giovedì 26 dicembre 2013

LUNA DI MIELE ALLE CANARIE PER CHRISTIAN E ANASTASIA, I PROTAGONISTI DEL FILM “50 SFUMATURE DI GRIGIO”

Jamie Dornan e Dakota Johson, gli attori protagonisti
di 50 sfumature di grigio, il primo dei film che verranno
tratti dalla famosa trilogia di romanzi che in tutto il mondo
finora ha venduto 70 milioni di copie.
Sotto, altre foto di Jamie Dornan e Dakota Johnson. 




50 sfumature di grigio è il primo dei romanzi della la trilogia hard più famosa del momento, di cui tutti parlano, caratterizzata da scene di un erotismo spinto ed esplicito, da pratiche sessuali sadomasochistiche. Scritta da E. L. James, in tutto il mondo finora ha venduto 70 milioni di copie, ed ecco la scelta, a questo punto obbligata, di farne tre film, la cui sceneggiatura è curata dalla stessa autrice del romanzo. Protagonisti della versione cinematografica del primo episodio, intitolato appunto 50 sfumature di grigio, sono Jamie Dornan, affascinante attore e modello irlandese di 31 anni straripante di virilità che impersona Christian Grey, seduttore irresistibile, e Dakota Johnson, 24 anni, modella e attrice dalla bellezza provocante, figlia di Don Johnson e Melanie Griffith, nei panni del personaggio di Anastasia Steele. Risale a poche settimane fa il primo ciak, battuto in un bar di Vancouver, quando si è girata una scena in cui si vedono solo i due protagonisti, e già si sa che prossimamente la troupe, diretta dalla regista inglese S. Taylor Johnson si trasferirà in Spagna (dove tra l'altro Jamie Dornan alias Christian Grey incontrerà una sua ex moglie, personaggio per il quale si ricerca un'attrice spagnola) e alle Canarie per girare altre scene in cui Christian e Anastasia trascorrono un'indimenticabile luna di miele in luoghi dal fascino speciale.
Nella scena girata al bar, Jamie, bellissimo, sensuale, vestito con un completo grigio, gilet e gemelli, arriva al tavolo portando un vassoio con due tazzine di caffè. Lei, look molto naturale, capelli color castano con riflessi chiari, giacca aderente, sciarpa a pois, lo guarda sconvolta da tanta bellezza e sensualità, e sente già di essere… sua.
I produttori fanno sapere che 50 sfumature di grigio uscirà in due versioni: una decisamente hard, fedele alla trilogia alla quale si ispira, e una più sobria. Pare abbiano voluto permettere agli spettatori di scegliere l'una o l'altra, a seconda della propria sensibilità o per meglio dire… morbosità. E l'uscita del primo film è prevista per il 13 febbraio 2015, vigilia di San Valentino.
Altri interpreti di 50 sfumature di grigio sono Eloise Mumford (Kate Kavanagh, la migliore amica di Anastasia), Victor Rasuk (José, grande amico di Anastasia e rivale di Christian), Jennifer Ehle (la mamma della protagonista), Max Martini (impersona il guardaspalle del protagonista), Jason Taylor e Marcia Gay Harden (la madre di Christian).
E poiché anche al cinema verrà seguito lo schema della trilogia scritta, a questo primo film seguiranno negli anni 50 sfumature di nero e 50 sfumature di rosso.  

lunedì 23 dicembre 2013

IL GUANCHE DEGLI ANTICHI ABORIGENI CANARI PREISPANICI TORNERÀ A ESSERE PARLATO?

La raffigurazione di una coppia di Guanches delle
Isole Canarie tratta da un libro del XV secolo.
Il guanche, la lingua di origine berbera che parlavano gli aborigeni delle Canarie prima della conquista spagnola del secolo XIV, è ormai morta però, se lo volessero, le popolazioni e le amministrazioni locali canarie potrebbero tornare a usarla sei secoli dopo la sua caduta in disuso.
«Probabilmente una variante del amazige, il guanche che si parlava appunto alle Canarie sparì gradualmente dopo l'arrivo degli spagnoli su queste isole, proprio come accadde in America latina con gli idiomi indigeni» spiega Mohand Timaltine, professore specialista in lingua berbera dell'Università di Cádiz. «Il supposto sterminio della popolazione autoctona, il fatto che parlava il guanche una popolazione frammentata tra le varie isole e la forza di una lingua scritta, lo spagnolo, contribuirono alla sparizione dell'idioma locale, fondamentalmente orale. Ma non è automatico che si tratti di una lingua morta per sempre. Ne abbiamo un esempio significativo nel maltese, una lingua sparita a Malta nel secolo XVI e recuperata negli Anni Sessanta del secolo scorso, che oggi è una delle lingue ufficiali dell'Unione europea. La stessa cosa avvenne con l'ebraico, una lingua che tutti consideravano analogamente ormai morta, ma che in tempi più recenti è stata recuperata per essere parlata in Israele, e ora in quel Paese è lingua ufficiale. Certo, la realtà alle Canarie è ben diversa e, per il momento, né nelle sue università pubbliche né nelle sue scuole si insegna il berbero, al contrario di ciò che avviene in Cataluña, dove dal 2005 si sperimenta il suo insegnamento in alcune scuole pubbliche, con la presenza importante di allievi di origine nordafricana. È quanto meno singolare che nelle Canarie, dove in origine si parlava appunto una lingua simile al berbero, non ci sia interesse a imparare questa lingua che accomuna quelle parlate in Paesi tanto differenti come Egitto, Tunisia, Libia, Algeria, Marocco, Mauritania, Mali, Niger e Burkina Faso. Recentemente, però, incomincia a prendere piede l'idea di un'identità propria canaria e alcuni gruppi lottano per liberarsi da quella specie di “cappa di piombo culturale esclusivamente spagnola” che impedisce lo sviluppo di certi aspetti identitari locali e guardano anche verso l'Africa. Del resto, il ruolo della lingua berbera diventa sempre più importante dal momento che è accompagnato da un movimento laico a favore di una diversità linguistica, culturale e religiosa che si oppone all'islamismo».
In Marocco una larga parte della popolazione parla il berbero, dichiarato lingua ufficiale, mentre in Algeria, Mali e Niger questa è la lingua nazionale. In Libia e Algeria sarà lingua ufficiale in poco tempo, secondo il professor Timaltine. Intanto a Melilla già dagli Anni Novanta del secolo scorso alcuni movimenti sociali chiedono che il berbero venga dichiarato lingua locale.

