sabato 30 aprile 2011

PER IL MASPALOMAS GAY PRIDE 2011, ANCHE UNA FULL IMMERSION NELL'ARTE A TEMATICA OMO-EROTICA













Mancano pochi giorni all'avvio ufficiale del Gay Pride Maspalomas 2011 e tra la comunità gay della località del Sud di Gran Canaria (residenti più turisti in arrivo da ogni parte d'Europa e non solo) già si respira aria di festa. Il livello di legittima frenesia è alto, ma in attesa delle manifestazioni più direttamente collegate all'evento, per il momento se ne ha un anticipo soprattutto nell'ambito artistico a temativa gay. Ieri sera, nel Salón de Actos dell'Hotel Neptuno (in Avenida Alfereces Provisionales a Playa del Inglés) si è tenuto il vernissage di un'interessante Esposizione di arte omoerotica che si potrà visitare fino al 20 maggio dalle 10 alle 22 di ogni giorno.
Alla mostra, organizzata dagli infaticabili Pierre Salducci e Pablo Cruz, ai quali si deve anche l'ormai celebre Dunas Festival, meeting letterario in lingua francese ma non solo che si svolge a Maspalomas ogni anno in agosto, partecipano con le loro ultime opere gli artisti Yvon Goulet (Canada), Randy Duque (Cuba), Ricardo Hernández (Gran Canaria) e il pittore-ceramista Per Egil Ramsøy (Norvegia). La mostra è una bellissima rassegna di opere realizzate con tecniche varie e di fotografie che esprimono le rispettive sensibilità dei vari artisti. Dopo l'inaugurazione, che è stata salutata da un folto pubblico e ha fatto registrare un grande successo, ora i visitatori potranno ammirare con calma le opere ed eventualmente fare qualche piacevole acquisto.
Arte, ancora arte a tematica gay, a Maspalomas. Dal 7 al 15 maggio, in coincidenza con la settimana del Gay Pride, nel Palacio de Congresos di Expomeloneras si terrà la prima Feria de arte y cultura Gay Fair 2011. Vi partecipano artisti in uno spazio che riunisce pittura, scultura e fotografia dalla forte componente omo-lesbica ed erotica. L'arte che diventa manifesto e l'erotismo che si traduce in pura sensualità: ecco lo slogan della manifestazione.
Vi partecipano artisti già molto apprezzati come Roland "Kumoki" Schwarz, Juan Cabrera, Julio C. Wollands e inoltre Jeny Vega, Carlos Pérez, Guacimara Melían e Cayetano Martínez Betancór. E inoltre si potranno amirare la collezione di collages di Frieder, la forza simbolica dei ritratti di Pedro Lezcano Jeán, il tratto nudo delle figure umane di Nadia Brito, il selvaggio erotismo della fotografia di Víctor Saavedra, la scultura naturalista di Riquelme, i nudi di Octávio del Toro e molto altro ancora.
L'inaugurazione del 7 maggio vedrà la presenza dello scrittore Rosario Valcárcel che firmerà il proprio libro Sexo, corazón y vida, in cui rivendica l'emozione della scoperta amorosa, intima e personale di fronte al semplice sesso ginnico.
(Nelle immagini sopra, dall'alto al basso alcune ceramiche dell'artista norvegese Per Egil Ramsøy presenti all'Esposizione di Arte Omoerotica presso l'Hotel Nettuno di Playa del Inglés e la locandina dell'expo, a seguire alcune opere che saranno esposte al Gay Fair 2011 e la locandina di quest'ultima mostra)

