Sopra, i militari di ritorno dalla missione in Afghanistan. Sotto, Néstor García detto “El Baby”, accolto dalla mamma Olga. |
Ancora Néstor con la madre e, sotto, un gruppo di parenti e amici accolgono i militari. |
Il “pericolo” è subito svanito: in realtà erano tornati in patria 287 militari della Agrupación Española ASPFOR XXXIII che erano stati inviati in missione in Afghanistan alcuni mesi fa. Tra questi, il giovanissimo Néstor García, classe 1993, che in qualità di fuciliere e tiratore è rimasto in missione per 146 giorni assieme ai suoi commilitoni, con lo scopo di appoggiare i progetti di pacificazione. Conosciuto come “il Polacco” o “El Baby”, appena sbarcato a Gran Canaria ha affermato che sarebbe disposto a rivivere la sua avventura, nonostante gli innegabili momenti di tensione.
Ad accoglierlo all'aeroporto, in particolare, oltre alla fidanzata
c'era la mamma, Olga Ojeda, che in tutto questo periodo ha vissuto in preda all'ansia al solo pensiero che il suo “Baby” potesse trovarsi al centro di qualche azione bellica, e al rivederlo è scoppiata in lacrime. Non “paga” delle tante cartoline piene di parole rassicuranti che riceveva dal figlio, si è tenuta costantemente in contatto con lui via chat, come del resto hanno fatto tante altre madri con i loro figli canari dislocati in Afghanistan.
Néstor, chiamato anche “Il Polacco” per i suoi tratti singolarmente nordici, nonostante l'origine incontestabilmente canaria, preferisce senz'altro questo appellativo a quello di “El Baby”.
«Ha l'aria da ragazzino, ma in realtà è più maturo della sua età» lo giustifica mamma Olga.
Infatti Néstor è nell'esercito già da due anni ed è fiero della sua prima, importante missione.
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