martedì 3 dicembre 2013

A BORDO DEL “VIENTOS DEL SUR”, PICCOLO HOTEL GALLEGGIANTE MA ANCHE VELIERO DISPONIBILE PER OGNI EVENTO

In queste due foto e in basso, Jorge Toledo e Raquel Córdova, che a Lanzarote
accolgono i turisti sul loro “Vientos del Sur”, dotato di due cabine
doppie e di tutte le comodità necessarie per una vacanza diversa ma confortevole. 
Un tempo era un classico veliero, ora è rinato come un piccolo hotel galleggiante, il primo che esista nelle Canarie. L'idea e la realizzazione del progetto si devono agli imprenditori lanzarotegni Jorge Toledo e Raquel Córdova. Lunga 14 metri, l'imbarcazione, denominata “Vientos del Sur”, è stata completamente ristrutturata e dispone di tutte le comodità necessarie per trascorrere una vacanza diversa e confortevole. Si tratta di un Jongert Clipper 44 costruito nel 1971 in un cantiere olandese, ed è fatto di legno con struttura in acciaio. Ha la sua base a Puerto Calero nel municipio di Yaiza (Lanzarote). La storia di questa barca alle Canarie ebbe inizio nel 1975, anno in cui i proprietari di allora, una coppia di sposi americani, in seguito a una tempesta ebbero la sfortuna di andare a incagliarsi sulla Playa Francesa, nell'isola de La Graciosa. Jorge, il nonno dell'attuale proprietario, e Manolo Jordàn soccorsero i passeggeri, che però subito dopo si disfarono del veliero. Così la barca passò nelle mani dei due soccorritori, che decisero di occuparsene. Nel 2006, infine, Jorge Toledo, l'attuale proprietario, si è preso carico del “Vientos del Sur”, che da tempo restava fermo in porto. È bello, elegante e può ospitare comodamente sei persone. Dispone di due cabine doppie, cucina ben attrezzata con forno e frigorifero di grande capacità, bagno con doccia ad acqua calda, sala da pranzo, angolo per pranzare in coperta, solarium, impianto hi fi, biancheria, asciugamani e tutto l'occorrente per il bagno, tutto incluso nel prezzo. Quanto ai prezzi, per ogni notte una coppia spende 85 euro, inclusi prima colazione e pulizia. Per occupare la seconda cabina, una coppia di ulteriori clienti paga 50 euro al giorno. Naturalmente il prezzo di affitto lievita se gli ospiti optano per la mezza pensione o decidono di prendere il mare per una escursione.
Navigare è la grande passione di Jorge Toledo, e non poteva essere che così, dal momento che è nato in una famiglia di lunga tradizione marinara, una passione che del resto condivide con la compagna Raquel.
Jorge ha studiato economia negli Stati Uniti e Raquel, alicantina da soli due anni approdata a Lanzarote, ha lavorato come speaker di radio e televisione e in seguito si è formata nella prestigiosa scuola alberghiera di Malaga per dedicarsi alla ristorazione. Insieme si sono imbarcati in questa avventura con la quale intendono offrire, per usare le loro parole, «un servizio nautico appetibile per residenti e turisti, prima inesistente nelle Canarie, in un settore con domanda sempre maggiore».
“Vientos del Sur” compie anche escursioni private per gruppi fino a dieci persone per tutta l'isola di Lanzarote e inoltre a La Graciosa e alla Isla del Lobos, tra le varie mete; inoltre partecipa a regate ufficiali e offre turismo di avventura con viaggi a Madeira, Agadir e così via. Ma non è tutto. “Vientos del Sur” è a disposizione per eventi di ogni tipo, come matrimoni in alto mare, compleanni, feste di addio al celibato, uscite per ammirare il tramonto e perfino cerimonie… per dare l'ultimo addio a un proprio caro con lo spargimento delle ceneri.
Tutte le informazioni sulle offerte si possono trovare in www.vientosdelsurlanzarote.com
Ultima informazione: “Vientos del Sur” è a disposizione della comunità LGTB e ha assunto anche la denominazione “Gay friendly”.    

