteneva quest'ultima ipotesi.
In poco meno di una settimana la spiaggia di Maspalomas ha recuperato circa un metro in altezza di sabbia grazie al fatto che l'anticiclone delle Azzorre ha lasciato le Canarie, permettendo che gli alisei guadagnassero forza negli ultimi giorni, cosa che ha favorito la dinamica dlle correnti e delle onde e, di conseguenza, anche il trasporto di sabbia dalla Punta de la Bajeta, dove s'era appunto accumulata, verso la zona del Faro di Maspalomas.
Questo fenomeno, ben conosciuto dai più anziani abitanti del luogo, era atteso da molto tempo.
«È sempre avvenuto così, con maggiore o minore intensità – spiega il capo del Servizio di mantenimento della spiaggia di Maspalomas, che da oltre trent'anni lavora tra mare e dune. – Si è sempre ripetuto in modo del tutto naturale per molti anni, per questo io non aveva mai dubitato che anche questa volta la sabbia sarebbe tornata».
Spazi in cui fino a pochi giorni fa non si poteva neppure camminare ora sono di nuovo a dispisizione dei tursiti, finalmente ricoperti dalla sabbia. I mezzi meccanici del Comune, poi, hanno perfezionato l'opera del mare, ricoprendo i punti in cui le pietre apparivano ancora.
In particolare proprio vicino al Faro, la sabbia è ancora insufficiente, ma comunque basta già per coprire la linea di rocce vicine al posto di salvataggio e vigilanza della Cruz Roja Española, ossia proprio il punto in cui recentemente si era proposto di costruire la scogliera la cui utilità ora le autorità locali stanno rimettendo in dubbio.

(nella foto da canarias7.es la spiaggia di Maspalomas in prossimità del Faro)

A GRAN CANARIA, LA SQUADRA DI CALCIO UD LAS PALMAS SI ALLENA SULLA SPIAGGIA DI LAS CANTERAS




















I grancanari sono giustamente orgogliosi della loro squadra di calcio più importante, la UD (Unión deportiva) Las Palmas de Gran Canaria, che durante il campionato spagnolo spesso si distingue per le sue memorabili imprese. E che, come tutte le squadre di calcio, dopo un breve periodo di riposo sta già ricominciando gli allenamenti in vista di una stagione prossima come sempre impegnativa. Ma, certo, finora non era mai capitato di vedere l'équipe al completo o quasi (solo un paio di giocatori sono ancora fermi a causa di tendiniti varie) correre sulla lunghissima striscia di sabbia della spiaggia di Las Canteras per farsi il fiato. Il quotidiano laprovincia.es ha pubblicato ieri una serie di bellissime immagini del suo estemporaneo allenamento immortalate del fotografo Santi Blanco. Ecco dunque i fantastici campioni di Las Palmas de Gran Canaria in pieno training, mentre corrono tra i turisti che passeggiano sulla spiaggia o sostano ogni tanto per un benefico e tonificante bagno in mare o per rinfrescarsi con una bibita o una doccia. Incredulità, sorpresa, indifferenza da parte della gente: ognuno reagisce a modo proprio, spinto dall'interesse o meno per il football, dalla conoscenza o meno di questa gloriosa squadra.

domenica 17 luglio 2011

JABICOMBÉ: «FAR RIDERE IL PUBBLICO MI HA AIUTATO A VINCERE IL CANCRO»


