venerdì 17 agosto 2018

UNA VITA DA ROMANZO QUELLA DI JOSÉ MANUEL GARCÍA PERUYERA, SFUGGITO DA RAGAZZO ALLE VIOLENZE DEI NAZISTI



È l'unico spagnolo ancora vivente tra coloro che sono sopravvissuti all'olocausto nazista. Ecco la straordinaria storia di un bambino spagnolo di parecchi decenni fa, ex orfano di guerra che, nella sua infanzia e adolescenza ha dovuto soffrire traversie e crudeltà di ogni genere, degne di un best seller della narrativa e che hanno messo tante volte a repentaglio la sua vita, anche se poi il protagonista è riuscito a rifarsi una vita e a diventare un simpatico signore di una certa età. Che però adesso, dalla sua casa di Las Palmas de Gran Canaria, mette giustamente in guardia dai pericoli e dalle crudeltà che comporta ogni tipo di conflitto armato soprattutto i giovani, perché non dimentichino quello che di terribile è accaduto. Parliamo di José Manuel García Peruyera, 90 anni compiuti il 24 maggio scorso. Vive in un appartamento vicino a Mesa y López, un'arteria stradale arcinota della capitale grancanaria, in pieno centro città.
Orfano a soli 8 anni di età, questo asturiano è stato vittima delle guerre che si sono succedute nel secolo scorso, fin dall'inizio della sua età della ragione. Una bomba mise fine alla sua famiglia durante l'assedio di Oviedo, in piena guerra civile spagnola, e ciò significò per lui trovarsi completamente solo in una terra di nessuno, come tanti altri figli della guerra. In fuga da Oviedo verso Gijón, alla ricerca di alcuni amici dei suoi genitori, fu prelevato assieme a tanti altri bambini come lui dai camion della CNT, ovvero dai repubblicani e dai socialisti, i quali volevano mettere in salvo questi sventurati ragazzini portandoli al porto di El Musel, a Gijón appunto, dove molte imbarcazioni erano in attesa di portali via, lontano dalla guerra. Nel 1937, circa 12 mila bambini asturiani furono messi in salvo in questo modo. In parte giunsero in Russia, altri in Inghilterra e altri ancora, come José Manuel, in Francia.
Ma i bimbi che riuscirono ad arrivare vivi in Francia lo fecero in un pessimo stato di salute. Furono trasferiti in un ospedale a Versailles, dove vennero messi in quarantena. Da lì, una volta rimesso in salute, José Manuel fu destinato a vari campi di concentramento, da Perpignan fino a Nizza, destinati agli spagnoli che uscivano dalla guerra. Lì la vita era dura, e si soffriva molto la fame e il freddo, ricorda José Manuel. Per tutto quel periodo visse in uno stato di vera vicinanza  con la morte, che però non sopraggiunse mai, nonostante José Manuel si sentisse come “un morto vivente”.
Era sopravvissuto alla guerra nel suo Paese, ma altri pericoli peggiori erano in agguato per lui. Quando i tedeschi occuparono la Francia, misero le mani sui campi di concentramento e selezionarono prigionieri per mandarli come schiavi in Germania. Fu così che José Manuel cadde dalla padella nella brace.
In territorio nazista, venne incaricato di lavori che andavano dalle pulizie alla raccolta dei denti d'oro e dei gioielli dai corpi degli ebrei uccisi. Tutto ciò che i tedeschi, vere bestie, ordinavano i ragazzini terrorizzati dovevano eseguire. Ma soprattutto temevano le attenzioni morbose dei tedeschi pedofili. È questo uno dei peggiori ricordi di José Manuel. «Oggi che sono ancora vivo lo posso raccontare» afferma. «Quello che i tedeschi fecero ai bambini spagnoli nei campi di concentramento nazisti fu il peggio che un essere umano possa compiere. Io stesso fui violentato da uno spagnolo che obbediva ai tedeschi. Fu un vero incubo. Ma noi che colpa avevamo? Non eravamo noi ad aver fatto la guerra».
Il campo di sterminio di Mauthausen era uno dei già temuti, perché di solito chi entrava lì non ne usciva vivo. In quel posto orribile José Manuel potè vedere vari gerarchi nazisti, da Heirich Himmler a Josef Mengele. Quelli di alto rango come loro avevano l'ossessione di raccogliere tutto l'oro che potevano dai corpi delle vittime innocenti della loro barbarie. «Io stesso ho visto come Himmler entrava nella stanza dove era ammassato tutto quell'oro e ne usciva con delle borse piene» racconta José Manuel. «L'oro era l'unica cosa che importava a questi criminali».
Dopo essere stato miracolosamente liberato, per José Manuel è cominciata una lunga avventura per i mari di tutto il mondo. Si imbarcò infatti come addetto alla cucina su varie navi, e nel corso dei numerosi viaggi ha potuto mettere da parte una discreta fortuna. Durante le soste nei porti di così tanti Paesi ha potuto conoscere le Canarie, terra della quale si è innamorato. Nel corso della sua lunga esistenza è vissuto tra la Costa Rica, dove si è sposato, e Las Palmas de Gran Canaria. Ora riceve una pensione dalla Germania, per essere stato prigioniero nei campi di concentramento nazisti, dalla Spagna come orfano di guerra, e anche dalla Francia. Durante tutti questi anni ha tenuto numerose conferenze in vari Paesi europei, perfino in Germania, nel corso delle quali ha sempre raccontato la sua avventurosa esistenza e gli orrori delle guerre alle quali è sopravvissuto. Ancora adesso a distanza di tanti anni da quei fatti, racconta, i ricordi spesso si tramutano in incubi veri e propri.
«A Las Palmas de Gran Canaria sto molto bene» assicura però. «E per fortuna qui ho tanti amici e una famiglia che si prende molta cura di un uomo anziano come me».