martedì 19 novembre 2013

BENVENUTI AL ROQUE BENTAYGA, LUOGO STORICO E SACRO DI GRAN CANARIA









Dal 26 ottobre scorso, il Roque Bentayga, il monolito formatosi quattro milioni di anni fa proprio al centro della Cuenca de Tejeda (Conca di Tejeda, una località di Gran Canaria) è diventato una meta irrinunciabile per chi vuole scoprire le bellezze più caratteristiche e “arcane” dell'isola. Davvero si può dire che i visitatori del Roque Bentayga giungano un po' da tutto il mondo, dalla Nuova Zelanda al Canada, dal Giappone alla Russia,  dall'Italia ai Paesi dell'Europa dell'est. Basta deviare dalla strada che porta ai villaggi di El Chorrillo, La Solana, El Roque o La Higuerilla, e dopo qualche centinaio di metri verso la sinistra della statale GC-671 comincia lo spettacolo straordinario di rupi e faraglioni che ricordano un paesaggio lunare. Giunti al Centro de interpretación, un Centro informazioni diremmo noi, ricavato da una sorta di grotta scavata nell'edificio vulcanico e sul cui “tetto” si può parcheggiare l'auto , si è accolti da una gentile guida che accompagna i turisti in una visita gratuita (così come gratuito è anche l'ingresso al sito), della durata di una mezz'ora, su e giù per i sentieri, le grotte e i tesori a cielo aperto che il Roque Bentayga racchiude (un po' come anche il suo “confratello”, l'ancor più celebre Roque Nublo, poco distante da lui), per far loro ammirare dall'alto lo stupendo panorama di quella che in tempi remoti fu una caldera vulcanica, in seguito sprofondata su se stessa. Il percorso, così come il Centro de interpretación, è stato ripulito e rimesso a nuovo, e inoltre dotato di pannelli esplicativi e anche di diversi appigli sistemanti appositamente nel caso sfortunato in cui, dopo aver ignorato i segnali di avvertimento qualcuno… perda l'equilibrio e finisca diritto sul fondo della Biosfera!
L'affluenza di pubblico naturalmente aumenta durante i week end quando, mescolati ai turisti stranieri, si possono notare anche diversi canari, magari per la prima volta allo scoperta di questa meraviglia della natura, di questo luogo carico di ricordi anche drammatici. Fu qui, a oltre 1400 metri di altitudine, tra rocce e speroni, spaventosi precipizi e fenditure, che si rifugiarono gli abitanti dell'isola durante uno degli ultimi episodi di resistenza nei confronti dei “conquistadores” spagnoli, nell'aprile del 1483. L'assalto agli indigeni era comandato da Pedro de Vera che, nonostante avesse dispiegato molti uomini armati di spada per annientare quelli che chiamò “barbari”, questi, a furia di lanci di tronchi d'alberi, pietre e tutti gli oggetti contundenti che trovarono sul posto riuscirono a decretare la ritirata degli spagnoli, i quali arretrarono dopo aver lasciato a terra otto morti e un buon numero di feriti.
A organizzare quella strenua difesa dall'alto del Bentayga fu un certo Bentejuí. Purtroppo, però, lui e i suoi uomini furono vinti dalla forza spagnola, il 29 aprile di quello stesso anno 1483, nel luogo dove poi fu costruita Santa Lucía de Tirajana. Ma il Roque Bentayga è sempre là, solido e incrollabile, come stesse sempre all'erta per vedere se per caso stiano ritornando quelli che si arresero ai “barbari” e alle sue impervietà, ai suoi picchi e ai suoi precipizi.
Ma il Bentayga non è un ruolo sacro solo per questo. Da secoli era anche il rifugio de los Guanches, gli antichi indigeni canari, che in questo luogo anticamente avevano scavato stanze-grotte in cui vivevano al riparo dalle intemperie e seppellivano i loro morti, come quella chiamata “del Guayre” o “del Rey” (del Re), una delle più spettacolari che esistano a Gran Canaria.
Di ritorno nel Centro de interpretación, si può tranquillamente ripetere questo percorso attraverso cinque secoli grazie a proiezioni in tre dimensioni, una mostra delle famose armi contundenti scagliate dai “barbari” più altre in ferro e acciaio recuperate in altri siti, scritti di storici, una ricostruzione topografica e cartografica dei suoi luoghi più significativi, come appunto la Cueva del Guayre, le decorazioni e incisioni rupestri e un muro di fortificazione, lungo molti metri, ultimo bastione del Roque Bentayga, come tanti altri monumenti tanto spettacolare quanto sacro.

venerdì 15 novembre 2013

L'ARCIPELAGO DI CHINIJO, ACCANTO A LANZAROTE, DELIZIA PER GLI OCCHI E PARADISO PER CHI AMA LE IMMERSIONI SUBACQUEE

Un'isola, quattro isolotti e 70.700 ettari di mare: ecco l'arcipelago Chinijo. Quasi “dimenticato” nella parte orientale delle Canarie, è un luogo dove immergersi tuffarsi vuole dire addentrarsi nella maggiore biodiversità di questa porzione di Oceano Atlantico, con acque chiare e trasparenti e una vita che trae sostentamento delle grandi quantità di nutrienti trasportati dalle abbondanti correnti marine.
Un passaggio attraverso le rocce di Famara, al nord di Lanzarote, è sufficiente per scoprire la spettacolare vista della Riserva Marina con l'isola di La Graciosa e gli altri isolotti, la più grande in Europa, quella che conserva sotto le sue acque un vero mosaico di flora e fauna tipiche dei Tropici. I flussi di acqua fredda e ricca di nutrienti che giungono dalla costa africana e la estesa piattaforma della zona fanno dell'arcipelago Chinijo un ambiente marino con fondali poco profondi e acque chiare, ben illuminate, ricche di pesci grandi e specie spettacolari, che sotto i raggi solari mostrano gli splendidi colori fluorescenti. Certi fondali, tuttavia, sono scoscesi come è tipico delle zone vulcaniche e in essi si sono formate spettacolari gallerie e tunnel sottomarini all'interno dei quali la vita sorprende per la sua spontaneità e scattare fotografie diventa un vero piacere.
La Graciosa è l'unico luogo abitato dell'arcipelago Chinijo: appena 500 persone il cui sostentamento principale è la pesca. Gli altri isolotti, Alegranza, Montaña Clara, Roque del Este e Roque del Oeste sono semplicemente eruzioni vulcaniche i cui migliori segreti sono conservati sotto la superficie del mare. Infatti un tunnel sottomarino attraversa da un lato all'altro Roquel del Este e ospita una quantità di specie marine difficilmente apprezzabili in altri luoghi. Aragoste di grande volume, tra cui quella canaria, esclusiva di questi mari, volteggiano tra le pareti dei tunnel, mentre attorno a loro tutti i tipi di pesci convivono nell'habitat marino più vergine delle Canarie. E anche il più selvaggio. Circa 228 diverse specie sottomarine hanno deciso di installarsi in questo luogo nel quale lo stress è bandito. Ma completano il paesaggio sottomarino altre 300 specie di flora marina. Senza dimenticare gli squali. Attraverso l'arcipelago ne viaggiano di tanto in tanto diverse specie, soprattutto esemplari di quella denominata Angel o Angelote, di aspetto mite e che amano cacciare le prede seminascosi
nella sabbia.
Altre attrattive dell'immersione in queste acque sono i resti pietrificati che si conservano da alcuni secoli, indizi di qualche battaglia piratesca, poiché questa era una zona di transito di corsari. Precisamente nell'area nota come El Veril del Ancla, nel braccio di mare tra le Rocce di Famara (Lanzarote) e il Puerto de Caleta de Sebo (La Graciosa), ci si può immergere tra numerose ancore di navi pirata, che con il trascorrere del tempo sono diventate parte del paesaggio sottomarino e rappresentano un rifugio naturale per le tante specie che si sono abituate a vivere al riparo dai tanti pericoli di un luogo così selvaggio.
Nell'arcipelago Chinijo sono almeno una dozzina i punti di immersione a disposizione. Uno di questi, conosciuto con il nome di Los Ojos de Dios (Gli Occhi di Dio) si distingue per la spettacolarità del suo paesaggio sottomarino. L'effetto della luce che penetra attraverso le numerose caverne sommerse presenti in questo luogo, solcate dalle colate di lava, ha dato luogo a questo nome. Ed è difficile vedere una tale ricchezza di vita in altri luoghi.
In corrispondenza della costa di Montaña Clara, a circa quaranta metri di profondità, si possono poi ammirare diverse specie di corallo arancione, probabilmente le uniche in tutte le Canarie, la cui altezza può raggiungere i due metri. Poco distante, il fondale può sprofondare fino a 800 metri, ed è qui che si possono avvistare tonni che possono raggiungere anche i 200 chili di peso.
Nell'isola di Alegranza, poi, una grotta sottomarina alla quale manca la volta nella sua parte terminale forma uno degli scorci più spettacolari che la natura abbia mai creato, e qui l'effetto ottico che determina un branco di barracuda è davvero spettacolare.
Così trascorre la vita nell'arcipelago di Chinijo, il cui mare è il più vergine e selvaggio che si possa ammirare in prossimità del parallelo 28.  

