sabato 5 dicembre 2015

ATTRAVERSARE L'OCEANO GRATIS, LAVORANDO COME MOZZI O CUOCHI SUI VELIERI IN PARTENZA DA LAS PALMAS. ECCO IL SOGNO DI DECINE DI RAGAZZI, ANCHE ITALIANI



Ogni anno, decine di ragazzi in cerca di avventura si offrono ai responsabili delle barche da diporto ormeggiate nel Puerto de la Luz di Las Palmas de Gran Canaria come cuochi o aiutanti, così da potersi arruolare nell'equipaggio. La regata Atlantic Rally for Cruisers è l'occasione ideale per attraversare l'Atlantico gratis. Anche più di centinaio di ragazzi riempiono il Sailor's Bar e il Muelle Deportivo, vale a dire il Molo sportivo, nella speranza di essere scelti.
Nastasia Carrera, un'artigiana veneziana, è riuscita nell'impresa. Ha 24 anni e vuole raggiungere il Sud America. «Sono stata molto fortunata» dice compiaciuta. «In soli tre giorni ho trovato lavoro su un veliero polacco e ora faccio parte del suo equipaggio. Si sa, per noi donne che siamo la minoranza, è sempre più facile». Il suo obiettivo è imparare a navigare, approdare in Brasile per studiare il portoghese… e il resto per lei sarà tutta un'avventura. «Non so quello che farò» aggiunge. «Dipende da chi avrò l'occasione di conoscere e dai luoghi in cui mi troverò: del resto, i miei progetti sono molto aperti».
Stefano Penno, a destra nella foto in alto, è di Cambiano, in Italia. Anche lui è arrivato a Gran Canaria in aereo con l'intenzione di arruolarsi con l'equipaggio di una delle barche dell'Atlantic Rally for Cruisers. Qualcuno gli ha offerto di stare a bordo di un'imbarcazione per dormire e rassettarsi in cambio di lavori per mantenerla pulita. «Non ho fretta di attraversare l'oceano tanto più che, dopo il Rally, in questo porto arriveranno molte altre barche» assicura, convinto che prima o poi salperà. Come molti altri, però, ha in mente un progetto: «Vorremmo restaurare qualche barca abbandonata nel Molo sportivo e metterlo in grado di navigare di nuovo».
Niv e Amine, un marocchino e un israeliano, invece non sono riusciti a farsi arruolare e così hanno comprato un biglietto per viaggiare in nave fino in Brasile, dove presteranno la loro opera come volontari in un'organizzazione che si occupa di bambini a rischio di esclusione sociale.

martedì 17 novembre 2015

SULLA SPIAGGIA DI LAS PALMAS DE GRAN CANARIA, UN INSOLITO OMAGGIO ALLE VITTIME DEGLI ATTENTATI DI PARIGI


La notte scorsa, sulla grande spiaggia di sabbia finissima di Las Canteras, a Las Palmas de Gran Canaria, un giovane artista ha disegnato in modo estemporaneo e con l'aiuto di suggestive luci colorate, la silhouette del monumento più emblematico di Parigi, la capitale francese protagonista dei tragici attentati che lo scorso venerdì sera hanno mietuto decine e decine di morti e feriti. L'iniziativa, molto apprezzata dalle tante persone che normalmente passeggiano giorno e notte sul lungomare de Las Canteras, anticipa una delle esposizioni artistiche che a Las Palmas renderanno omaggio alle vittime di quegli assurdi e barbari eccidi. È il primo esempio di omaggio artistico, in solidarietà per le vittime di un attentato, realizzato en plein air. Nelle isole Canarie infatti, finora ciò era avvenuto solo in sedi istituzionali, come presso i municipi delle varie località, per questo è stato particolarmente apprezzato da tante persone, giovani e meno giovani.
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UN'ATTRICE CANARIA FINGE DI ESSERE UBRIACA IN UNA GRANDE CITTÀ. ECCO CHE COSA LE ACCADE IN UN VIDEO, DIVENTATO VIRALE SU YOU TUBE



