sabato 3 ottobre 2009

TUTTI INSIEME PER UNA STAMPA DAVVERO LIBERA


Questo blog non può che associarsi pienamente alla manifestazione indetta per oggi, sabato 3 ottobre, in Piazza del Popolo a Roma dalla Federazione nazionale della stampa, in difesa di una stampa libera in Italia. Anche noi, come migliaia di giornalisti italiani, vogliamo sottolineare e denunciare gli attacchi alla stampa libera messa in atto da alte cariche istituzionali per mettere un bavaglio alla libera circolazione delle idee e, soprattutto, alla legittima critica degli eventuali errori o della eventuale condotta non irreprensibile di chi governa in Italia, cosa più che normale in qualsiasi effettiva democrazia.
Attualmente la situazione della stampa in Italia sta degenerando sempre più, come fanno notare gli organismi internazionali preposti a vigilare sulla situazione dei singoli Paesi del mondo, che hanno segnalato un'ulteriore discesa dell'Italia nella classifica internazionale quanto a libertà di stampa. Ora il nostro Paese è quasi agli ultimi posti, in compagnia di altri Paesi in cui la democrazia non si è mai realizzata pienamente. Un segno di involuzione che dovrebbe preoccupare tutti i cittadini, a qualunque schieramento politico si sentano vicini. In gioco c'è, appunto, la democrazia, per realizzare la quale in passato migliaia e migliaia di nostri connazionali si sono battuti e si sono sacrificati e che serve a garantire tutti i cittadini, di destra, di centro o di sinistra. Querele e intimidazioni contro giornali nazionali e perfino stranieri, incitamento a non investire pubblicitariamente su quelle pubblicazioni che dissentono dalla “voce unica” (cosa di una gravità incredibile per chi inneggia al libero mercato!), censura preventiva (operata con il premeditato silenzio) su certe notizie troppo scomode per il potere si sommano alla perdurante, scandalosa situazione che pone il primo ministro italiano (unico caso al mondo), al centro di un irrisolto conflitto di interessi che lo vede proprietario di tre canali generalisti commerciali Mediaset e, in pratica, controllore di altri due canali generalisti del servizio pubblico italiano (oltre che della più importante Casa editrice italiana e, indirettamente, di un quotidiano). Può essere definito democratico un simile Paese?
Ultimo dato preoccupante, l'evidente tentativo dello schieramento politico più reazionario di distruggere il servizio pubblico televisivo italiano, con la recente incitazione a non pagare il canone. Se tutti seguissero questa indicazione, si toglierebbero di mezzo automaticamente le ultime voci “scomode” ancora esistenti in Italia, lasciando spazio libero soltanto alle reti di cui è proprietario il primo ministro e ai telegiornali a lui asserviti.
Per denunciare tutto questo e mobilitarsi allo scopo di bloccare questo tentativo autoritario e garantire una stampa libera, è importante che i giornalisti italiani (intendiamo coloro che fanno il loro dovere di informare i cittadini e non quelli dichiaratamente schierati e prezzolati come fossero semplici “uffici stampa” inginocchiati davanti ai potenti) si mobilitino e vigilino perché il potere non guadagni ulteriori spazi e non condizioni, più di quanto faccia già attualmente, la libera informazione in Italia.

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