mercoledì 8 agosto 2018

L'HOTEL PIÙ ROMANTICO DI SPAGNA? ECCOLO, È A LANZAROTE




Secondo le recensioni pubblicate quest'anno da Trip Advisor, è il grazioso ed elegante hotel Lani's Suites de Luxe, di Puerto del Carmen (Tías), la struttura alberghiera più romantica di Spagna, al secondo posto in classifica in Europa e al terzo nel mondo. E, poi, sempre al primo posto come piccola struttura alberghiera in Spagna, all'ottavo in Europa e al ventesimo nel mondo. Riconoscimenti importanti, che rendono orgoglioso Kumar Dadlani, l'impresario che lo ha creato e inaugurato nell'aprile del 2015.
È dotato di 25 camere che possono accogliere al massimo 60 ospiti (non sono ammessi i minori di 16 anni). A suo favore, la struttura dispone di un'ubicazione spettacolare, in prima linea sulla costa di San Valentín, di un ristorante di primo livello, di un centro benessere e di un personale attento, disponibilissimo e solerte nel rendere questo spazio un luogo piacevolissimo per gli ospiti, sotto la direzione di Víctor Rebollo.
A frequentarlo, oltre ai turisti provenienti dalla penisola iberica, sono soprattutto inglesi, tedeschi e francesi. Per maggiori informazioni: www.lanissuites.com



             

                      

ALLE CANARIE OPERAZIONE SPIAGGE SICURE: ALTRI 500 SOCCORRITORI IN PIU' VEGLIERANNO SUI BAGNANTI


Lo scorso 30 luglio il Governo delle Canarie ha approvato il decreto sulle misure di sicurezza e sull'attuazione del salvataggio sulle spiagge e in altre zone balneari sul litorale dell'arcipelago, nel quale si stabilisce l'obbligatorietà da parte degli municipi dotati di costa di dotarsi di un Piano di sicurezza che dovrà determinare, tra l'altro, anche il numero di soccorritori di cui deve disporre ogni spiaggia, piscina naturale o lago secondo alcuni criteri di rischio stabiliti nelle proprie norme.
Il decreto mette al centro dell'attenzione il grado di protezione che richiede ogni spazio suddetto in funzione dell'affluenza dei bagnanti e, di conseguenza, fissa come deve essere il suo organico incaricato alla sicurezza.
La decisione del governo è arrivata dopo che, lo scorso febbraio, una stima fatta sulla base dei dati forniti da 62 municipi dell'arcipelago, responsabili di 77 spiagge, stabiliva che era necessario arruolare circa 500 soccorritori in più per vigilare, appunto, sulle zone dei bagni, assistere i bagnanti e  organizzare le emergenze. Quanto all'aspetto finanziario, si era previsto che l'applicazione del decreto costerà complessivamente 2,8 milioni di euro, di cui 1,9 a carico del Governo delle Canarie, in particolare del Fondo Canarie de Financiación.
Il decreto stabilisce che i municipi avranno tempo un anno a partire dalla pubblicazione del decreto nel BOC, Boletín Oficial de Canarias, per recepirne i Piani di sicurezza e salvataggio e quattro anni per adeguare i servizi alle norme stabilite, compresa l'installazione degli elementi di informazione, identificazione e segnalazione (bandiere, cartelli, segnaletica e così via) più idonei.
In questo modo, i bagnanti sulle spiagge Canarie si potranno sentire ancora più sicuri. Un motivo in più per trascorrere vacanze su queste spiagge sereni e rilassati.