L'attrice Giselle Carrera, originaria di Tenerife ma abitante a Madrid, è la protagonista del video più virale dell'anno in Spagna, con oltre 3 milioni di visite nella sua versione ufficiale su YouTube in pochi giorni e più di un milione per le versioni per tv e apparecchiature digitali. Giselle è la prima a esserne sorpresa. «Non mi aspettavo minimamente né l'interesse né le discussioni che ha suscitato» afferma l'attrice. «Figuratevi che perfino il New York Times, la BBc e i periodici a maggiore tiratura in Inghilterra, come The Mirror, se ne sono occupati. È stato davvero sorprendente!»
In realtà si tratta di un esperimento del Centro Europeo Neurosalus, una cinica privata specializzata in terapie per la disintossicazione dalle dipendenze situata a Madrid. L'idea era mettere una giovane donna che fingeva di ritrovarsi brilla e disorientata in una strada della capitale spagnola, dopo aver piazzato telecamere nascoste per registrare le reazioni dei passanti.
«Era interessante vedere che cosa avrebbero fatto le persone di fronte a una giovane vulnerabile, se l'avrebbero aiutata o se si sarebbero comportate in un modo disdicevole» aggiunge l'attrice tinerfeña. «Ma nessuno, neppure i responsabili della clinica né il produttore del video, si aspettavano assolutamente quello che poi è avvenuto. E per essere sincera non me l'aspettavo nemmeno io!»
Tutto doveva svolgersi un sabato, alle cinque del pomeriggio, nel pieno centro di Madrid, in mezzo a centinaia di persone e, poiché la scena prevedeva la presenza appunto di una giovane donna che mostrava bisogno di aiuto, a lei si sono avvicinati esclusivamente uomini che hanno cercato di approfittare della sua presunta vulnerabilità per avere rapporti sessuali con lei. Due infatti le hanno chiesto di poterla portare in un hotel, un altro a bere altro alcol e un cameriere addirittura l'ha molestata ripetutamente e palpeggiata. Questa sgradevole situazione è arrivata a un punto tale per cui un tecnico dell'équipe che stava filmando la scena ha dovuto interromperla e portare via Giselle, tra le vibrate proteste del molestatore.
Nessuna l'ha aiutata o le ha dato indicazioni per ritrovare l'orientamento. «Nemmeno alcune donne, che tra l'altro mi guardavano male, si sono avvicinate per darmi un aiuto» ricorda Giselle. «Ma il momento più delicato è stato quando un uomo mi ha spinto verso un muro con esplicite intenzioni, anche in questo caso facendo intervenire prontamente l'équipe tecnica. Oltre a quelle che compaiono nel video, abbiamo registrato molte altre immagini assai forti, che però sono state tagliate perché ritenute non necessarie».
Giselle è stata contatta per girare il video via Facebook. Il responsabile della ditta che lo ha prodotto dove conoscerla già, perché le ha subito fatto sapere di ritenerla l'attrice ideale. Nella sua breve, ma fortunata carriera, Carrera ha dovuto interpretare numerosi ruoli nel cinema e a teatro, però curiosamente non le era mai toccato quello di un'ubriaca. «Ho dovuto bere molto alcol davvero per cercare di essere naturale e credibile al massimo e mi è costato davvero parecchio, perché bere non mi piace affatto!» confida. «Se avessi dovuto continuare ancora per un po' non so che cosa mi sarebbe successo».
Il direttore del centro che ha dato il via a questo esperimento, José Miguel Gaona,  all'inizio del video si domanda che cosa sarebbe potuto accadere se la protagonista, anziché in pieno giorno e in mezzo alla strada trafficata di una grande città, si fosse trovata in una zona buia e in un luogo non così affollato. «Sarebbe stato normale cercare di aiutarla, ma come si può vedere nel video non è stato così» commenta.
Giselle Carrera, da parte sua, è convinta che nessuno di quegli uomini si sarebbe avvicinato a lei per molestarla sessualmente se non avesse finto di essere sotto gli effetti dell'alcol. «E comunque quello che il video mostra è abbastanza triste» conclude. «Pensate che perfino un professore di religione ha cercato di baciarmi! Eppure non ero certo discinta: portavo un abito che mi arrivata tranquillamente al ginocchio».
   