giovedì 21 aprile 2011

È PRONTO PER PARTIRE IL "MASPALOMAS GAY PRIDE 2011". È IL SUO DECIMO ANNIVERSARIO


Quest'anno, in occasione del suo decimo anniversario, il Maspalomas Gay Pride, che si terrà dal 6 al 15 maggio prossimi, assumerà ancor più che nelle passate edizioni la dimensione di evento internazionale. Sono diverse decine di migliaia le persone gay e lesbiche che in quei giorni giungeranno a Gran Canaria per stare insieme, divertirsi, discutere e lottare per i propri diritti. La manifestazione è infatti costellata di eventi, meeting, esposizioni artistiche, forum e tavole rotonde cui tutti sono caldamente invitati. Tra le novità, la partecipazione di esponenti di associazioni gay di Turchia ed Egitto, che riferiranno sui livelli di tolleranza (o per meglio dire intolleranza) che si registrano nei rispettivi Paesi.
Lo scopo del Pride 2011 è fare di Gran Canaria il punto di riferimento più importante per tutta la comunità gay riguardo alla discussione della propria condizione e agli strumenti per migliorarla sempre più.
Tra i momenti più spensierati che sono previsti, ricordiamo la manifestazione per l'elezione di Miss Lesbica e Mister Gay, organizzata anche per raccogliere fondi da destinare alla lotta contro l'Aids. Il 15 maggio, infine, giorno della chiusura del Maspalomas Gay Pride, ci sarà la tradizionale “Cabalgata del Orgullo Gay”, rumorosa e variopinta sfilata su carri e a piedi di migliaia di gay e sostenitori che dura svariate ore e si snoda per le vie principali di Maspalomas.
Benvenuti da Maspalomas a tutti coloro che vi vorranno partecipare.
Per informazioni dettagliate sulla manifestazione: www.gaypridemaspalomas.com

mercoledì 20 aprile 2011

NEI FONDALI DI GÁLDAR (GRAN CANARIA) NASCERÀ IL PRIMO MUSEO SOTTOMARINO EUROPEO


Il municipio di Gáldar (Gran Canaria) diventerà un punto di riferimento a livello mondiale riguardo all'arte submarina. Questo, almeno, è l'obiettivo del progetto Creando Vida pensato dall'Associazione La Gorgonia, che si prefigge di realizzare un'esposizione permanente di sculture sottomarine nella baia di Sardina del Norte, zona dell'isola che ogni anno richiama centinaia di sub desiderosi di esplorarne i bellissimi fondali. L'Associazione, presentando il progetto nel corso della VII Settimana del Mondo sottomarino di Gáldar, ha spiegato nei dettagli il proprio obiettivo: aggiungere un'attrattiva di spessore culturale a queste emozionanti esplorazioni. Le sculture, che verranno poste su un fondale sabbioso in prossimità della spiaggia di Sardina, formeranno un grande parco tematico che, con il tempo, formerà un nuovo habitat, il quale farà sì che la flora e la fauna potranno convivere in perfetta comunione con le opere d'arte, fino a creare un ambiente unico. Attualmente, nel mondo esistono già alcuni musei sottomarini, come quello che l'artista Jason de Caires Taylor inaugurò tempo fa nel Golfo del Messico (nella foto).
Questo progetto sarà unico per quanto riguarda il continente europeo e si baserà sulla collaborazione tra l'ambiente dei sub, musei dell'arcipelago e altre istituzioni pubbliche e private locali. L'obiettivo è quello di consolidare la fama di Gáldar come meta sub internazionale e turistica in generale.

