lunedì 21 novembre 2011

SMANTELLATA UN'ORGANIZZAZIONE CAMORRISTICA NAPOLETANA A TENERIFE. LE ACCUSE: RICICLAGGIO DI DENARO, ESTORSIONE, TENTATA COLLUSIONE CON LA POLITICA


Premetto: questa è una notizia che vorrei non dover pubblicare mai, ma purtroppo la realtà (italiana) è quella che è e occorre registrarla di conseguenza. L'inchiesta dell'Operazione Pozzaro, che ha portato allo smantellamento della camorra italiana infiltrata nel Sud di Tenerife, è continuata nei giorni scorsi con l'interrogatorio di tre presunti mafiosi pentiti a Milano. Il giudice della Audienca Nacional, Eloy Velasco, cerca infatti di ricostruire e confermare gli investimenti realizzati dalla delinquenza mafiosa alle Canarie. Recentemente, e nel più assoluto segreto, il magistrato si era recato anche nella città italiana di Napoli per continuare l'inchiesta che lo scorso 18 ottobre ha portato alla detenzione di tredici presunti membri della camorra napoletana nel Sud di Tenerife, sotto la direzione della Fiscalía Anticorruptión e in collaborazione con la Guardia Civil e il Cuerpo National de Policía. Due erano gli scopi: interrogare, appunto, i tre mafiosi pentiti e raccogliere altre dichiarazioni di conferma in merito al capo del gruppo camorristico che operava a Tenerife. Purtroppo, per il momento ha potuto portare a termine soltanto il primo obiettivo.
È bene ricordare che questa trama, insediata sull'isola dell'arcipelago canario da anni, si dedicava alla ripulitura di capitali derivanti da attività illegali intraprese dalla camorra in Italia. Secondo fonti vicine agli investigatori, i tre presenti camorristi interrogati dal magistrato hanno consentito di chiarire alcuni meccanismi mediante i quali il denaro veniva riciclato, avendo partecipato a diverse riunioni in cui si prendevano decisioni al riguardo. Durante gli interrogatori, sembrano essere state confermate le azioni delittuose della rete mafiosa che consistevano in operazioni di estorsione, riciclaggio di denaro e oscuri movimenti a livello politico. Di fatto, l'organizzazione camorristica voleva infiltrarsi nella politica tinerfeña per condizionarla pesantemente e realizzare colossali affari soprattutto nel campo immobiliare. Il magistrato è potuto venire a conoscenza diretta dei diversi meccanismi attraverso i quali la camorra opera in Italia e in Spagna. La maggior parte dei detenuti a Tenerife è residente sull'isola da diversi anni.

Nessun commento:

Posta un commento