lunedì 9 novembre 2015

GRAN CANARIA, UN'ISOLA PER GLI AMANTI DELLA BELLEZZA E DELL'AVVENTURA

Dalla costa fino al Pico de las Nieves, Gran Canaria offre 1.049 metri di dislivello per gli amanti delle altezze e dell'avventura. Forse pochi, se paragonati con altre parti del mondo, però molto per un territorio di soli 1.560 Km quadrati. L'isola nasconde angoli proibiti per coloro che soffrono di vertigini, però di una bellezza incomparabile per chi osa vincere la paura di fronte ai precipizi.
TAMADABA (Agaete) Il percorso a Nord nasconde spettacolari scogliere che offrono al visitatore una straordinaria vista della forza dell'oceano nella costa settentrionale di Gran Canaria, come anche di calette e spiagge incantevoli che spiccano nei pittoreschi spazi naturali e si stagliano in un'aspra orografia, conseguenza di spettacolari eruzioni vulcaniche. Il visitatore che giunge a Tamadaba si trova in una delle pinete naturali meglio conservate dell'isola, ma certo non impressionante quanto il paesaggio che si può osservare quando si volge lo sguardo al mare. La rupe alta mille metri che scende fino alla costa di Agaete ed è il rifugio di una moltitudine di specie di uccelli endemici e trasmette allo spettatore tutta la bellezza e la forza della natura.
FANEQUE (Agaete) Questo angolo del municipio di Agaete è considerato una delle scogliere costiere più alte d'Europa e la terza del mondo con i suoi 1.008 metri di altezza sul livello del mare. All'ombra di Tamadaba, e facente parte di un prolungamento del massiccio che porta il suo nome, Faneque è un territorio inospitale che offre uno dei panorami naturali più spettacolari di Gran Canaria. L'altezza di questo colosso che corona il Nord dell'isola fa sì che il visitatore si senta una piccola cosa di fronte all'immensità dell'Oceano Atlantico.
ANDÉN VERDE (La Aldea de San Nicolás) Sul fianco ovest di Gran Canaria, l'isola dovette subire un gigantesco crollo, lasciando un taglio a forma di arco di 20 km nella scogliera, che si può apprezzare dalla Punta de la Aldea alla Punta di Sardina nel Mirador del Balcón, nella zona del Andén Verde. Queste scogliere costituiscono un libro illustrato della storia geologica dell'isola, dove il visitatore può osservare ciascuna delle colate vulcaniche, costituite da basalti, che hanno elevato via via l'isola per centinaia di metri.
EL ROQUE NUBLO (Tejeda) Il
visitatore che giunge a Gran Canaria deve sapere che per raggiungere i siti più magici di Gran Canaria bisogna essere decisi, e il Roque Nublo è sicuramente uno di questi. Una trentina di minuti di cammino a piedi separano la strada dal simbolo geologico più importante dell'isola, ma il panorama che si può godare dalla sua base merita davvero la pena dello sforzo per raggiungerla. 4,5 milioni di anni fa, i resti dei materiali formatisi in seguito a un'eruzione formano l'edificio centrale di Gran Canaria. L'erosione di pioggia e vento ha poi levigate e logorato, secolo dopo secolo, questa gigantesca cupola di lava lasciando isolati il Roque Nublo e altri speroni rocciosi simili, come il Roque Bentayga. Il Nublo si eleva 1.800 metri sul livello del mare come un perfetto guardiano dell'isola. La sua posizione privilegiata offre all'amante della visione spettacolare un panorama impressionante di 360° su Gran Canaria e non solo. Da lì si può ammirare anche la vicina Tenerife con la cima fumante del Teide.
SCOGLIERA DEL MÁRMOL (Santa Maria de Guía) Tra i due soli quartieri costieri del municipio di Santa Maria di Guía - San Felipe, limitrofo con Moya, e Caleta de Soia, al limite con il municipio di Gáldar - si ergono le scogliere del Mármol, uno spettacolare burrone di più di 200 metri di altezza. Nelle vicinanze della Punta di Gallegos si trova il “mirador” naturale della scogliera del Mármol, percorsa da un sentiero lungo il quale il visitatore più coraggioso si può avventurare non senza provare dei brividi. Molto vicino al mare si erge anche il cono vulcanico del Pico Ajódar, il più grande dell'isola con i suoi 434 m di altezza sul mare.
DUNE DI MASPALOMAS (San Bartolomé de Tirajana) Le scogliere di Gran Canaria  non sono gli unici luoghi che gli amanti della vertigine possono frequentare. Un lancio dall'aereo da 3.900 metri di altezza è qualcosa di indescrivibile che solo coloro che osano provare possono comprendere. La scarica di adrenalina che si sperimenta durante i primi secondi del contatto con l'aria è così intensa che lo stomaco sembra letteralmente rovesciarsi, mentre un milione di farfalle roteano al suo interno. Appena riprende coscienza, chi si lancia a una velocità di 200 km all'ora si sorprende della vista che offrono le spettacolari Dune sabbiose di Maspalomas, un pezzetto di deserto africano trasferito qui, a Gran Canaia. Momenti indimenticabili, cui pone fine sempre un atterraggio dolce sulla sabbia, in un panorama incantato in cui le dune si perdono a vista d'occhio.

domenica 18 ottobre 2015

ALEJANDRO NIETO, MISTER ESPAÑA 2015: CAMPIONE DI BELLEZZA E DI CORAGGIO

Qui sopra e al centro dell'articolo, Alejandro
Nieto, vincitore del Concorso
per Mister Espana 2015. In basso, Daniel
Barreres, il “rivale” di Alejandro
di cui si parla nell'articolo.