martedì 19 aprile 2011

TERREMOTI ALLE ISOLE CANARIE? SONO POCO PROBABILI


I terremoti e i vulcani, si sa, come quasi tutto in natura hanno il proprio yin e il proprio yang, il loro aspetto negativo e positivo. Il loro potere distruttivo si è espresso in tante e dolorose occasioni riguardo alla comunità umana, però d'altra parte è anche il segnale che la terra è viva e, proprio per questo, l'uomo riesce ad abitarla. Una prospettiva che chiama alla riflessione e che deriva (e non potrebbe essere altrimenti), da un ricercatore, per meglio dire un geologo: Francisco Pérez Torrado della ULPGC, Università di Las Palmas de Gran Canaria. Probabilmente la dimensione di milioni di anni in cui questi ricercatori sono abituati a svolgere il proprio lavoro conferisce loro una pace speciale. Ma torniamo al tema iniziale. Anche le Canarie hanno avuto i loro problemi dal punto di vista geologico. Queste isole non solo hanno sofferto imponenti eruzioni in relazione alla propria condizione di vulcani, ma sono anche testimoni di frane massive che hanno provocato spesso onde gigantesche, ossia i temuti tsunami. La domada è: ciò si ripeterà? Quando e dove?
Tutto ha origine nelle placche tettoniche, quella specie di puzzle di cui è costituito il guscio roccioso che scivola sopra un viscoso mare di magma. La Placca africana, sulla quale si muovono le isole Canarie, si sposta verso Est da quando i continenti cominciarono a separarsi dopo essere stati raggruppavati in uno solo: la Pangea.
«In quella fase, l'Atlantico era appena un budello di mare» rivela lo scienziato. Poi, quando l'Oceano fu “maturo”, da Est a Ovest, cominciò il vulcanismo che diede origine all'Arcipelago. Le isole più antiche sono infatti Lanzarote e Fuerteventura, la cui origine risale a circa 20 milioni di anni fa; le più giovani sono invece La Palma e El Hierro, che hanno solo due milioni di anni.
«Le isole sono come gli esseri viventi, hanno le loro fasi di sviluppo» spiega Pérez Torrado. «C'è uno stadio giovanile durante il quale l'isola è inquieta e cresce più rapidamente, come un bambino. Poi si situa in una tappa di riposo eruttivo e, infine, come avviene per noi con la chirurgia estetica, va incontro alla sua fase di ringiovanimento vulcanico di spianamento delle asperità e dei dislivelli».
Anche se nessuna delle isole Canarie è defunta, secondo questa classificazione poco si può sperare da Lanzarote e Fuerteventura, e neppure da Gran Canaria. Invece, La Palma e El Hierro stanno nella fase, per così dire, della pubertà.
«Io definisco Lanzarote “la vecchia supermaquillata”» aggiunge il geologo della ULPGC. «Penso che doveva essre già molto piana quando la lava del Timanfaya la ricoprì estendendosi su una larghissima superficie. È il tipico esempio di ringiovanimento di un'isola, e si sa che i fenomeni più pericolosi si verificano nelle primissime fasi del suo sviluppo».
L'attenzione dei vulcanologi, dunque, è rivolta soprattutto alle isole occidentali. E l'esempio più lampante è l'eruzione del Teneguía del 1971 a La Palma.
E i terremoti? Sembrerebbe che siano i fenomeni geologici più delicati per le isole in generale.
«Noi ci troviamo però nella parte interiore della placca, non sul suo bordo» spiega ancora Pérez Torrado. «E comunque il bordo di questa zona della placca atlantica non è di subduzione, che si ha quando una placca si pone sotto l'altra dando luogo a sismi tellurici».
E cita l'esempio della micro-placca dei Caraibi, nella quale ebbe origine il terremoto di Haiti.