venerdì 3 agosto 2018

KING ORA STA BENE. E I SUOI TORTURATORI VANNO IN PRIGIONE



L'incubo adesso è finito ma, per il cane King, un incrocio tra pastore tedesco e podenco canario, trovato abbandonato due ani fa in un barranco di Lanzarote, con una ferita gravissima sicuramente provocata da una o più persone, sull'isola molti tra animalisti o semplici amanti dei cani, erano stati a lungo in grande apprensione perché la sua vita era in pericolo. Poi, dopo le cure, King, grazie anche alla sua giovane età (all'epoca aveva solo un anno e mezzo di vita) era finalmente guarito e aveva potuto a poco a poco ricominciare ad alimentarsi in modo normale ritrovando faticosamente la vitalità perduta. Ora King sembra aver riacquistato la fiducia nella vita, anche se non sappiamo se la ritroverà mai completamente nell'essere umano, dopo la terribile prova che ha dovuto superare. La cosa sicura è che sono stati individuati i due torturatori di King e il processo che si è svolto recentemente e li ha visti imputati di gravi maltrattamenti a un animale ha decretato che finiscano direttamente in prigione. Davvero un esempio di civiltà che, per esempio, in Italia non è stato ancora dato, mentre sarebbe opportuno che si facesse molto di più in difesa degli animali indifesi.
Ma ripercorriamo i fatti. King era stato trovato moribondo il 28 febbraio 2016 con una gravissima ferita al capo, presumibilmente inferta mediante una specie di grande punteruolo (fatto di legno, come un bastone appuntito, si è scoperto poi) nella zona del Volcán de la Corona, nel municipio di Haría. Una coppia che portava a spasso i propri cani nei pressi aveva notato come due uomini avevano colpito l'animale e aveva immediatamente avvertito la Polizia locale dell'accaduto. Gli agenti avevano trasportato il povero animale agonizzante nel rifugio dell'associazione animalista Sara, ad Arrecife, dove avrebbero potuto sottoporlo alle cure del caso. Nei giorni successivi la testimonianza della coppia e la descrizione accurata dei due uomini, molto simili tra loro fisicamente, aveva portato all'individuazione dei responsabili del barbaro ferimento. Sono i fratelli Sergio Manuel e Alberto Hernández Santos, successivamente rei confessi e lo scorso 22 marzo dichiarati ufficialmente colpevoli di  grave maltrattamento a King dalla Fiscalía di Arrecife. La pena richiesta inizialmente, di 1 anno di prigione, alla fine dai giudici è stata tramutata in 3 mesi e 1 giorno di detenzione più 1 anno e 1 giorno di sospensione della loro attività di commercio di animali. E adesso saranno finalmente rinchiusi in prigione. «La doppia condanna dei due maltrattatori rappresenta solo una piccola vittoria» dice Obelesa Hernández, esponente della giunta direttiva dell'associazione Sara che si è occupata fin dall'inizio di salvare King. «Si tratta in realtà di una condanna “agrodolce”, perché avremmo preferito che la pena fosse maggiore, ma è già importante che il caso sia arrivato all'attenzione dei giudici». Anche la veterinaria Diana Ródenas, che ha curato l'animale e lo ha salvato da morte certa quando è stato per vari giorni in coma, ritiene la pena insufficiente e si dice solo parzialmente soddisfatta. «È sempre difficile che un simile caso arrivi in giudizio, e almeno questo siamo riusciti a ottenerlo» riconosce comunque.
Decisamente insoddisfatta è invece Yéssica Betancort, figlia di Maria del Mar Rodríguez, la donna proprietaria del cane. «La condanna è davvero poca cosa per tutto il male che quei due hanno fatto a King e non mi sembra affatto giusta» afferma. «Dopo tre mesi e un giorno di prigione e un anno e un giorno di proibizione della loro attività con gli animali, chi ci dice che non potrebbero anche tornare a far loro del male?»
La triste vicenda di King, per fortuna a lieto fine, aveva avuto grande risonanza nei social qui alle Canarie. Grazie a loro capillare intervento era nato il movimento in difesa di King “Aiuda a King!” e favorevole a un'esemplare punizione dei due fratelli colpevoli della barbara azione. Migliaia di persone avevano seguito giorno dopo giorno il lento percorso di recupero del povero cane e tirato un sospiro di sollievo nell'apprendere che finalmente era uscito dal coma e stava riacquistando a poco a poco salute ed energia. E adesso non sono pochi quelli che definiscono un miracolo il fatto che possa di nuovo correre e giocare come tutti i suoi simili più fortunati, avendo superato una fase drammatica della sua vita, come testimoniano inequivocabilmente le foto qui riprodotte.