È stato eletto Míster Internacional España 2015 a La Palma, nel corso dei festeggiamenti di Nuestra Señora de Las Nieves, ma è nato a Cádiz, in Andalusia. Si chiama Alejandro Nieto ed è un bellissimo ragazzo, apprezzato non solo per il suo fascino sexy, ma anche per le doti umane. Nonostante la grande fama raggiunta nel suo Paese, infatti, resta un giovane molto semplice, senza grilli per la testa, disponibile verso gli altri. Recentemente è approdato a Gran Canaria, per far parte della giuria del concorso per l'elezione dei vincitori regionali di Miss e Mister Las Palmas, che si è svolto nei giorni scorsi durante i festeggiamenti de La Naval, nell'antico quartiere de La Isleta.
Nel raccontare di se stesso, ricorda con tanta emozione il momento in cui ha sentito pronunciare il suo nome come vincitore. «Ho provato grande gioia e orgoglio di me stesso, la sensazione di aver realizzato un sogno» confessa. «A La Palma ho trascorso giorni bellissimi: si tratta di un'isola piccola ma molto bella, piena di fascino. Soprattutto mi ha impressionato il particolare microclima che esiste nella zona che si estende tra i vulcani di San Antonio e il Teneguía. Ho potuto anche conoscere l'importante coltivazione che si fa delle banane, per poi esportarle in tutta la Spagna. Incredibile!»
Alejandro, pur non essendo una grande star come lo sarebbe certamente in America Latina se fosse uscito da un concorso di bellezza locale, è molto conosciuto in Spagna e ammirato sia dalle donne sia da molti uomini. «Anche se sono eterosessuale, la cosa mi lusinga molto e non mi dà alcun fastidio» confida. «Io rispetto la sessualità di ciascuna persona, anche se ammetto che le avances da parte di un uomo potrebbero mettermi in imbarazzo».
Purtroppo Alejandro non potrà partecipare alla finalissima del concorso di Míster Internacional, che si si volgerà  il prossimo 30 Novembre nelle Filippine, a causa di una clausola ben precisa del regolamento, anche se forse anacronistica: è infatti papà, e questo gli preclude la possibilità di essere presente in rappresentanza della Spagna. Al suo posto, parteciperà il primo finalista del concorso che lo ha visto vincitore, Daniel Barreres (foto in basso), altra autentica bellezza maschile, che è originario di Valencia.
La solarità di Alejandro è offuscata però da un particolare commovente della sua vita: anche se lui non ne parla volentieri, il suo bambino lotta con coraggio contro una malattia molto grave. «È un bambino bellissimo, forte e combattivo» spiega. «Mi sono sempre sforzato di inculcare in lui la forza e il coraggio, proprio come anche i miei genitori hanno fatto con me. Sono grato a loro perché mi hanno insegnato ad affrontare le situazioni così come si presentano nella vita. Certo, avere un figlio è la cosa più bella che possa capitarti. L'arrivo del mio bambino ha cambiato le mie priorità e le mie prospettive di vita, ma sono molto contento così».
Alejandro ora vuole impegnarsi al massimo per aiutare anche economicamente il suo bambino nella lotta alla malattia, e per questo ha bisogno di lavorare molto. Il suo sogno è quello di continuare a farlo nel mondo della moda. E se glielo chiedessero, assicura, sarebbe disposto anche a posare nudo. «Non c'è niente di male in questo, secondo me» dice senza ipocrisia. «Se uno ha un corpo bello, può benissimo mostrarlo alle altre persone».
E lui, il corpo, l'ha sicuramente bello e imponente. Ma al di là del fisico eccezionale, oggetto del desiderio di tanti spagnoli, ha anche doti caratteriali davvero invidiabili. Si merita proprio di continuare ad avere successo. Anche per il suo bambino malato.


lunedì 12 ottobre 2015

LANZAROTE, LA GRACIOSA E L'ARCIPELAGO CHINIJO DICHIARATI GEOPARCO UNESCO


Da pochi giorni l'isola di Lanzarote e l'arcipelago delle Chinijo (foto sopra) fanno parte della Rete Mondiale dei Geoparchi dell'Unesco, così come altri luoghi situati in Cina, Cipro, Grecia, Indonesia, Islanda, Italia e Giappone. Lo ha annunciato giorni fa proprio l'Unesco in un comunicato ufficiale durante una Conferenza internazionale per la proclamazione dei nuovi Geoparchi, che si è svolta a Sa'in Kaigan, in Giappone.
La motivazione è la natura vulcanica di Lanzarote, così come degli isolotti di La Graciosa, Montaña Clara, Roque del Este, Roque del Oeste e Alegranza. In totale si tratta di 2.500 metri quadrati di territorio, di cui 866 chilometri quadrati di terra emersa. Per l'occasione, l'Unesco ha sottolineato come Lanzarote e Chinijo sono costituiti quasi completamente da materiali basaltici. A questo proposito, ha ricordato che, con l'eruzione del Timanfaya, avvenuta tra il 1730 e il 1736, «l'associazione di numerose strutture vulcaniche lungo una fessura molto lunga provocò la creazione dei maggiori campi di lava del mondo».
Quello di cui parliamo è il secondo Geoparco della Rete Mondiale dell'Unesco nelle isole Canarie dopo l'isola di El Hierro. Durante la conferenza internazionale Unesco, si è deciso di attribuire la denominazione di Geoparco, tra i Paesi citati prima, anche al Parco Nazionale del
Pollino in Italia.

sabato 8 agosto 2015

ANCHE I GRANCANARI IN FERIE? Sì, MA… A GRAN CANARIA, UN VERO PARADISO!