Inoltre, è il Pacifico a essere ornato con la cosiddetta cintura del fuoco, e sono Paesi come gli Stati Uniti e il Giappone, come si è visto proprio recentemente, ad avere la possibilità di vedersi più colpiti dai sismi. Per ogni terremoto che dovesse verificarsi nell'Atlantico, ce ne saranno probabilmente dieci nel Pacifico. Ma allora perché giorni fa il Colegio Nacional de Geólogos ha previsto che prima o poi si potrebbe verificare un terremoto distruttivo nella Penisola iberica?
«Perché il Mediterraneo si sta chiudendo, e questo sì potrebbe dare luogo a questo tipo di episodi» spiega Pérez Torrado.
Nella loro lunga storia, comunque, le Canarie hanno sofferto molti slittamenti massivi. Basta dare un'occhiata alla loro morfologia per scoprirne le cicatrici in forma di enormi cucchiai o anfiteatri che caratterizzano le loro coste. Navi oceonografiche come la Hespérides, o più spesso il Méteor, di bandiera tedesca, hanno trovato ai piedi di questi degli ammassi di roccia, enormi blocchi di pietra che un giorno si staccarono dall'edificio principale. Nel 1977, la nave oceanografica spagnola potè fotografare le pietre accumulate di fronte alla costa Nord di Tenerife, impronta della frana della valle de La Orotáva. Gli scienziati battezzarono questa specie di isola sommersa con l'evocatore nome di San Borondón.
A Gran Canaria, quando l'isola era una “bambina”, ossia 14 milioni d'anni fa, si staccò la parte Ovest, nella zona di Andén Verde.
«Questo fenomeno provocò uno tsunami di cui non è rimasta traccia per il solo fatto che le isole occientali non erano ancora nate» afferma il geologo.
Però, sempre a Gran Canaria, ci sono invece tracce dello slittamento massimo di Güímar.
«In quella zona, a 150 metri di altezza sul mare, si trovano fossili marini, cosa che fa pensare a uno tsunami, che dalle perizie fatte sui reperti sembra essersi verificato 840 mila anni fa» dice ancora Pérez, il quale tiene anche a precisare la differenza tra tsunami e maremoto. «Quest'ultimo ha origine nel mare, come conseguenza di un terremoto. Diventa, poi, tsunami a causa dell'erosione del fondo oceanico di fronte alla terraferma”.
Riguardo a questo, il peggio non è l'ondata, qualunque sia la sua altezza, ma la marea che è in grado di avanzare verso l'interno anche di 20 km. Perché si possa verificare una catasfrote di questa dimensione, però, dovrebbero presentarsi contemporaneamente diverse condizioni che, al giorno d'oggi, conclude lo scienziato, si possono escludere. Anche se se poi aggiunge: «Nessun luogo della Terra è completamente al riparo da questi fenomeni».
A proposito di slittamenti massivi, c'è chi ogni tanto agita lo spauracchio di una possibile, gigantesca frana che prima o poi potrebbe avvenire sull'isola di La Palma, provocando uno tsunami gigantesco, alto addirittura 650 metri, che potrebbe viaggiare sull'Atlantico verso i Caraibi a 8oo km orari. Nel 2000, le dichiarazione a questo proposito di un geologo svizzero, Simon Day, quasi provocò un incidente diplomatico con il Gobierno de Canarias, preoccupato per il procurato allarmismo.
Gli scienziati canari smentirono questa possibilità e continuano a farlo.
«Perché possa verificarsi, occorrerebbe una serie di sfortunate circostanze che al momento non sono affatto probabili» si esprime ancora Pérez Torrado a questo proposito. «E comunque anche se questa enorme frana avvenisse, in mare non cadrebbe certo un solo, gigantesco monolite, ma una gran massa di pietre che non potrebbe avere un impatto così devastante sulla massa acquea».
(libera traduzione da laprovincia.es, foto di una zona costiera dell'isola di La Palma)