giovedì 10 ottobre 2013

NESTOR “EL BABY”, FESTEGGIATO CON I COMMILITONI AL RIENTRO A GRAN CANARIA DALL'AFGHANISTAN

 
Sopra, i militari di ritorno dalla missione in Afghanistan.
Sotto, Néstor García detto
“El Baby”, accolto dalla mamma Olga. 
                                                 


Ancora Néstor con la madre e, sotto, un gruppo di parenti e amici
accolgono i militari.
                                      
Nei giorni scorsi qualche passeggero in transito nell'aeroporto di Gran Canaria per un attimo ha avuto un brivido di sorpresa e, forse, di timore. Parecchie decine di soldati in tenuta mimetica infatti hanno invaso i corridoi dell'aerostazione lasciando molte persone a bocca aperta. “Perché sono qui, forse sta per scoppiare una guerra?” si è chiesto qualcuno. Poi, però, la festosa accoglienza da parte di parenti e amici, con tanto di cartelli e bandiere spagnole e canarie che ne salutavano l'arrivo, e i flash dei fotografi hanno in qualche modo rassicurato chi ignorava che cosa stava accadendo.
Il “pericolo” è subito svanito: in realtà erano tornati in patria 287 militari della Agrupación Española ASPFOR XXXIII che erano stati inviati in missione in Afghanistan alcuni mesi fa. Tra questi, il giovanissimo Néstor García, classe 1993, che in qualità di fuciliere e tiratore è rimasto in missione per 146 giorni assieme ai suoi commilitoni, con lo scopo di appoggiare i progetti di pacificazione. Conosciuto come “il Polacco” o “El Baby”, appena sbarcato a Gran Canaria ha affermato che sarebbe disposto a rivivere la sua avventura, nonostante gli innegabili momenti di tensione.
Ad accoglierlo all'aeroporto, in particolare, oltre alla fidanzata
c'era la mamma, Olga Ojeda, che in tutto questo periodo ha vissuto in preda all'ansia al solo pensiero che il suo “Baby” potesse trovarsi al centro di qualche azione bellica, e al rivederlo è scoppiata in lacrime. Non “paga” delle tante cartoline piene di parole rassicuranti che riceveva dal figlio, si è tenuta costantemente in contatto con lui via chat, come del resto hanno fatto tante altre madri con i loro figli canari dislocati in Afghanistan.
Néstor, chiamato anche “Il Polacco” per i suoi tratti singolarmente nordici, nonostante l'origine incontestabilmente canaria, preferisce senz'altro questo appellativo a quello di “El Baby”.
«Ha l'aria da ragazzino, ma in realtà è più maturo della sua età» lo giustifica mamma Olga.
Infatti Néstor è nell'esercito già da due anni ed è fiero della sua prima, importante missione.  

GUANARTEME REGGAE, UN SUCCESSO INSPERATO: DAI BAR DI LAS PALMAS DE GRAN CANARIA AL PICCOLO BOOM NELLA RETE

                    