In realtà si chiama Javier Santana Díaz, però nel mondo artistico è conosciuto come Jabicombé. I suoi monologhi e le sue parodie su personaggi noti dello spettacolo e della politica fanno ridere infatti migliaia di persone. Questo “chico” però merita di essere ancora più famoso perché, in un'epoca di tanta agitazione come questa, una risata a crepapelle può essere davvero un medicina per l'anima.
Il fenomeno Jabicombé ha preso corpo grazie al passaparola, senza alcuna pubblicità. Nella sua casa di Schamann, un quartiere di Las Palmas de Gran Canaria, nel suo simpatico e accogliente studio dove il genio aleggia, il minuto Javi si trasforma, ride, canta, suona il piano e compone. Si traveste da Barbra Streisand, tenendo in mano un finto Oscar fabbricato dai cinesi, e lascia correre la sua simpatica follia a briglia sciolta.
In questo piccolo mondo Javi era felice fino a che tempo fa, nell'inverno del 2008, arrivò una brutta notizia: un tumore del sangue, Linfoma di Hodgkin, della famiglie delle leucemie, aveva suonato alla sua porta. Da quel momento cominciò la sua lotta per sopravvivere nonostante le molte difficoltà, come quella di dover a sua volta assistere la mamma ammalata di un tumore a un polmone e i pesanti effetti collaterali della chemioterapia, che a un certo punto aveva perfino bloccato i suoi reni. Ma per fortuna, grazie alle cure mediche, Javi ha poi vinto la propria battaglia e ora è tornato sano e combattivo come un tempo.
«La nostra memoria è saggia – dice. – Cancella le cose più brutte e più dure di certi momenti».
Ma Certo Javi non può dimenticare i due medici che più gli sono stati vicini in questa battaglia: Alexia Suarez con tutta l'équipe della Unidad de Oncohematologia dell'Ospedale Negrin, dove è stato «trattato come un principe» e gli hanno salvato la vita, e inoltre Maria Dolores Reyes Toledo, suo medico di famiglia e amica.
«Che fortuna ho avuto di vivere alle Canarie, dove la medicina fa miracoli e possiamo contare su mezzi così avanzati!» dice emozionandosi. «Ma il tumore l'ho vinto anche grazie ai miei monologhi e al mio niptino Hugo, che ha appena due anni. Sono stati loro le mie medicine contro la malattia, la mia speranza. Immaginate che sono stato un lunghissimo anno chiuso in casa per evitare un possibile contagio, vivendo la vita attraverso internet, cantando, componendo, ma anche chiudendo bene la porta perché il signor Hodgkin non facesse un passo in più».
Furono momenti difficili: Javi perse dieci chili ma ricorda che nel frattempo i suoi amici non lo hanno mai abbandonato né deluso.
Jabicombé ha gli occhi piccoli e il corpo minuto però una vitalità e una voglia di fare che sorprende in un giovane la cui salute è tuttora sotto sorveglianza.
«Ho nel cuore un progetto artistico ambizioso, stiamo a vedere se la vita mi consentirà di realizzarlo – confessa Javi. – Fare uno spettacolo nel mio amato teatro Guiniguada, portare sulla scena tutto quello che faccio nei miei video. Non sarebbe uno spettacolo costoso, basterebbero una poltrona elegante, qualche luce, una buona amplificazione e poco più. Sono sicuro che al pubblico piacerebbe tantissimo. So che le cose attualmente vano male, ma se qualcuno trova un po' di coraggio e mi dà una mano, sono pronto, senza la minima esitazione».
E allora in bocca al lupo, Javi.
I video con i 120 monologhi di Jabicombé sono visibili su You Tube (finora ha avuto un milione e 200 mila visite) e sul sito della giornalista grancanaria e amica Marisol Ayala www.marisolayala.com alla voce “El humor de Jabicombé”.