POSSIAMO AIUTARE MOHAMED GOUSSAM? GUARDATE LA SUA STORIA NEL VIDEO DA "MEDITERRANEO" DI RAITRE


A tutte le persone che ogni giorno hanno la cortesia di leggere le notizie che pubblico in questo blog. Per una volta permettetemi di non parlarvi di attualità, curiosità, personaggi, eventi, in fondo tutti leggeri e a volte perfino frivoli, che riguardano il luogo in cui vivo, bensì di una realtà drammatica come quella del vicino Nord Africa e in particolare di un giovane uomo algerino che sta soffrendo per i soprusi del potere, di cui tanti come lui sono vittime in quella zona del mondo come in alte altre, purtroppo. Mi ha fatto conoscere la sua drammatica realtà un breve reportage trasmesso lo scorso 17 aprile da Mediterraneo, interessante rubrica trasmessa da Raitre, e ne sono rimasto particolarmente colpito. Guardatelo anche voi (trovate il link in fondo al post), vi farà toccare con mano una terribile realtà, quella della estrema povertà e della violenza che intere popolazioni devono sopportare a causa di chi li malgoverna. Questo giovane si chiama Mohamed Goussam (nell'immagine tratta dal video), ha 27 anni, e porta sul suo corpo ancora i segni e le sofferenze delle ferite (ustioni di secondo grado in varie parti del corpo) che si è autoprocurato con un gesto di protesta estrema contro l'autoritarismo del potere e contro l'ingiustizia della giustizia locale. Sfrattato con la sua famigliola, irriso e umiliato come un delinquente, ha deciso di darsi fuoco davanti al sindaco della poverissima cittadina del centro Algeria in cui vive, assieme alla giovane moglie e alla figlioletta. La piccola è morta e lui, a un anno di distanza dal terribile avvenimento, è costretto a vivere a letto. Il padre, ex muratore che per curarlo ha dovuto lasciare la propria attività, ogni giorno deve cercare di lenirne le sofferenze facendo medicazioni di fortuna sulle sue piaghe. La famiglia tira la cinghia per trovare i soldi necessari ad acquistare tutto ciò che occorre per le cure. E tutto questo, dice amaramente Mohamed, è successo solo perché è povero.
Si tratta di un documento drammatico, che dovrebbe far riflettere chi con superficialità o incoscienza bolla in tanti altri modi di convenienza la disperata fuga dalla miseria e dalla violenza di migliaia di giovani del Maghreb. Io personalmente manderò del denaro a Mohamed per aiutarlo a curare meglio le sue ustioni e recuperare la speranza e quel sorriso che, nonostante tutto, si intravede ancora a tratti sul suo giovane volto e che, come la vita, neppure l'insensatezza e la disumanità di chi prende e detiene il potere potrà mai spegnere definitivamente.
Se qualcun altro può e vuole fare qualcosa per questo giovane, mi scriva all'indirizzo email: emidep.can@gmail.com. Io mi sto mettendo in contatto con il giornalista francese che ha realizzato il servizio trasmesso a Mediterraneo e potrò fornire il recapito di Mohamed.

giovedì 14 aprile 2011

BRAVO SAVANÉ, GLORIA DELLA PALLAVOLO DEL GRAN CANARIA. DOPO L'INCIDENTE È DECISO A TORNARE GRANDE





Sono passati più di due mesi da quel giorno fatidico, ma Sitapha Savané, capitano molto amato della squadra di pallavolo del Gran Canaria originario del Senegal (nelle foto da canarias7. es), ricorda ancora come un incubo il momento in cui si ruppe il tendine di Achille durante una partita con il Caja Loboral. Nonostante la vittoria alla fine della partita, lo choc, la costernazione di tutta la squadra, poi le frenetiche decisioni da parte dei dirigenti della squadra, compreso lo stanziamento di 80 mila euro per le cure e il recupero del capitano. Da allora, sotto la guida del medico tinerfeňo Cristóbal Rodríguez, antica leggenda nell'ambito della squadra di pallavolo del Real Madrid, Savané non ha mai smesso di lavorare per recuperare le sue piene funzioni e abilità.
Ultimamente il capitano ha iniziato una fase importante del recupero. Ora per lui il lavoro è in piscina. In acqua può infatti fare esercizi altrimenti impossibili per lui al momento, come salire e scendere scalini o fare brevi corse. Un impegno che crescerà di intensità e durata durante le prossime settimane.
Savané, dicono nel suo entourage, ha sempre avuto un'attitudine positiva che ha facilitato molto questo importante lavoro di recupero. Ed è un vero esempio con il suo senso della disciplina in tutto ciò che deve fare. Anzi, in qualche caso, per prudenza è stato necessario frenare il suo entusiasmo.