È la storia di un piccolo “miracolo” musicale: una piccola idea che si è fatta via via più grande e ha superato gli angusti confini in cui avrebbe potuto rimanere relegata e ha trovato il successo nella rete. Ed è lo stesso protagonista a raccontarne la storia.
«Tutto è nato per una forma di “magia” che si è materializzata quel giorno di inizio estate del 2013 con Nayaban Jean, cantante senegalese, che tra l'altro non aveva mai cantato in castigliano» racconta Darío Sosa, giovane e valente violinista di Las Palmas de Gran Canaria. «Io e i componenti del mio gruppo di amici musicisti stavamo suonando con i soli strumenti un tema tradizionale a ritmo di reggae, con qualche sonorità celtica, nel “Tiramisù”, un locale che sta nella piazza del Pilar. Non avevamo un cantante ma quel giorno, tra il pubblico davanti a noi, era presente appunto Nayaban Jean. Ci ha ascoltato suonare con attenzione e a un certo punto ci ha chiesto di salire sulla pedana e di poter cantare sulla base musicale improvvisando il testo dapprima in inglese, poi francese e infine in wolof, il suo dialetto, ed è stato un momento incredibile. Ne è uscito un piccolo capolavoro musicale che ha emozionato i presenti e convinto me a prendere la cosa sul serio. Mi sono detto che quel tema musicale avremmo dovuto registrarlo proprio com'era, compresa la voce di Nayaban. Così che ha preso forma definitivamente Guanarteme Reggae, un piccolo, semplice e lieve inno alla vita di quel caratteristico quartiere di Las Palmas de Gran Canaria da cui prende il nome, un luogo in cui sono cresciuto e in qualche maniera “magico”, anche per i tanti profumi, colori, idee, lingue che vi si colgono. È un quartiere multiculturale nel vero senso della parola, assolutamente vivo e coinvolgente. Ecco come, per una forma di fortunate coincidenze, da un'idea nata per gioco sono scaturiti dapprima il disco e poi, soprattutto, il video. Davvero non credevo che avrebbe potuto avere tanto successo. Pensavo che in un mese avrebbe fatto registrare sì e no un migliaio di visite, soprattutto grazie agli amici di Guanarteme. E invece ha raggiunto e superato quella cifra lo stesso giorno in cui l'abbiamo postato su YouTube. Il giorno dopo eravamo già a duemila contatti, e poi è stato un continuo crescendo, tanto che tra poco sfioreremo le ventimila visite. Merito anche delle tante condivisioni “incrociate” tra la mia pagina Facebook, YouTube e i vari blog e siti di altri gruppi musicali che suonano musica anche molto diversa dalla nostra. Perché piace tanto il nostro video? Prima di tutto c'è la musica, ritmata e accattivante, sottolineata dalla voce incredibile di Nabayan Jean, ma poi ci sono le immagini di Guanarteme, con le sue strade e la sua gente, la spiaggia di Las Canteras a Las Palmas de Gran Canaria, i ragazzi che fanno il surf o si raccolgono nei bar in allegria e altre situazioni ancora. Sono immagini piene di vita, che ai giovani piacciono tanto. Ed è questo mix ad aver costruito il nostro successo. Certo, non è stato facile realizzare questo video, che è così complesso, né tantomeno… far cantare in castigliano Nabayan, che parla nella nostra lingua con difficoltà. Ma alla fine i nostri sforzi sono andati a buon fine. E devo riconoscere che Nabayan sa dare a questa canzone un “quid” che nessun altro sarebbe stato capace di dare».
Darío, laureato in ingegneria e violinista provetto, ha studiato al Conservatorio di Las Palmas, poi ha trascorso un periodo a Dublino, dove ha scoperto la musica celtica che l'ha affascinato. Di ritorno a Gran Canaria, ha iniziato la carriera di musicista cercando di fondere vari generi musicali, tra cui appunto la musica celtica, e si è fatto conoscere e apprezzare dal pubblico dell'isola e non solo. 
«Anche se da sola la musica non mi dà da vivere, io continuo a farla perché questo mi rende felice» confessa. «Cerco sempre di fare cose belle e al massimo delle mie possibilità, veramente con il cuore, e mi rendo conto che la gente alla fine apprezza i miei sforzi». 
Adesso Darío si gode l'insperato successo che la rete gli sta decretando e ha deciso di inserire Guanarteme Reggae nel suo prossimo cd, ora in preparazione e presto a disposizione dei suoi fans.   


mercoledì 10 luglio 2013

UNA NUOVA SEGNALETICA PER AMMIRARE MEGLIO LE DUNE DI MASPALOMAS E IMPARARE A RISPETTARE QUESTA RISERVA NATURALE PROTETTA

Sopra, alcune autorità dell'Ayuntamiento di San Bartolomé
de Tirajana consultano la nuova segnaletica.
Sotto, una panoramica delle famose dune di Maspalomas
 (poste nel sud di Gran Canaria).
Negli ultimi tempi i cartelli esplicativi posti nelle immediate vicinanze delle dune e del grande stagno di Maspalomas, ormai deteriorati da sole, vento e sabbia dopo vent'anni dal loro posizionamento, davano un'impronta di trascuratezza a questo posto magico di Gran Canaria. E ora l'Ayuntamiento di San Bartolomé de Tirajana, di cui Maspalomas fa parte, ha finalmente posto rimedio a questa situazione. Nei giorni scorsi ha fatto piazzare in posti strategici 63 cartelli completamenti nuovi nei testi e nelle grafiche. La segnaletica che riguarda questi luoghi è molto importantante: non solo fornisce notizie di carattere generale e cronologico sul luogo, ma avverte soprattutto che ci si trova in presenza di una Riserva naturale protetta, che va appunto rispettata e difesa a dispetto della massiccia presenza di persone che vi transitano ogni giorno in lungo e in largo e, molto spesso, lasciano sul suolo anche rifiuti come bottiglie di plastica e lattine (ma anche preservativi!) che per l'Amministrazione locale non è sempre facile raccogliere e smaltire con prontezza, con il rischio che rimangano sepolte e ammassate nella sabbia causando un danno incalcolabile a questo ambiente. I cartelli, dunque, contengono anche inviti a rispettare la raccolta dei rifiuti dopo aver soggiornato tra le dune. Basta davvero
 un piccolo gesto di buona volontà da parte di ciascuno per dare il proprio contributo alla difesa di questa preziosa Riserva.