Due e mezza del pomeriggio. Ad Artenara, un villaggio appollaiato tra le montagne rivestite di pinete dell'isola di Gran Canaria, non si vede un'anima viva. Con questo sole, la gente riposa. Cristina e Airán si abbandonano ala lettura, sdraiati placidamente nelle loro amache. Sono sulla loro “spiaggia privata”. Sono venuti ad Artenara per un vacaza, per andare per compere e fare un tuffo in piscina. Disponevano solo di una settimana e si sono rifugiati in montagna. Cristina Rivero e Airán Abrante vivono a Vecindario, una località del sud-est dell'isola, però lavorano nel sud, nella gran confusione di turisti, rumore, sole e spiaggia. Per questo ogni occasione è buona per perdersi tra le montagne e isolarsi da tutto e da tutti.
«Salire fino a qui è come fare un viaggio su un'altra isola» dice convinta Cristina che, detto per inciso, è nata in questi postii. «Per arrivarci impieghiamo quasi due ore di strada, però qui mi sento a casa, la gente è cortese, alla buona, e l'ambiente è tranquillo».
La sua famiglia, i Rivero Garciía, sono originari di Juncalillo, uno degli angoli più lontani sull'altopiano di Gaáldar, e da piccola ha passato qui molte delle sue estati.
«Siamo alloggiati in una casa-cueva isolata e lì ignoriamo totalmente ciò che accade nel mondo» confessa questa giovane di 31 anni, parrucchiera a Mogán.
Il suo compagno non era mai stato ad Artenara e, avendo a disposizione una settimana di ferie (Airán svolge, tra le altre attività , quella di tatuatore) per partecipare alle feste di Juncalillo in onore di Santo Domingo di Guzmán e, visto che c'era, trascorrere una vacanza nel villaggio più alto che ci sia a Gran Canaria, il vicino centro storico di Artenara, appunto.
«A me piace tantissimo il verde, e qui ce l'hai dovunque, con questi pini magnifici, e poi c'è l'aria pura» afferma.
Cristina lgli ha fatto da Cicerone e gli ha mostrato parte del villaggio, noto tra le altre cose per ospitare l'eremo della Virgen de la Cuevita, per le sue vestigia preistoriche, e per il sentiero che porta al suo santuario, che offre una vista impagabile della cosiddetta Tempestad petrificada.
Oggi però Cristina e Aira hanno preferito un po' di relax nella piscina  che rappresenta la loro spiaggia privata, un vero lusso per 3 euro al giorno (è gratis per i residenti), amaca e ombrellone gratis. Il tutto a 1.216 metri di altezza.
E per chi abita in uno dei quartieri di Las Palmas e non sempre si può concedere una vacanza durante l'anno, perché non approfittare in estate della splendida e interminabile spiaggia sabbiosa de Las Canteras?
L'esempio perfetto è questa famiglia “allargata” quasi tutta del barrio di San José (foto in basso), fatta di fratelli e sorelle, ma anche di amici, compagni di squadra di football da spiaggia, che hanno scelto di passare i giorni di vacanza in particolare nel tratto di spiaggia detto de Las Alcavaneras.
«Per noi è la spiaggia più vicina a casa, e qui il mare è quasi sempre calmo, al riparo da correnti e onde, per cui possiamo fare tranquillamente il bagno» spiega una ragazza che si chiama Fala. «Il posto è molto familiare e i bambini possono giocare sulla spiaggia senza pericoli. In questo periodo veniamo più volte durante la settimana e ogni giorno è una festa».
Ma la giornata deve trascorrere bene dall'inizio alla fine, così non manca certo il mangiare al seguito. Tortillas, ensaladilla, papas de asadero fanno parte obbligatoria del menù da spiaggia. Senza dimenticare l'aperitivo: cozze marinate e sardine. E come potrebbe mancare un fumante cafecito versato dal grande thermos?
Anche se non sono veramente tutti parenti tra loro, creano attorno a sé un clima davvero familiare, in cui si mescolano risa, scherzi e la felicità di trascorrere questi giorni di vacanza tutti assieme.
Tra loro si fanno notare Mariola Rodríguez, 40 anni, e la sorella María de los Angeles, 46, entrambe nate nella località di Guanarteme. Lavorano come donne delle pulizie in un centro educativo. E accanto a loro sta l'amica Fala, che da un po' di tempo è disoccupata e a questo proposito precisa: «Però, se ci fosse da lavorare per pulire la spiaggia, lo farei senza problemi».
Mariola e María sperano però di andare nel sud di Gran Canaria a trascorrere gli ultimi giorni dell'estate, prima che arrivino settembre e il ritorno alla solita routine, e che i bambini rientrino a scuola. Ma per fortuna resterà loro la fine settimana per tornare di nuovo a Las Alcaravaneras.