                                           



martedì 24 luglio 2018

NASCERÀ PRESTO IL PICCOLO DI MORGAN, ORCA DEL LORO PARQUE A TENERIFE


Non potrebbe procedere meglio la gravidanza di Morgan, l'orca ospite del Parco acquatico Loro Parque di Puerto de la Cruz (Santa Cruz de Tenerife). Lo assicura Geraldine Lacave, veterinaria belga specialista in mammiferi marini e consulente del Parco. Tutto ciò grazie a uno speciale ecografo con il quale, al massimo ogni due giorni, si esamina la crescita nel suo grembo del piccolo che nascerà al massimo a settembre. Sarebbe utile stabilire con la massima precisione possibile la data della nascita, ma non è così semplice farlo perché, pur conoscendo alcuni indicatori di massima, in generale si ha poca esperienza riguardo ai parti di questi animali. Per tale motivo, al Parco controllano regolarmente la temperatura corporea di Morgan, perché si sa che questa si abbassa circa 24 ore prima che il cucciolo nasca. Inoltre misurano la circonferenza di varie arti del suo corpo, perché è prevedibile che a partire da alcune settimane prima del parto questo possa crescere considerevolmente; aggiornano una scheda in cui registrano il suo modo di nuotare, la sua frequenza respiratoria, la sua relazione con gli altri animali e così via; infine, calcolano la distanza tra le pieghe mammarie, che sarà prevedibilmente maggiore negli ultimi giorni di gravidanza…





Jorge Soares, il direttore veterinario del Loro Parque sottolinea che c'è una certa emozione nel gruppo di colleghi che dirige perché, trattandosi della prima esperienza non solo per tutti loro, ma anche per la mamma orca stessa, non si sa bene che cosa accadrà nei momenti precedenti il parto. Proprio per questo, i veterinari si stanno preparando scrupolosamente, giorno dopo giorno, per essere pronti a far fronte a qualunque evenienza. In questo senso, la dottoressa Lacave spiega che è stato preparato un protocollo speciale, da attuare nel caso in cui la nascita presenti qualche problema. Sebbene, precisa la veterinaria, «sia molto probabile che tutto avvenga al meglio, che il bebè nasca, affiori in superficie, respiri e infine vada a nuotare tranquillamente accanto alla madre», potrebbe anche essere che mamma e bebè possano aver bisogno di un qualche tipo di aiuto. Ma tutto è previsto, anche l'eventualità di un qualche tipo di medicazione piuttosto che l'utilizzo di un latte speciale per il piccolo. Inoltre, all'approssimarsi del giorno della nascita, si attiverà un servizio di guardia H 24, che si aggiungerà alla vigilanza di sicurezza che abitualmente opera nella vasca dei cetacei in cui è ospite Morgan. «Gli addestratori vivono con questi animali quotidianamente, e quindi possono cogliere anche il minimo cambiamento nel modo di comportarsi di Morgan, anche meglio dei veterinari» aggiunge Lacave.
Come non bastasse, il Loro Parque sta mettendo a punto un'applicazione per tablet che consentirà di registrare, analizzare e condividere in tempo reale tutti i dati raccolti nel corso delle osservazioni con il personale veterinario e con tutti i consulenti esterni. Soares e Lacave spiegano che i cetacei neonati hanno un sistema immunitario molto debole, dato che ricevono l'immunità attraverso il colostro e il latte materno (immunità passiva) durante un breve spazio di tempo, di circa un mese, e in seguito cominciano a conquistare progressivamente una propria immunità, fino a raggiungere quella di un cetaceo adulto nel giro di un anno. Da qui, la delicatezza di questa prima fase, durante la quale anche una piccola ferita o infezione del neonato potrebbe  presentare molti rischi, come si deduce per lo meno dall'esperienza veterinaria sui delfini, sulla cui salute si conosce molto di più. A tal proposito, questa nascita rappresenterà anche un'esperienza straordinaria per i veterinari del Loro Parque nell'apprendere elementi importanti della riproduzione di un'orca e della nascita di un suo piccolo. Tanto più che si tratta di un'esperienza davvero unica, dal momento che le popolazioni di orca che solcano le acque dell'Ovest Pacifico sono sterili da alcuni anni a causa della concentrazione di inquinanti chimici che vi sono presenti.
Al Loro Parque, dove la notizia della gravidanza di Morgan alla fine dell'anno scorso ha suscitato grande entusiasmo, tut
ti aspettano con ansia la nascita del suo piccolo. «Speriamo proprio che in settembre possiamo avere con noi una nuova orca in piena salute e una madre come Morgan superfelice» si augura il dottor Soares.