A LA GOMERA GLI ABITANTI PREISTORICI ERANO DEDITI ALL'OSSERVAZIONE DEL COSMO


Gli enigmi, si sa, hanno sempre sollecitato la curiosità dell'uomo, fin dai tempi più remoti. E così, ovviamente, anche i primi abitanti delle isole Canarie devono aver cercato risposte osservando la volta celeste. E infatti, come sembra aver appurato una delle ultime scoperte archeologiche, i primi abitanti di La Gomera erano detentori di importanti conoscenze su alcuni misteri del cosmo. Lo rivela il preistorico Miguel Martin, in uno studio sul giacimento di Las Toscas del Guirre che ha portato a termine recentemente.
Nella ricerca, pubblicata nel secondo numero della rivista Iruene, edita a La Palma, lo studioso rivela il motivo per cui pare si sia sviluppato un importante sito archeologico situato sul lato di un impervio barranco, dove ci sono anche grotte abitative e sepolcrali. Qui, dove la pericolosa verticalità del terreno e l'umidità durate l'inverno rendevano la vita piuttosto difficile, sorgeva infatti una sorta di piccolo santuario. Era situato in una grotta presso il Roque de Agando (nella foto), sulla cui sommità è presente un'apertura attraverso la quale, nelle notti limpide, è possibile osservare due tra le stelle più grandi del cielo di questa zona della superficie terrestre: Canopo e Sirio.

ECCO IL “CAMMELLO CANARIO”: ORA È ARRIVATO IL RICONOSCIMENTO UFFICIALE



Soprattutto se si fanno delle gite nelle zone interne delle isole dell'arcipelago canario, si incontrano parchi privati in cui è possibile montare su cammelli e provare l'emozione di fare escursioni in groppa a questi simpatici animali, cosa che evoca atmosfere africane cui del resto le Canarie sono inscindibilmente legate, vista la posizione geografica. Bene, ora l'Associazione di allevatori del “cammello canario” è riuscita a ottenere il riconoscimento dell'animale come l'unica razza autoctona di camelidi riconosciuta in Europa, una segnalazione che figurerà nel catalogo ufficiale della Spagna.
Sulle isole ne esistono circa 1.200 esemplari, ripartiti tra Sud di Gran Canaria e Tenerife, Lanzarote e Fuerteventura. I primi giunsero nel 1405 dall'Africa e, nel corso di questi cinque secoli, i discendenti si sono via via adattati alle peculiarità del clima e dell'orografia locali, diventando animali muscolosi e forti, seppure di dimensioni inferiori rispetto ai loro ascendenti. E vengono definiti genericamente cammelli sebbene si tratti in realtà di dromedari, in quanto presentano una sola gobba, mentre come si sa il vero cammello asiatico ha due protuberanze.
Fin dal suo arrivo nell'arcipelago, il Camelus dromedarius si è rivelato uno strumento fondamentale nello sviluppo e nel successivo consolidamento del tessuto economico e sociale locale, soprattutto nel sud di Gran Canaria e Tenerife oltre che su tutto il territorio di Lanzarote e Fuerteventura. Su queste due ultime isole ha resistito più a lungo il loro utilizzo nel campo agrario, soppiantato poi ovunque da quello turistico.
«A Lanzarote, un tempo questo animale veniva chiamato “tacho” , denominazione che corrispondeva a un animale molto forte e muscoloso, con estremità più corte, petto più largo e compatto rispetto ai “moros”, ossia quelli provenienti direttamente dall'Africa» spiega Francisco Fabelo, veterinario del Cabildo di Lanzarote. «Ora però è necessario contare su buoni semi in tutte le isole per il rinnovamento di sangue della specie. Uno dei problemi è che si è soliti castrare i maschi perché siano più mansueti, ecco perciò la necessità di istituire banche del seme per poter realizzare interscambi tra allevatori».
Gran Canaria, in particolare, conta 155 dromedari di razza autoctona, che si utilizzano solo per le escursioni turistiche nelle dune di Maspalomas o nel barranco di Arteara. Gli esemplari sono localizzati in due allevamenti della zona di San Bartolomé de Tirajana. Il più grande è quello di Juan Jiménez, con 120 esemplari ripartiti così: 50 a Maspalomas e 70 a Fataga, mentre quello di Orlando Galindo, ad Arteara, ha altri 35 esemplari.
«Alimentarli non richiede un grande esborso economico» spiega Jiménez. «I dromedari infatti mangiano la metà rispetto alle mucche».
L'allevatore grancanario, che si dedica a questa attività dal 1977, spiega anche che in seguito alla crisi economica del settore turistico ha dovuto liberarsi di un centinaio di animali, dopo essere arrivato a possederne in passato anche 250, e a venderli a zoo di Olanda, Belgio e Italia.
La provenienza dei dromedari residenti a Gran Canaria è molto varia: seppure circa per la metà siano autoctoni dell'isola, gli altri sono arrivati da Africa, Fuerteventura, Lanzarote e Tenerife.
In tal senso, Eladio Ramos spiega di avere nell'allevamento di Arteara, di cui è responsabile, solo tre esemplari originari dell'Africa, dal momento che da alcuni anni non è più possibile importarne. In questo allevamento, il dromedario (femmina) più anziano ha 27 anni, mentre il più giovane è nato appena un mese fa.