RICORDATE LEONOR, “MADRE CORAGGIO”? HA AVUTO UNA CASA NUOVA, E PER LEI E SUO FIGLIO DISABILE ORA LA VITA SARA PIÙ FACILE



Non dovrà più scendere e salire i quaranta scalini con suo figlio aggrappato al collo o chiamare la Croce Rossa per uscire in strada. A Leonor Pérez, la “madre coraggio” di cui anche noi ci siamo occupati negli scorsi mesi denunciando la sua drammatica situazione che durava da anni, adesso basta una chiave per portare fuori casa suo figlio Lolo, colpito da paralisi cerebrale e distrofia muscolare, poiché da qualche giorno il Gobierno de Canarias ha realizzato il suo sogno e le ha consegnato un nuovo appartamento nel barrio di Casablanca III a Las Palmas de Gran Canaria. Leonor sognava di non dipendere da nessuno per portare fuori casa Lolo e farlo uscire dall'isolamento dal mondo in cui è stato costretto a vivere per tanti anni, e ora potrà farlo senza più aiuti.
«È una cosa giusta, nessuno le sta regalando niente» ha detto la viceconsigliera delle Politiche Sociali a Leonor, mentre inseriva la chiave nella serratura e varcava la soglia della sua nuova casa, comprensibilmente emozionata fino alle lacrime.
Leonor si è aggirata a lungo incredula per i 70 metri della sua nuova casa al pianterreno di un dignitoso palazzo popolare. Le sembrava di sognare.
Aveva potuto visitare l'appartamento un mese e mezzo fa, e subito le era piaciuto tanto. Avrebbe voluto trasferirvisi immediatamente, ma la burocrazia doveva ancora fare un po' di strada.
Sbrigate le pratiche in base alle quali il Gobierno de Canarias ha affidato a Leonor l'appartamento con un contratto particolare, subito sono scattati i lavori murari di adeguamento alle necessità dei nuovi inquilini, soprattutto nella stanza da bagno.
«Ringrazio tutti di cuore» ripete Leonor dentro la sua nuova casa. «Ora sono davvero felice».
Del trasloco dei sui mobili si è occupato l'Ayuntamiento di Las Palmas de Gran Canaria, il cui consigliere della Coesione Sociale, Jacinto Ortega, ha fatto osservare che evidentemente in passato non c'è stata la volontà di risolvere il problema di Leonor Pérez. «Non è normale che solo adesso sia stato risolto in un mese e mezzo, dopo anni di attesa» ha detto.
In ogni caso tutto è bene ciò che finisce bene, e ora Leonor non pensa più al passato, ma solo al presente e al futuro, che per lei e suo figlio Lolo saranno sicuramente un po' più lievi.

venerdì 1 maggio 2015

RIPULITA DAL PETROLIO VERSATO DA UNA NAVE INCENDIATA E AFFONDATA, È STATA RIMESSA IN LIBERTÀ A LAS PALMAS LA TARTARUGA MARINA “MADONNA”

                    

È stata salvata dalla Guardia Civil, curata dal Centro de Recuperatión del Cabildo de Gran Canaria e liberata di nuovo in mare, in perfetto stato di salute, assieme ad altre compagne, la tartaruga marina denominata “Madonna”, colpita dal versamento di combustibile provocato dall'affondamento in seguito a incendio dell'imbarcazione russa Oleg Naydenof nelle acque marine a quindici miglia a Sud di Gran Canaria. La liberazione è avvenuta nel mare antistante la spiaggia di Las Canteras, a Las Palmas de Gran Canaria. “Madonna” è un esemplare della specie Caretta Caretta, in pericolo di estinzione, come gli altri animali della stessa specie, tutti sottoposti a delicate cure dopo il contatto diretto con la grande macchia di petrolio fuoriuscito dall'imbarcazione poi affondata. Pascual Calabuig, direttore del Centro, ha spiegato come gli animali siano stati recuperati da una pattuglia della Guardia Civil de Mar, che ha incrociato a lungo nelle acque circostanti la zona dell'incidente e che ha potuto salvare queste tartarughe marine in collaborazione con il personale del Ministerio del Medio Ambiente.
Quanto a “Madonna” in particolare, è stata la prima delle tartarughe recuperate e curate presso il Centro de Recuperatión di Tafira. È stata ripulita completamente dal petrolio che ricopriva la superficie del suo corpo e che si era introdotto fin nel suo esofago, come è risultato da un esame endoscopico al quale è stata sottoposta.
Purtroppo ogni giorno ovunque si scaricano in mare sostanze inquinanti, e sono numerosi gli animali marini e gli uccelli che vengono malauguratamente in contatto con queste, riportando danni più o meno gravi al loro organismo. Si sa infatti che nel loro corpo gli idrocarburi causano calo delle difese immunitarie, maggiore esposizione alle infezioni, alterazioni alla pelle e tumori.
L'emozionante liberazione di questi animali è stata curata dall'Istituto Nueva Isleta Tony Gallardo con la collaborazione dell'Ayuntamiento di Las Palmas e del Centro de Recuperatión del Cabildo de Gran Canaria, e con il sostegno del Progetto educativo europeo Comenius Sustainable Island cui partecipano istituti di Gran Canaria, Cipro, Sardegna, Islanda, Terceira (Isole Azzorre) e Marie Galante (Guadalupa).


