Una recente tromba marina nel mare di fronte a un'isola dell'arcipelago canario. |
«In queste isole vengono chiamati, a seconda dei casi, trombe d'aria o trombe marine e, anche se sono relativamente abituali, tuttavia sono sempre molto deboli» assicura Oscar García, direttore della Agencia Estatal de Meteorología (Aemet) alle Canarie. Le trombe marine o tornadi marini sono associati ai fronti e alle perturbazioni che colpiscono l'arcipelago durante la primavera e l'autunno e sono, in pratica, colonne d'aria in rotazione rapida che toccano la massa dell'acqua salata da un lato e determinano un grande vortice d'aria nello strato di nubi dall'altro. Normalmente non sono molto intensi come quelli che normalmente si abbattono sulla terraferma e non durano che una decina di minuti al massimo. Alle Canarie la media delle trombe marine è di circa cinque all'anno, secondo uno studio realizzato dai metereologi del centro Metereologico di Santa Cruz de Tenerife. Ma in compenso non è stato registrato nessun tornado sulla terraferma.
«La formazione di un tornado richiede convezioni notevoli, ossia rimescolamenti di grandi masse d'aria calda e fredda nell'atmosfera, che alle Canarie, dove non esiste un clima estremo, si verificano molto raramente mentre invece si verificano sulle grandi pianure degli Stati Uniti dove, in determinati periodi dell'anno, si mescolano enormi masse d'aria secca, calda e fredda assieme generando un'incredibile energia» aggiunge García.
Il responsabile dell'Aemet afferma che però alle isole si sono avute “supercellule convettive” come quella che ha provocato la burrasca del 31 marzo 2002 a Santa Cruz de Tenerife, con una media di 320 litri all'ora per metro quadrato di precipitazioni piovose, o la tempesta tropicale Delta del Novembre 2005, con venti di oltre 200 km all'ora.