domenica 10 aprile 2011

6 SPIAGGE CANARIE TRA LE 25 EUROPEE PREFERITE DAL PUBBLICO DI TRIPADVISOR



Ben dieci spiagge spagnole, sei delle isole Canarie, tre delle Baleari e una della Catalogna, si trovano inserite nella lista delle 25 migliori e più popolari spiagge d'Europa, secondo un'indagine svolta dal sito web di viaggi TripAdvisor. Per le Canarie, si distinguono le spiagge di Corralejo e Pájara (Fuerteventura), Puerto del Carmen (Lanzarote), Playa del Inglés, Maspalomas e Mogán (Gran Canaria).
Nelle Baleari, le preferite sono risultate le spiagge di Alcudia e Calviá, di Formentera. Quanto alla Catalogna, la più segnalata è quella di Sitges. Ma la classifica è guidata da quelle di Ayia Napa (Cipro) e Skiatos (Grecia).
(nella foto, la spiaggia di Corralejo a Fuerteventura)

sabato 2 aprile 2011












DALLA GRAN FESTA AL ROGO DELLA SARDINA: ECCO UN REPORTAGE DELLE FOLLIE DEL CARNEVALE DI MASPALOMAS 2011






Ed ecco un piccolo resoconto fotografico (a iniziare da basso verso l'alto) dei pazzi festeggiamenti per il Carnevale di Maspalomas 2011. Accanto a molti travestimenti un po' scontati o banali, anche qualcuno che si è dintinto per originalità e humour. Disatteso comunque il tema designato dell'anno, che era “il mare”. Solo pochissimi si sono cimentati con travestimenti in tema (conchiglie, polipi ecc.), più gettonati invece quelli trasgressivi (gay en travesti, soprattutto) nel senso però più tradizionale. E alla fine di tanta bagarre, come documentato dalle foto, il tragicomico corteo delle vedove (quasi tutti uomini, sempre en travesti) del Carnevale assieme alla grande Sardina adagiata nel carro funebre e simbolo in carta pesta del Carnevale destinato infine al grande rogo finale (foto più in alto). Tra urla e strepiti (quella che si getta a terra è una star locale, Terry Show, titolare di uno dei bar-cabaret più gettonati al Yumbo), si accingono ad accompagnarla verso il suo irrevocabile destino.
(tutte le fotografie sono di Emilio de Paoli)