LE CANARIE VISTE ATTRAVERSO LO SGUARDO DEGLI SPORTIVI: UN VERO SPETTACOLO




CALDO E SABBIA DEL SAHARA IN SOSPENSIONE NELL'ARIA: È LA PRIMA "CALIMA” DELLA STAGIONE A GRAN CANARIA

Sopra, una panoramica di Las Palmas de Gran Canaria avvolta nella calima.
Sotto, alcuni ragazzi si rinfrescano
nella piscina di un hotel della zona centrale dell'isola.
La cattedrale e tutta la città di Las Palmas de Gran Canaria avvolte nella nebbiolina giallastra (dovuta alla sabbia in sospensione arrivata fin qui dal Sahara) e un'ondata di caldo inconsueto per queste parti. È la prima “calima” di questa estate 2013, che conferisce alle isole, soprattutto quelle più orientali e quindi più vicine alla costa africana come lo è appunto Gran Canaria, un'atmosfera particolare, qualche volta inquietante. Soprattutto quando d'improvviso, come qualche volta accade, comincia a soffiare anche lo scirocco, che può far salire le temperature in pochissimi minuti fino a oltre 50° di giorno e oltre i 40° di notte. E allora si prova arsura solo per fare pochi passi a piedi ed è decisamente meglio stare tappati in casa con l'aria condizionata accesa al massimo. Per fortuna non è il caso di questi giorni. Infatti per ora si prevedono temperature di soli 34°, ma per queste zone è pur sempre un caldo inconsueto. Chi può, si difende dal calore immergendosi per ore in piscina o in mare, da solo o in allegra compagnia. Ma verso la fine della settimana l'aria caliente del Sahara smetterà di arrivare fino a qui e tornerà la carezza fresca degli Alisei, autentico sollievo per chi vive stabilmente o è soltanto in vacanza qui.

venerdì 28 giugno 2013

ALLE CANARIE I SET DEI PROSSIMI FILM DEI REGISTI RON HOWARD E RIDLEY SCOTT

Sopra, il regista inglese Ridley Scott in ricognizione
a Gran Canaria. Sotto,  l'americano
Ron Howard in barca a La Gomera.
Già in passato e in diverse occasioni le Canarie sono state scelte come location per celebri film. In queste settimane, due famosi cineasti sono di nuovo alla ricerca di angoli suggestivi e accattivanti dell'arcipelago per le loro prossime pellicole, e naturalmente non è facile scegliere tra i tantissimi scenari, unici e inimitabili, nei quali la natura dà veramente il meglio di sé. Si tratta di Ron Howard e di Ridley Scott. Il primo è l'attore, regista e produttore cinematografico americano, premiato con un Oscar proprio come miglior regista per il film A beautiful mind, e autore anche di The missing, Il Codice da Vinci e altri film ancora; il secondo è il regista di Blade Runner, Thelma e Louise e Il Gladiatore, pellicola premiata anch'essa con un Oscar.
Cominciamo da Howard: ultimamente si è trattenuto due settimane a La Gomera e a Lanzarote, come documentano anche le foto che lo ritraggono e da lui stesso postate sui principali social network, alla ricerca delle giuste inquadrature per il suo prossimo film, una storia vagamente ispirata a quella del celeberrimo Moby Dick, film basato sulla vicenda narrata nell'omonimo romanzo di Herman Melville che nel 1956 John Huston riadattò per il grande schermo. Ne era protagonista Gregory Peck e fu girato in parte a Las Palmas de Gran Canaria. In realtà il nuovo film, che si intitolerà In the heart of the sea racconterà la terribile vicenda della baleniera Essex, un affondamento “storico” del XIX° secolo un po' come lo fu quello del Titanic nel XX° secolo. Nel 1819 l'Essex lasciò Nantucket (un'isola degli Stati Uniti d'America a sud di Capo Cod, nello Stato del Massachussets) con un equipaggio di una ventina di persone a bordo, direzione Pacifico del Sud. In mezzo a questo Oceano, la nave fu investita e affondata da un capodoglio infuriato. L'equipaggio, per novanta giorni alla deriva su tre piccole imbarcazioni alla mercè di intemperie, fame e malattie, alla fine dovette ricorrere a misure estreme spinto dall'istinto di sopravvivenza.
Chris Hemsworth.
In questi ultimi mesi Howard è andato sempre più chiarendo i dettagli di questo nuovo film che ha tutti i numeri per inserirsi nel filone dei kolossal americani. Pare che il protagonista sarà l'attore australiano Chris Hemsworth (Thor, The Avengers e Biancaneve e il cacciatore) e che accanto a lui ci sarà il giovane inglese Tom Holland (il ragazzino di L'impossibile).
In cerca di immagini stupende per il suo prossimo film è, dicevamo, anche il regista inglese Ridley Scott, che invece ha “messo gli occhi” su Fuerteventura. Con due elicotteri, lui e la sua équipe hanno sorvolato in lungo e in largo l'isola, così come hanno fatto un paio di mesi fa a Gran Canaria, alla ricerca di scenari adatti per il suo nuovo film di ispirazione biblica Exodus, che racconterà appunto l'esodo del popolo ebraico verso la Terra promessa.
«Delle 19 settimane di lavorazione prevista, quattro circa le trascorreremo qui alle Canarie» assicura Scott.
Bene, allora non ci resta che aspettare di vedere sul grande schermo questi due film storici e di ammirare nel contempo anche gli straordinari paesaggi di queste isole.