RISCO CAÍDO (GRAN CANARIA) PRESTO, FORSE, NEL PATRIMONIO MONDIALE UNESCO


Gli studi archeologici hanno dimostrato con certezza, attraverso i test con il carbonio 14, che i sedimenti alle pareti della grotta C 6 del sito denominato Risco Caído, sull'isola di Gran Canaria, risalgono al XIII-XIV° secolo. La grotta si trova all'interno di un insediamento ubicato in una zona paesaggistica spettacolare, con una varietà biologica autoctona, ricca di vestigia paleontologiche e grande importanza astronomica, simbolica e cerimoniale, inserita nel contesto archeologico dell'isola. In concreto, la grotta «costituisce un marcatore di solstizio ed equinozio estremamente complesso e singole nel suo concetto e nella sua costruzione», come afferma nel suo sito internet il Cabildo de Gran Canaria.
La grotta era abbandonata quando fu riscoperta nel 1996 dall'archeologo e direttore scientifico del “Progetto Risco Caído”, Julio Cuenca, che cominciò i lavori di ricerca in un fossato utilizzato fino ad allora per conservare la paglia. «Ci rendemmo conto che non si trattava di una grotta comune, perché appariva come scavata e dotata di una cupola perfetta, di un lucernario perforato che non fungeva evidentemente da punto di areazione perché, in base alla sua orientazione non perpendicolare, ma obliqua, si è poi rivelata capace di far filtrare i raggi del sole durante il solstizio e l'equinozio, e inoltre quelli della luna piena», spiega José de León, archeologo e professore di Storia all'Università di La Palmas de Gran Canaria (ULPGC).
Non solo le grotte del sito, ma anche tutto il paesaggio attorno, con la serie di antichissimi santuari già conosciuti in precedenza, hanno rafforzato l'idea che si trattasse già dall'origine di spazi sacri, come lo sono anche le montagne tutte attorno, consacrate dagli antichi canari. E che le grotte e i santuari dell'antichità siano diventati in epoca più recente un osservatorio astronomico molto importante, e che da questi, e fino ai tempi recenti, sia sopravvissuta tutta una serie di elementi culturali che derivano dall'antica popolazione aborigena canaria.
Per questo motivo il Cabildo de Gran Canaria ha proposto ufficialmente che Risco Caído sia inserito nel Patrimonio Mondiale dell'Unesco.

lunedì 16 luglio 2018

TI PIACCIONO LE SPIAGGE NATURISTE? ECCO LE SETTE MIGLIORI DI GRAN CANARIA

Le Canarie capeggiano il ranking di spiagge dedicate al naturismo in Spagna. Nel solo Sud  e Sud-Ovest di Gran Canaria si concentra il maggior numero di zone in cui è permesso, riconosciute dalla Federación Española de Naturismo. Eccole.

Playa del Inglés e Playa de Maspalomas
Con un'estensione di 2.700 m di lunghezza e 50 m di larghezza, sono due spiagge di sabbia fine e rossastra (in basso, con le caratteristiche dune). Qui le onde sono di dimensioni e forza moderate e sono presenti dei soccorritori per i bagnanti. Magnolias Natura, l'unico resort interamente naturista dell'isola, si trova nelle vicinanze di questa spiaggia, nel Campo Internacional di Maspalomas.


Playa de las Mujeres
Nel prolungamento del Paseo de Maspalomas, s'incontra questa spiaggia (in basso). È lunga 520 m e larga 25. Ha una sabbia più scura, vulcanica, con presenza di pietre. È abbastanza protetta dalle onde, ma non dispone di soccorritori.


Playa Montaña de Arena
È una spiaggia selvaggia (in basso), più lontana dalle urbanizzazioni turistiche, di 250 m di lunghezza e 60 m di larghezza. Ha sabbia scura e assenza di soccorritori e di servizi nella costa retrostante, per cui è necessario portare con sé tutto ciò che potrebbe servire. Grazie alla sua orientazione verso Sud-Ovest, vi si possono osservare straordinari tramonti.



Playa de Veneguera
Nella località di Mogán s'incontra questa spiaggia lunga 370 metri e larga 35, con acque abbastanza tranquille, ma soprattutto limpide e adatte al nuoto (qui sotto). Il terreno è, però, pietroso e non sono presenti soccorritori.



Playa de Tasartico
Nella Aldea de San Nicolás, questa spiaggia isolata è lunga 465 m e larga 20 (foto sotto). La linea di costa poco frequentata, ma davvero suggestiva, è formata da rocce e pietrisco, e non ha presenza di soccorritori. Vi si arriva da una lunghissima e tortuosa strada che percorre il Barranco de Tarastico e passa accanto all'omonimo campeggio.



Playa de Güi-Güi
Quella nella foto in basso è probabilmente la spiaggia più selvaggia e di difficile accesso di tutta l'isola. Lunga 360 m e larga 25, ha una sabbia fine e scura, è una località paradisiaca, ma si consiglia di recarvisi quando non imperversa il calore, dal momento che il sentiero per arrivarci non è facilmente percorribile. Si raccomandano calzature robuste e buone scorte d'acqua.