TANTA ALLEGRIA PER TUTTI AL CARNEVALE DI GRAN CANARIA. TRANNE CHE PER IL CONSOLE DI PANAMA…

Quello del Carnevale di Gran Canaria 2011 (prima a Las Palmas, al Nord dell'isola, poi a Maspalomas, nel Sud) è stato un bilancio molto positivo. Tanto pubblico, molto più che in occasione delle scorse edizioni, tanta fantasia nei travestimenti (qui sono moltissimi gli adulti che si divertono cambiando in modo più o meno grottesco le proprie sembianze, come potrete vedere in un post successivo, resoconto di questa spensierata sfrenatezza): tanta allegria insomma. Tranne che per Giovanni ĺtalo Afú, console di Panama per le isole Canarie, che suo malgrado si è visto coinvolto in un affaire che lo ha spinto a presentare le proprie dimissioni al governo panamense. Tutto per colpa della messa in rete su Facebook di sue foto che lo ritraevano con indosso indumenti femminili, scattate appunto in occasione del Carnevale. Un gesto innocente e senza malizia, che però non è passato inosservato nel suo Paese d'origine (dal nome, comunque, si deduce ovviamente che Giovanni ĺtalo sia discendente di un nostro compatriota) e ha sollevato un polverone di critiche e proteste. Evidentemente, e lo dico con tutto il rispetto possibile, a Panama vigono ancora abitudini un po' troppo puritane.
Afú si dice ancora adesso meravigliato che le foto scattate durante il Carnevale a Las Palmas de Gran Canaria abbiano sortito questo effetto, e dopo aver cercato di spiegare ai suoi compatrioti che quella di molti uomini di indossare anche abiti femminili per questa particolare occasione qui è una diffusa abitudine, chiede comunque scusa al governo nazionale panamense, al presidente della Repubblica, Ricardo Martinelli, al vicepresidente e Cancelliere, Juan Carlos Varela, e al corpo diplomatico di Panama. E ha riconosciuto di essere l'unico responsabile di quanto è accaduto e che per questo ha deciso di rinunciare all'incarico.
Afú ha dichiarato di aver presentato le proprie dimissioni lunedì scorso per «stare bene con se stesso e con il popolo panamense», ma che spera ancora che questo comprenda come il Carnevale è «una festa di lunga tradizione alle Canarie e i travestimenti fanno parte della cultura dei suoi abitanti».
Durante queste feste, che nella capitale grancanaria si prolungano per quattro settimane partecipa tutta la società locale, compresi bambini e anziani, ha spiegato ancora il console, il quale ha aggiunto anche che il travestimento da donna lo hanno deciso i suoi amici canari, secondo le abitudini della tradizione locale, perché non aevava molto tempo per organizzarne un altro e comunque non immaginava che avrebbe potuto causare tutto quel polverone.
Ha cercato di spiegare anche che travertirsi nel sesso opposto è «il più comune e oltretutto un'antica tradizione in questa regione durante il Carnevale», per cui ha chiesto che non si condanni una simile manifestazione popolare e di «guardare oltre, e soprattutto informarsi» quando si tratta di muovere qualunque critica.
In patria, la sua famiglia lo appoggia pienamente, ma è comunque triste e sorpresa per le reazioni che si sono avute.
Afú, in precedenza rappresentante di commercio di rilievo per il suo Paese a Madrid, era da quasi un anno come console a Las Palma de Gran Canaria e ora si sente pienamente integrato qui, dove del resto ha ricevuto innumerevoli attestati di solidarietà e appoggio. Soprattutto tra gli imprenditori, che non capiscono perché abbia lasciato il proprio incarico, come del resto i suoi colleghi del corpo consolare.
(nelle foto, Giovanni ĺtalo Afú, console di Panama per le isole Canarie dimissionario, in abiti femminili con un'amica durante il Carnevale di Las Palmas de Gran Canaria e nel suo ex studio, presso il Consolato di Panama)