(nella foto da canarias7.es, Jabicombé nel suo studio di Las Palmas de Gran Canaria)

NUOVI VOLI RYANAIR DA BERGAMO E VENEZIA PORTANO TANTI ITALIANI IN PIÙ A LANZAROTE


L'inaugurazione dei collegamenti aerei tra gli aeroporti di Lanzarote – Venezia e Milano/Bergamo hanno fatto decollare l'arrivo di turisti italiani sull'isola dell'arcipelago canario. Si tratta di un incremento storico, pari al 720 per cento, dovuto ai nuovi voli che la compagnia Ryanair attua settimanalmente: con Venezia tutti i sabati e con Milano/Bergamo la domenica e il mercoledì. In giugno Lanzarote ha ricevuto infatti 3.703 turisti provenienti dall'Italia, a fronte dei soli 447 arrivati nello stesso mese dell'anno precedente.
Un incremento che a giudizio del Consiglio di Lanzarote è evidentemente da mettere in relazione con l'apertura della base della compagnia aerea irlandese Ryanair nell'aeroporto di Guacimeta, cosa che ha permesso a Lanzarote di diversificare il proprio collegamento con i vari Paesi europei recuperando così mercati come appunto quello italiano.
Le due nuove rotte infatti si sommano a quella che già è in funzione da qualche tempo tra Lanzarote e Bologna, con voli il sabato e il martedì.
Nello scorso mese di giugno, in totale hanno visitato Lanzarote 132.777 turisti, ossia 20,73 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2010, dati che sono i migliori per tutte le isole canarie compresa Fuerteventura.
Durate l'ultimo mese, per Lanzarote si sono riconfermati i mercati tradizionali come il Regno Unito (77.858 turisti contro i 64.274 del giugno 2010), la Germania (19.173 turisti contro 18.387) e l'Irlanda (18.583 contro 16.624).
Da notare anche l'aumentato interesse del mercato polacco, passato da 755 a 1.275 presenze, con un incremento del 68,87 per cento.

mercoledì 13 luglio 2011

INCONTRI RAVVICINATI CON UNA FAMIGLIA DI CAPODOGLI A SUD DI LANZAROTE


Un gruppo di dodici capodogli è stato avvistato e studiato nei giorni scorsi nelle acque tra Lanzarote e Fuerteventura dalla Sociedad para el Estudio de los Cetáceos en el Arcipiélago Canario (Secac). Lo ha annunciato la biologo Mónica Pérez, ricercatrice della Secac e coordinatrice del “Progetto Conservazione del capodoglio nelle acque canarie”. L'avvistamento è stato possibile a bordo dell'imbarcazione Oso Ondo a circa cinque miglia da Puerto Caléro, nel sud di Lanzarote. Gli animali marini si sono avvicinati all'imbarcazione sere fa, al calare del sole, e subito hanno cominciato a esibirsi in salti, lanci fuori dall'acqua, rotazioni ed emissioni sonore. La biologa ha spiegato che si trattava della stessa famiglia avvistata due anni fa, praticamente nella stessa zona. Inoltre ha ricordato che quella dei capodogli è una specie molto socievole, che forma gruppi familiari (“unità sociali”) che si compongono solitamente da femmine (nonne, madri, zie), e inoltre giovani e piccoli cetacei di entrambi i sessi.
Quelli di genere maschile si separano dalla famiglia di origine al raggiungimento della maturità sessuale e formano gruppi di “single” costituiti da un numero variabile di animali. Questi gruppi, però, con il tempo si disgregano e i maschi più adulti abbandonano le medie latitudini per spostarsi verso zone più vicine ai poli, tornando poi nelle zone da cui sono partiti solamente per accoppiarsi.
Solo le femmine restano assieme durante lunghi periodi all'interno di queste “unità sociali” e a latitudini medie, come appunto quella delle isole Canarie. Di solito, si separano dal gruppo durante il giorno solo per alimentarsi, ma poi si riuniscono nuovamente.