giovedì 6 giugno 2013

L'AXEL BEACH DI PLAYA DEL INGLÉS (MASPALOMAS), NUOVO APARTHOTEL DEDICATO A UN PUBBLICO GAY, MA ETEROFRIENDLY

Era più che naturale che la catena alberghiera Axel, specializzata nel turismo gay (ma aperta a ogni genere di clientela) approdasse a Playa del Inglés-Maspalomas. Con un investimento tutto sommato non eccessivo (300 mila euro) ha trasformato l'ex complesso di appartamenti Liberty, situato nella centralissima Avenida de Tirajana, nell'hotel Axel Beach Maspalomas, che è stato felicemente inaugurato un mese fa, in occasione del recente Gay Pride. Dopo aver aperto una struttura a Barcellona nel 2003, a Buenos Aires nel 2006 e a Berlino nel 2009, il gruppo presieduto da Juan Juliá aveva ben chiaro che il passo successivo dovesse essere “conquistare” anche Maspalomas.
«Da sempre sono convinto che fosse necessario mettere piede qui, perché Maspalomas è una destinazione gay che può essere sfruttata tutto l'anno» ha spiegato Juliá durante la presentazione alla stampa del rinnovato complesso, che comprende 92 appartamenti distribuiti su quattro piani.
Il presidente della catena ha spiegato anche che l'hotel Axel Beah è una scommessa molto importante per la società perché le permette di espandersi in un settore nuovo, quello della vacanza tout court, mentre gli altri hotel aperti in precedenza sono stati concepiti espressamente per un turismo cittadino. Ecco, dunque, anche la scelta di aggiungere la parola “Beach” al logo della Axel per caratterizzare al meglio l'identità del nuovo hotel.
Ristrutturato nel 2005 dalla famiglia Santana che lo possiede, per l'adeguamento allo stile Axel nei mesi scorsi il complesso è stato in parte ristrutturato, soprattutto a livello della decorazione degli appartamenti, da parte dei nuovi gestori che l'hanno preso in affitto per un lungo periodo. Ogni appartamento è perfettamente attrezzato in tutti i dettagli e inoltre sono a disposizione dei clienti una palestra completa con servizio di sauna e massaggio, piscine con amache, e tutto ciò che serve a rilassarsi e trascorrere un periodo di vacanza allegro e spensierato, compreso un campo da tennis.
Questi cambiamenti, con il trasferimento della reception sul lato giardino, nella parte posteriore dell'edificio, più luminosa e accogliente, hanno richiesto un mese di tempo, ma ora tutto funziona a dovere e sono già arrivati i primi, numerosi ospiti.
«Stiano già lavorando al 60 per cento della capienza, e non è poco in un periodo di bassa stagione per le Canarie, a ridosso dell'estate» assicura Juliá, mentre Albert Olivé, il direttore generale della catena conferma.
I due manager assicurano che, sebbene l'hotel sia considerato ufficialmente a tre stelle, in realtà offre servizi degni di un quattro stelle. In base a questa filosofia, offre anche servizio di prima colazione per gli ospiti e, al prezzo di 10 euro, anche la possibilità per gli ospiti adulti di accedere alla piscina e al bar durante la giornata. Ma l'hotel sarà aperto anche a feste e manifestazioni nelle occasioni più varie, come per esempio le prossime edizioni del Gay Pride.





Nella foto sopra, da sinistra Juan Juliá, presidente della catena
alberghiera Axel, e Albert  Olivé, presidente, nella piscina
dell'Axel Beach di Playa del Inglés. Sopra, immagini di esterni
 e interni, di alcuni ospiti e una locandina pubblicitaria dell'hotel.

mercoledì 29 maggio 2013

TORNADI? ALLE CANARIE SONO MOLTO RARI E SEMPRE MOLTO DEBOLI PERCHÉ QUI NON ESISTE UN CLIMA ESTREMO

Una recente tromba marina nel mare
di fronte a un'isola dell'arcipelago canario.
Anche alle Canarie si possono avere dei tornadi, però non hanno niente a che vedere con quelli che si formano sugli Stati Uniti, dove, così come avviene per gli uragani, esiste una vera e propria stagione di maggiore incidenza durante l'anno. Naturalmente tutti ricordiamo il tornado dei giorni scorsi che ha colpito in particolare Oklahoma City, con decine di morti e feriti.
«In queste isole vengono chiamati, a seconda dei casi, trombe d'aria o trombe marine e, anche se sono relativamente abituali, tuttavia sono sempre molto deboli» assicura Oscar García, direttore della Agencia Estatal de Meteorología (Aemet) alle Canarie. Le trombe marine o tornadi marini sono associati ai fronti e alle perturbazioni che colpiscono l'arcipelago durante la primavera e l'autunno e sono, in pratica, colonne d'aria in rotazione rapida che toccano la massa dell'acqua salata da un lato e determinano un grande vortice d'aria nello strato di nubi dall'altro. Normalmente non sono molto intensi come quelli che normalmente si abbattono sulla terraferma e non durano che una decina di minuti al massimo. Alle Canarie la media delle trombe marine è di circa cinque all'anno, secondo uno studio realizzato dai metereologi del centro Metereologico di Santa Cruz de Tenerife. Ma in compenso non è stato registrato nessun tornado sulla terraferma.
«La formazione di un tornado richiede convezioni notevoli, ossia rimescolamenti di grandi masse d'aria calda e fredda nell'atmosfera, che alle Canarie, dove non esiste un clima estremo, si verificano molto raramente mentre invece si verificano sulle grandi pianure degli Stati Uniti dove, in determinati periodi dell'anno, si mescolano enormi masse d'aria secca, calda e fredda assieme generando un'incredibile energia» aggiunge García. 
Il responsabile dell'Aemet afferma che però alle isole si sono avute “supercellule convettive” come quella che ha provocato la burrasca del 31 marzo 2002 a Santa Cruz de Tenerife, con una media di 320 litri all'ora per metro quadrato di precipitazioni piovose, o la tempesta tropicale Delta del Novembre 2005, con venti di oltre 200 km all'ora.