La tartaruga marina Caretta Caretta “Madonna”, liberata
in mare assieme ad alcune sue compagne
sulla spiaggia di Las Canteras, a Las Palmas de Gran Canaria.

MANGI GOFIO? AVRAI CUORE E ARTERIE SANI E VIVRAI A LUNGO


È un cibo tradizionale canario, utilizzato dagli abitanti locali in varie preparazioni alimentari. Si tratta di una farina ricavata dalla tostatura e macinatura di vari cereali, come grano, grano e mais, cereali misti, e con l'aggiunta di farine di legumi. Lo si prepara tradizionalmente in casa (in tante abitazioni rurali gli anziani usano ancora adesso piccole macine casalinghe) e industrialmente, e lo si ritrova nei menù di tutti i ristoranti attenti agli usi e costumi canari. Da sempre si decantano le virtù salutari del gofio che, secondo molti, usato quotidianamente nella preparazione di varie pietanze (prodotti da forno, focacce, frittate, brodi, minestre e altro ancora), assicurerebbe una vita lunga e sana. Adesso anche dal mondo scientifico arriva una conferma al riguardo. Infatti uno studio dell'Hospital Universitario de Canarias (HUC) ha constatato che le persone che consumano regolarmente gofio per più di quarant'anni possono contare su una maggiore capacità di forma fisica e un minor rischio di malattie cardiovascolari. La ricerca, i cui risultati sono pubblicati nell'International Journal of Cardiology,  è stata condotta tra il 2007 e il 2014 su mille pazienti di età compresa tra i 70 e gli 80 anni con e senza un sintomo di dolore al petto e sottoposti alla compilazione di un particolare questionario sulle loro abitudini alimentari e a elettrocardiogramma da sforzo, spiega Alberto Domínguez, responsabile dello studio. Domínguez ha spiegato anche che il gofio è un mix di cereali dall'alto valore nutritivo molto ricco in minerali e vitamine. Adesso preannuncia ulteriori ricerche, che però hanno bisogno di altri finanziamenti pubblici o privati.  In ogni caso, sottolinea come la prevenzione delle malattie cardiovascolari, uno dei maggiori big killer della popolazione occidentale, sia l'adozione di una dieta sana, equilibrata, ispirata a quella mediterranea, e in particolare il consumo quotidiano di adeguate quantità di cereali.

venerdì 3 aprile 2015

LA STRUGGENTE STORIA DI LEONOR, COSTRETTA A VIVERE IN UNA CASA SENZA ASCENSORE E PORTARE SU E GIÙ IL FIGLIO MALATO SULLE SPALLE