(nella foto da laprovincia.es un momento dell'avvistamento di uno dei cetacei)

STASERA UN MEMORABILE CONCERTO DI STING A LAS PALMAS DE GRAN CANARIA



È una delle poche, vere star internazionali e ha stuoli di ammiratori in tutto il mondo. È naturale dunque che la sua presenza a Gran Canaria, per un concerto che si preannuncia memorabile, catalizzi l'attenzione di migliaia di persone sull'isola. Sto parlando di Sting, che tra poche ore (alle 21,30, per la precisione) si esibirà nell'Estadio de Gran Canaria accompagnato dalla Orchestra Filarmonica locale con Chelsea Tipton alla batteria.
Sting è arrivato ieri alle 14,30 all'aeroporto di Gran Canaria, con il suo jet personale, e da quel momento è stato inavvicinabile da parte di chiunque, se si escludono i pochi fotografi che hanno potuto immortalarlo da vicino. Una volta giunto a Las Palmas sull'auto ufficiale dell'organizzazione, ha preso alloggio presso l'hotel Santa Catalina. Si dice che per nessun'altra star giunta qui a Las Palmas de Gran Canaria prima di lui le restrizioni siano state così severe. Un suo rappresentante si è infatti subito premurato di avvisare che l'artista non avrebbe rilasciato dichiarazioni né interviste e che nessuno avrebbe potuto avvicinarlo. Per questo motivo un controllo molto scrupoloso è stato fatto su tutte le persone, anche appartenenti all'organizzazione, che sono entrate in questi due giorni nell'hotel per escludere che portassero con sé strumenti di ripresa, come macchine fotografiche e telecamere. La parola d'ordine era, infatti, proteggere al massimo l'intimità dell'artista.
Il concerto e la presenza a Gran Canaria dell'artista, si augurano le autorità locali, si tradurrà anche in una promozione indiretta per l'isola, che in ogni caso attualmente sta vivendo un momento molto favorevole dal punto di vista turistico, con presenze record per tutta l'attuale stagione estiva.
Intanto allo Estadio, tutto è pronto per uno spettacolo che certamente sarà unico, elettrizzante indimenticabile. Con il tutto esaurito, naturalmente.

(nella foto da laprovincia.es Sting al suo arrivo all'hotel Santa Catalina di Las Palmas de Gran Canaria, avvenuto ieri pomeriggio)

venerdì 1 luglio 2011

È DI GRAN CANARIA E SI CHIAMA DARIO OJEDA IL VINCITORE DEL PRIMO RED BULL ROCKECTS. CON UN SALTO DI BEN 11 METRI




Nel campo del windsurf internazionale è già molto conosciuto e apprezzato, e adesso è arrivata un'ulteriore, importante conferma della sua preparazione e bravura con la vittoria al primo campionato Red Bull Rockects, che si è svolto nei giorni scorsi davanti alla spiaggia di Salinas de Pozo Izquierdo a Gran Canaria (una delle migliori del pianeta) con la partecipazione dei più grandi windsurfisti del mondo in questa specialità. Nonostante le condizioni metereologiche non proprio ideali per la presenza di vento molto forte, Dario Ojeda, giovane surfista di San Bartolomé de Tirajana (Gran Canaria), è riuscito nell'impresa: classificarsi al primo posto nel nuovo campionato, con il salto più alto, di ben 11 metri.
In questa specialità, i surfisti riescono a raggiungere tali risultati avvalendosi di un particolare dispositivo che portano al braccio.
Dario, campione ormai affermato di sport estremi sulle onde, dice naturalmente di essere molto felice e orgoglioso di questa impresa e conferma di puntare sempre più in alto per le prossime competizioni: il campionato mondiale di Spagna di windsurfing “modalità onde” e il mondiale di surfing della PWA che si terrà nelle prossime settimane, sempre a Salinas de Pozo Izquierdo.
In quest'ultima competizione, lo scorso anno Dario si classificò terzo nella classifica finale.
Per maggiori informazioni, news e foto del surfista grancanario, si può cliccare sul suo blog:

(in alto, Dario Ojeda e due momenti della sua partecipazione al Red Bull Rockects, che si è svolto nei giorni scorsi davanti alla spiaggia di Salinas de Pozo Izquierdo, a Gran Canaria. Il campione si è classificato al primo posto con un salto di ben 11 metri)