IL MODELLO E ATTORE JON KORTAJARENA MOSTRA LA SUA CASA DI LANZAROTE



Alterna brillantemente le attività di modello e di attore, ed è il personaggio emergente in questo momento in Spagna, osannato dalle ragazzine (d'ogni età) e non solo… Jon Kortajarena colpisce per il suo viso emaciato e sexy al punto giusto e per il suo corpo scultoreo, oggetto del desiderio in tutta la terra iberica isole comprese, tanto da essere scelto come testimonial di una strafamosa (anche in Italia) marca di gelati. Recentemente Jon ha partecipato a Madrid a una grande festa organizzata in suo onore dal famoso brend per augurargli il benvenuto e… brindare all'estate e ai nuovi introiti finanziari che sicuramente il suo personaggio consentirà. Jon ama le donne, ma ha anche una particolare predilezione per l'isola di Lanzarote, di cui si è innamorato la prima volta che vi ha soggiornato da bambino e dove da poco possiede una casa stupenda, realizzata grazie a un celebre architetto che si ispira ai geniali lavori di César Manrique, l'artista poliedrico nativo di Lanzarote che grazie alle sue realizzazione pittoriche e architettoniche ha reso celebre l'isola canaria in tutto il mondo. Questa casa è il rifugio segreto di Jon che qui, lontano dalla vita frenetica di città come Madrid, Londra o New York, si sente perfettamente a proprio agio  e in piena libertà. A volte, poi, Jon   la trasforma in luogo accogliente e conviviale per i suoi amici ma, soprattutto, dolce alcova per i suoi romantici incontri. Nel video la mostra con orgoglio, e con sapiente malizia, ai suoi ammiratori e non solo.
Molti conoscono Jon come modello che ha lavorato per grandi Case di moda come Clavin Klein o Gianni Versace, ma in Spagna il successo presso il grande pubblico è arrivato in qualità di interprete della serie televisiva La Verdad trasmessa da Telecinco, che, ammette, gli ha permesso di scoprire in sé un nuovo talento che intende continuare a coltivare e perfezionare. E allora, in bocca al lupo, Jon!

                   
                   

mercoledì 31 gennaio 2018

TORMENTE DI NEVE, STRADE GHIACCIATE… È VERO INVERNO ANCHE ALLE CANARIE


Due immagini delle alte quote (“las cumbres”)
di Gran Canaria sotto la neve. In basso, spruzzate di bianco
anche sull'isola di Lanzarote.

Neve, grandine, vento freddo, strade ghiacciate. Tutto normale alle latitudini europee durante la stagione invernale. Ma quest'anno la tormenta si è spinta un po' troppo a basse latitudini, fino alle Canarie, soprattutto quelle più occidentali, le “isole dell'eterna primavera” che in questi giorni sono investite, appunto, da un'ondata di maltempo che non si registrava da decenni. Sembrerebbe di trovarsi sulle Alpi o sui Pirenei, invece che sulle vette più alte di Gran Canaria. Ma anche certe zone di  Lanzarote sono rivestite da strati di neve e ghiaccio che creano scorci di paesaggio del tutto inconsueti. Per i grancanari lo spettacolo è assicurato, e infatti la compagnia di autobus locali ha organizzato viaggi gratis per tutti coloro che volessero ammirare lo strano paesaggio che si è venuto a creare alle alte quote. C'è anche chi è arrivato lì attrezzato con slittini e sci (comparsi da chissà dove, visto che qui assolutamente non si usano!) chi invece (si tratta soprattutto di donne alle ultime settimane di gravidanza, bambini e anziani) per problemi di sicurezza è stato evacuato dai paesini più sperduti. Per non parlare dei problemi di circolazione su ruote, perché qui nessuno o quasi è attrezzato con gomme invernali e catene. Perfino a Santa Cruz de Tenerife e a Las Palmas de Gran Canaria ci sono state bombe d'acqua che hanno creato non pochi problemi ai cittadini. Tutta colpa di una perturbazione che dall'Europa settentrionale si è spinta fin quaggiù come un'ospite non del tutto gradita. Creando un parapiglia che a qualcuno procura problemi, mentre diverte altri. Ma di certo qui molti storcono il naso e paventano improbabili cambi di clima che potrebbero stravolgere l'ecosistema delle isole. Niente paura, però, gli esperti confermano che si tratta di una situazione del tutto eccezionale dovuta a una serie di coincidenze meteorologiche. Per la fine della settimana i servizi meteo prevedono che la situazione migliorerà notevolmente fino a tornare alla normalità e che le temperature risaliranno rapidamente. Già nelle prossime ore le nevicate potrebbero verificarsi a quote un po' più alte rispetto a quelle dei giorni scorsi. E a quelle più basse potrebbero tramutarsi in una pioggia meno minacciosa, che così scioglierà inevitabilmente le tracce di questo stranissimo inverno alle Canarie.