Si afferra al corrimano e si appoggia alla parete. Scende piano, senza il fiatone. Con suo figlio quarantenne sulle spalle. Colpito da paralisi cerebrale e distrofia muscolare, Manolo ha bisogno che sua madre se lo carichi addosso per i tre piani che separano la loro casa dalla strada. Leonor, la madre, è una vittima del caso. Il sorteggio in base al quale il Gobierno de Canarias ha aggiudicato 113 appartamenti nelle case popolari non ha tenuto conto delle sue necessità. Il caso, si sa, è impietoso. Non sa che cosa vuole dire avere un figlio di quarant'anni che non può muoversi e vivere al terzo piano di una casa senza ascensore. Per farlo uscire, se lo deve caricare sulle spalle. Con un braccio appoggiato al muro e l'altro afferrato al corrimano della scala, sale e scende i tantissimi gradini sui quali si eleva la sua casa, mentre Manolo si stringe al suo collo. Lo fa senza affanno, ma criticando a ogni passo la modalità con la quale il Gobierno de Canarias assegna gli alloggi sociali.
«Sono dieci anni che chiedo una casa adatta alle nostre esigenze, che mi cambino questa per una nuova che sia facilmente accessibile» spiega.
Fino a pochi giorni fa sperava davvero che finalmente si sarebbe vista assegnare la tanto sospirata casa nuova, situata al piano terra oppure dotata di ascensore, per non spaccarsi la schiena ogni volta. Poi, con disappunto, ha saputo che le autorità avrebbero scelto l'assegnazione degli alloggi mediante un sorteggio.
«La lotteria delle case è più ingiusto che studiare le situazioni caso per caso» sussurra dopo aver portato giù suo figlio «perché alla fine possono dare l'appartamento a una persona che non ha una grande necessità e che può camminare. Quando ho saputo a chi avevano assegnato le case ho provato tanta rabbia, ma poi mi sono detta: meglio andarsene senza litigare. Però quando sono uscita dalla sala del sorteggio non sapevo più chi ero né dove stavo andando, tanto ero furiosa, delusa e disperata».
Non smette di lamentarsi, Leonor, del modo in cui agisce il Gobierno de Canarias quando il numero delle richieste supera quello delle offerte, modo criticato anche dal partito Izquierda Unida il cui portavoce, Ramón Trujillo, ha qualificato come «indecente» il «bingo pre-elettorale» dell'assegnazione degli alloggi.
Di solito, dal lunedì al venerdì Manolo vive in un centro di accoglienza a San José de la Longueras (Telde), Gran Canaria, ma durante i week end, nei giorni festivi e in agosto resta a casa. È allora che la penitenza di Leonor prende la forma di quella maledetta scala. Per portare giù e su quel povero figlio.
Anche la sua casa attuale è un alloggio sociale. Le è stata assegnata molti anni fa, quando suo figlio era ancora in grado di camminare. Allora, quell'appartamento era stato un regalo, un bacio da parte della vita a una giovane donna che era stata cacciata di casa dai genitori per motivi familiari. Allora non le era importato che quell'appartamento di Lomo del Chinche (Barrio Atlántico, Las Palmas)  non avesse l'ascensore. I medici le avevano dato la speranza che il suo bambino non sarebbe peggiorato, ma si sbagliavano. Poi, la distrofia muscolare ha tramutato quella casa in una prigione.
In questi ultimi anni Leonor ha chiesto tante volte al Gobierno de Canarias un cambio di abitazione, ma invano.
«Sono ormai stanca di spostarmi di qua e di là per chiedere aiuto, di bussare a tutte le porte e di sentirmi sempre dire che non è possibile» dice sconsolata.
Sono dieci anni che chiede una casa adeguata, ma il destino suo e quello di Manolo è stato messo nelle mani di una impietosa lotteria. E adesso quella struggente immagine di lei, donna semplice ma dignitosa, ancora gradevole a sessant'anni di età, che porta sulle spalle il corpo morto di quel figlio un tempo e sempre tanto desiderato e amato, dovrebbe pesare sulle coscienze di chi, senza pietà, decide le sorti della povera gente.

venerdì 2 gennaio 2015

CAPODANNO SUL ROQUE NUBLO (GRAN CANARIA) PER RICARICARSI DI ENERGIE PER IL 2015. ALL'OMBRA DEL GIGANTE DI ROCCIA (DAL SIMBOLO FALLICO!)










È un enorme sperone roccioso che si erge poderoso alto su tutte le cime sovrastanti la zona interna di Gran Canaria. Ed è non solo una delle tante testimonianze residue dei terribili sconvolgimenti geologici avvenuti milioni di anni fa a causa delle eruzioni vulcaniche, da cui del resto Gran Canaria è nata, ma anche il simbolo dell'isola stessa. Con la sua forma che richiama inevitabilmente un simbolo fallico, da sempre il Roque Nublo svolge una particolare attrazione su abitanti locali e turisti che salgono fin quaassù, a oltre duemila metri di altitudine sul livello del mare, per ammirarlo, toccarlo, fotografarlo, sperando di poter approfittare della vicinanza per ricaricarsi di energie vitali e, chissà, anche di una buona dose di fortuna, non solo a livello amoroso, ma anche sotto tutti gli aspetti della vita. Con questo proposito, anche a Capodanno centinaia di persone, tra cui molti stranieri, sono salite fino alle sue pendici, sfidando la temperatura abbastanza rigida (circa 6°) in quota, per provare o riprovare la sensazione unica di trovarsi ai piedi di questo straordinario gigante di roccia e godere nel contempo dell'incredibile panorama che si gode sull'isola e sulla vicina isola di Tenerife, con il vulcano Teide dalla cima innevata. Un modo originale per augurarsi e augurare al mondo, che appare laggiù, un Felice Anno Nuovo, all'insegna della gioia, della salute e delle cose più semplici e genuine che ci vengono dalla nostra Madre Terra.