sabato 18 maggio 2013

UN BED&BREAKFAST DAL FASCINO SPECIALE NEL CENTRO DI LAS PALMAS DE GRAN CANARIA: LA CASA DE LA VEGUETA

Sopra, l'esterno de La Casa de la Vegueta. Sotto, tre immagini
di interni del Bed&Breakfast.
Il tempo sembra fermarsi quando si attraversa la soglia dell'entrata principale de La Casa de La Vegueta. Il traffico e il brulichìo della città, i rumori invadenti della strada spariscono all'interno di questo bell'edificio del 1913 situato proprio nel bel mezzo del centro storico di Las Palmas de Gran Canaria, appunto nel quartiere de La Vegueta. La sua proprietaria, Ana Lola Betancor, lo sa bene e per questo ha voluto trasformare una parte di questa classica casa canaria nel primo bed&breakfast del quartiere. La Casa de La Vegueta offre ciò che molti turisti cercano quando giungono sull'isola: calma e buona ubicazione. Tuttavia il suo interno non è stato sempre quella che si definisce un'oasi di pace. Fino a pochi mesi fa Ana Lola Betancor utilizzava la zona a piano terra per le occupazioni della sua impresa di comunicazioni. Stanca della routine e dell'intenso ritmo con il quale era scandita la sua giornata, Betancor ha voluto dare però una svolta decisiva alla propria vita e al proprio lavoro. Viaggiatrice instancabile, ha deciso di creare qui un luogo simile a quelli che lei sceglie quando visita altri Paesi.
«Credo che attualmente ci sia una predilezione per alloggi piccoli e particolari, una soluzione che corrisponde perfettamente a ciò che io potevo offrire» afferma.
Un altro motivo che l'ha spinta alla sua scelta è stata la constatazione che nel centro storico di Las Palmas de Gran Canaria non esisteva nulla di simile a ciò che aveva in mente di realizzare. E così, con l'aiuto di amici, familiari e conoscenti, Ana Lola ha trasformato i suoi ex uffici in tre stanze molto accoglienti, ciascuna con un bagno tutto particolare.
Parte del fascino del suo B&B è rappresentato dalla mobilia: alcuni pezzi antichi appartenevano al celebre architetto grancanario Miguel Martín-Fernández de la Torre.
Il 25 dicembre dello scorso anno La casa de la Vegueta ha ricevuto i suoi primi ospiti.
«Progettavo di aprire in gennaio, ma sono rimasta molto sorpresa quando per il tramite di un'agenzia mi è arrivata la prima prenotazione, già per Natale, di alcuni australiani che volevano rimanere nella mia struttura fino al primo gennaio» ricorda Ana Lola. «Subito dopo sono giunte altre prenotazioni ed è stato così che per la prima volta ho trascorso la fine dell'anno con dei simpaticissimi ospiti».
Un aiuto nella sua nuova “formazione” professionale le è venuto dalla madre, direttrice di un hotel di Tejeda, una piccola località dell'interno di Gran Canaria. Contare sui suoi consigli le è stato molto utile.
Come qualunque casa canaria che si rispetti, La Casa de la Vegueta gira attorno a uno spazio comune, un patio interno nel quale sembra che gli anni non siano trascorsi. «Qui si scambiano chiacchiere e  nascono discussioni interminabili tra gli ospiti» spiega Ana Lola.
Naturalmente anche la struttura dell'edificio è rimasta intatta negli anni. «Le mattonelle del pavimento, per esempio, sono ancora quelle originali» dice Ana Lola con comprensibile orgoglio.
Dal momento dell'apertura, sono già numerosi i visitatori della Casa provenienti da Paesi diversi come Giappone, Nuova Zelanda, Svezia, Australia, Belgio e Stati Uniti.
«Quando i miei ospiti ci lasciano, mi intristisco sempre un po'» confessa la proprietaria «perché con loro riesco sempre a creare un tipo di rapporto speciale, indimenticabile».

 In alto, la casa di Cristoforo
Colombo nel quartiere La Vegueta.
Un esempio di tipiche case coloniali, sempre
nel centro storico di Las Palmas de Gran Canaria. 
                                           

ADDIO A EL BATU, LO SPACCONE DAL CUORE D'ORO NATO A GRAN CANARIA E MOLTO CONOSCIUTO NEL WEB

Il suo vero nome era José David Delgado Álvarez, ma a Gran Canaria dove era nato e un po' ovunque era conosciuto con l'appellativo di El Batu. Personaggio singolare, strafottente ma timido, un po' tamarro ma educato, sguardo aggressivo e cuore d'oro, era un piccolo divo di Youtube, in cui migliaia di internauti seguivano le sue gesta attraverso i video, postati dai suoi fans, che lo vedevano protagonista di innocue spacconerie molte volte assieme agli amici del quartiere di Alcaravaneras. Yoytube è stato anche il ring su cui El Batu si è scontrato con un altro personaggio della rete e dei socialnetwork come è John Cobra, un valenciano, personaggio tarocco-demenziale dall'ideologia più o meno vagamente estremista (leggi fascista), noto più o meno quanto lui. Purtroppo, però, El Batu è morto giorni fa e, se nella sua giovane vita è sempre stato un po' esibizionista nel senso buono del termine, la sua fine è invece ammantata di mistero. L'incredibile notizia comunque si è sparsa velocemente e ha lasciato dietro di sé cordoglio e rimpianto non solo tra i suoi 1600 e più amici di Facebook, ma anche tra alcuni noti personaggi dello spettacolo. Come per esempio l'attore e regista Santiago Segura che su Twitter ha scritto: «Sono dispiaciuto per la morte di El Batu, e mi dispiace soprattutto per la sua gioventù. Con me è stato disponibile e affettuoso. Mi è sempre parso una persona stupenda, molto educata». El Batu infatti ha anche trascorsi cinematografici: alcuni lo ricordano come uno tra gli attori del film Torrente 4, e in particolar modo nella scena girata in un carcere.
Tiffany Domínguez, fan di El Batu, su Facebook assicura di essere “distrutta”: «Spero che riposerai in pace in cielo e che avrai le cose che hai sempre desiderato» aggiunge. Dal canto suo, Nieves Delgado dice che El Batu «era amico dei suoi amici, un ragazzo molto affettuoso. Mi sembrerà strano andare al mare ad Alcaravaneras e non vederti camminare e salutare mezza spiaggia. Mi rifiuto di dirti “addio”, preferisco di gran lunga un “arrivederci”».
I messaggi di cordoglio sono arrivati anche da oltre frontiera e persino dall'Italia. Paolo Nenzo scrive: «Riposa in pace, piccolo grande Dragone: il mio rispetto dalla lontana Sicilia. Pace per la tua anima».

mercoledì 15 maggio 2013

MIGLIAIA IN FESTA AL MASPALOMAS GAY PRIDE 2013


                       
 






Successo record per la recente edizione del Maspalomas Gay Pride. Quest'anno, ancora più partecipanti che mai alle varie iniziative e alla “cabalgada” finale, la sfilata per le principali vie di Playa del Inglés fino all'arcinoto Yumbo Centrum. Ecco una carrellata di alcune delle foto più rappresentative tratte da laprovincia.es.