                                      

martedì 16 gennaio 2018

LANZAROTE, ARIDA MA FERTILE GRAZIE ALLE CENERI VULCANICHE


Recentemente, alcuni scienziati del Dipartimento di Scienze della Terra del'Università di Upsala, in Svezia, e dell'Instituto de Estudios Ambientales y Recursos Naturales de la Universidad de Las Palmas de Gran Canaria, hanno pubblicato sulla rivista Geology Today una ricostruzione di come cambiò (in meglio) il destino di Lanzarote l'eruzione più lunga avvenuta in Europa in tempi storici, della durata di 2056 giorni. I vulcani multipli che si aprirono in quei sei, terribili anni per gli isolani, vomitarono fino a 5 km cubici di materiale incandescente che seppellirono 26 villaggi e molti dei suoi migliori campi da coltivazione. E nel 173,  centinaia di abitanti dell'isola furono costretti a emigrare, non intravvedendo un futuro per sé nella propria terra natale.
Tuttavia, appena quattro decadi sopo, Lanzarote aveva il doppio della popolazione (passò infatti dai 5 mila abitanti del 1730 ai 10 mila del 1768), e si piantarono per la prima volta vigneti di un'uva proveniente dalla Grecia che le avrebbe procurato un prodotto di fama mondiale: la Malvasia.
Gli scienziati autori dell'articolo, tra i quali Juan Carlos Carracedo, da quarant'anni uno dei vulcanologi di riferimento nelle Canarie, ricordano che Lanzarote deve molto all'eruzione di Timanfaya (una località di Lanzarote particolarmente colpita) ai fini di questa importante rivoluzione in campo agricolo che finì col sostitire l'economia dell'isola fino al secolo XX.
La storia di quel che accadde ha quasi del miracoloso. Una delle versioni più diffuse, la stessa che riporta l'articolo di Geology Today, riferisce che il vescovo inviato dalla Corona a Lanzarote per valutare i danni provocati dall'eruzione, Manuel Dávila y Cárdenas, si accorse che, nei campi in cui lo strato di scorie che ricopriva la terra era sottile, le piante non solo non erano morte, ma anzi crescevano con maggior vigore e si riproducevano più facilmente.
Altri storici, pur non negando la perspicacia del vescovo, sostengono però che ci sono testimonianze circa l'uso anteriore all'eruzione, da parte degli agricoltori dell'isola, di una tecnica che poi si estese alle altre Isole Canarie e alle zone della conquista Hispanoamericana, detta enarenado. Consisteva nel coprire il terreno da coltivazione di un sottile strato di lapilli e cenere (el picón).
Gli autori dell'articolo citato sottolineano come, senza alcun rischio, los enarenadores moltiplicarono le vendemmie in un'isola dalla quantità di pioggia simile a quella del deserto del Sahara (i suoi campi ne ricevono una media di 150 l/m2 all'anno) proprio grazie alle particolari proprietà dei materiali vulcanici, che assorbono l'umidità dall'aria e la cedono lentamente, a poco a poco, alla terra coltivata. Inoltre proteggono il terreno dai raggi del sole e dall'evaporazione e, grazie alle colonie di microrganismi che proliferano nel picón, le conferiscono in modo appropriato nutrienti senza dover utilizzare fertilizzanti chimici.
Gli scienziati svedesi e grancanari auspicano che si possa esportare su vasta scala questa tecnica, utile per incentivare alcune coltivazioni in altri luoghi del mondo aridi come Lanzarote, che grazie alle scorie vulcaniche  (del resto già imitate da vari prodotti da giardinaggio), potrebbero diventare fertili per migliaia di anni.
«In un pianeta sul quale la temperatura si eleva lentamente ma progressivamente, e si notano cambi importanti nei regimi di pioggia e l'esaurimento di molte riserve d'acqua sotterranea in zone già aride del pianeta, sarà una sfida sempre più importate coltivare sufficiente cibo per alimentare la popolazione» fanno osservare. «Perciò potrebbe rappresentare un grande aiuto applicare tecniche in grado di ridurre la necessità di irrigare come l'enarenado con materiali simili al picón».

lunedì 15 gennaio 2018

ISABEL PANTOJA, TRIONFO DI PUBBLICO SEGUITO DA UNA TRAGEDIA PER UNA SUA AMMIRATRICE


Isabel Pantoja al Gran Canaria
Arena di Las Palmas alcune sere fa. In basso, la cantante
grancanaria Rosa Delia Nuez, detta “La Pantoja de Canarias”,
che non ha retto all'intensa emozione nell'assistere
 allo spettacolo del proprio idolo e ha subìto un arresto
 cardiocircolatorio risultatole fatale. Infine, la corona
di fiori inviata da Isabel Pantoja per il suo funerale.   

L'esibizione della cantante sevillana Isabel Pantoja nel Gran Canaria Arena, davanti a quasi 6 mila ammiratori in delirio, è stata un vero trionfo. Pantoja è tornata a esibirsi qui a Gran Canaria dopo un'assenza di sette lunghi anni in cui ha attraversato momenti davvero difficili, compresa la detenzione in prigione in seguito all'accusa di evasione fiscale. Quando è apparsa sul palcoscenico con indosso un abito coloro rosso shocking, l'emozione è dilagata tra gli astanti che, incuranti della crisi economica e anche del freddo notturno, immediatamente sono stati soggiogati dalla straordinaria personalità e dalla voce incredibile e unica di questa grande artista. Dopo un interminabile applauso che è scrosciato ancor prima che potesse aprire bocca, finalmente Pantoja ha potuto iniziare a ripercorrere i suoi più grandi successi, forte di un suono perfetto, di una magnifica orchestra composta da 55 musicisti più 16 coristi, e di due enormi schermi laterali, messi apposta lì per fare in modo che il pubblico non perdesse neppure il minimo dettaglio dei gesti carismatici e delle intense espressioni del viso della cantante sevillana.
La sua voce è apparsa perfettamente intatta mentre intonava i suoi più grandi successi, da Abrazame muy fuerte a Dímelo, da Buenos días tristeza a Amor eterno, da Tén compasión de mi a Te lo pido por favor, dedicata a sua madre, in un crescendo di grandi emozioni da parte del pubblico che, ormai quasi ebbro, chiedeva sempre più all'artista).
Non sono mancati anche motivi tipici sevillani e canari, in un'apoteosi che ha portato al trionfo finale la Pantoja, immobile sul palco nel suo vestito rosso shocking e osannata come una dea. L'emozione è rimasta palpabile fino alla fine, ma purtroppo è stata funestata dalla notizia, annunciata dalla stessa Pantoja nel finale del concerto, che una cantante locale, Rosa Delia Nuez, 58 anni, di Agaete, conosciuta come la Pantoja de Canarias e in passato ospite di vari programmi televisivi locali, che aveva fatto di tutto per conquistarsi un ingresso al memorabile spettacolo del proprio idolo ed era eccitatissima per la possibilità di assistervi, non ha retto all'emozione e ha subìto un arresto cardio-respiratorio che, nonostante il pronto intervento dei soccorsi sanitari, le è risultato fatale. Isabel Pantoja, che ha appreso appunto la notizia solo nella parte finale del concerto, ha voluto dedicare a Rosa Delia la canzone Canarias, Canarias, e inoltre ha voluto esprimerle la propria gratitudine e il proprio affetto facendo recapitare nel luogo dove è stata composta la sua salma una grande corona di fiori con scritto sopra il proprio nome.  


LAS PALMAS DE GRAN CANARIA, META IDEALE PER TRASCORRERE IL MESE DI GENNAIO


Nel suo primo articolo pubblicato in questo nuovo anno, il portale Expreso - Diario de viajes y turismo include Las Palmas de Gran Canaria tra le 12 destinazioni che definisce perfette per un viaggio in Spagna. Una rassegna nella quale questa pubblicazione di riferimento per i professionisti del turismo suggerisce un luogo diverso ogni mese dell'anno e che inizia, appunto, con la capitale grancanaria come destinazione raccomandata per Gennaio.
«Quest'anno ti suggeriamo di cominciare con una visita a Las Palmas, seducente e cosmopolita capitale dell'isola di Gran Canaria, dotata di un clima invidiabile anche in pieno inverno» indica appunto Expreso, che inoltre sottolinea come «da a partire questa città, che è molto ben collegata, puoi arricchire il tuo viaggio visitando altre isole dell'arcipelago Canarie, un ottimo progetto per poi tornare alla routine quotidiana completamente rilassato».
Expreso correda il suo reportage su Las Palmas de Gran Canaria con un'immagine della sua bellissima spiaggia di Las Canteras, cui ha già dedicato altri articoli precedenti definendola “uno dei lidi più raccomandati in tutto il territorio nazionale, anche come meta per una vacanza prettamente familiare”.
Le altre destinazioni spagnole indicate da Expreso in questa hit parade di dodici località ideali per il 2018 sono Orense, Málaga, Cantabria, Tarragona, Ferrol, Palencia, Huelva, Valladolid, la costa Tropical di Granada, Valencia e Melilla.