domenica 29 maggio 2016

“ÀMATI MOLTO, FROCIO”. È IL TITOLO DI IN LIBRO PROVOCATORIO SCRITTO DA GABRIEL J. MARTIN, UNO PSICOLOGO SPAGNOLO GAY MOLTO NOTO



L'autore lo ha presentato due mesi fa in molte città spagnole, e in poche settimane è diventato un best seller in tutta la penisola, ma in particolar modo a Gran Canaria, dove vive una comunità gay piuttosto consistente. Il libro si intitola (provocatoriamente o no, lo scopriremo tra poco) Quiérete mucho, maricón (“Amati molto, frocio”) ed è stato scritto da Gabriel J. Martín, uno psicologo spagnolo gay molto noto perché ha inaugurato un'inedita branca della psicologia tutta dedicata alla risoluzione dei tanti problemi che i maschi omosessuali incontrano nel corso della propria esistenza, dall'accettazione del proprio orientamento affettivo e sessuale fino ai traumi che subiscono a causa di aggressioni omofobiche. Problemi che Martín affronta sul suo seguitissimo blog nei tanti articoli che si concludono invariabilmente proprio con il saluto “Quiérete mucho, maricón” diventato, appunto, anche il titolo del suo nuovo libro. La pubblicazione ha come sottotitolo la dicitura (nella traduzione in italiano): “Manuale di successo psico-emozionale per uomini omosessuali”). Ed è, come afferma l'autore, un manuale di autostima perché «amando te stesso puoi amare meglio gli altri ed essere felice assieme a loro. Proprio come ti meriti, frocio».



Martín usa in continuazione questo tipico appellativo perché non crede che possa infastidire o offendere qualcuno, dal momento che il suo scopo è proprio l'opposto. Usandolo, intende al contrario scuotere le coscienze degli uomini gay e parlare loro in tono confidenziale, complice e affettuoso.
«Maricón è in fondo un appellativo che due uomini gay utilizzano reciprocamente per servirsi di una marca linguistica di complicità, per stabilire similitudini che esistono tra le loro biografie e indicare che possono intendersi tra loro molto meglio che con altre persone» precisa Martín. «È un termine che uso ben al di là del suo significato insultante e per sottolineare che a farci male non sono le parole bensì le intenzioni. L'hanno usata per tanti anni per offenderci e farci del male, per questo nel libro spiego molte ragioni per le quali vi ricorro continuamente».
Ma quali sono i pregiudizi che più hanno fatto soffrire i gay, secondo Martín?
«Ce n'è uno in particolare nel quale mi imbatto molto spesso negli ambienti in cui domina l'omofobia, ed è la convinzione che l'omosessualità sia qualche cosa che una persona sceglie o che a un certo punto della vita, magari per un qualche errore nell'educazione ricevuta, ha acquisito. Si tratta in pratica dell'eterno dibattito sul fatto se una persona nasce o non nasce gay, che è molto antico e che il mondo accademico ha superato da un pezzo. Ma nell'opinione pubblica questo dibattito è sempre vivo e per questo vale ancora la pena di far luce sull'argomento. Se tu sei convinto che c'è qualcosa o qualcuno che durante la tua infanzia ti ha spinto verso l'omosessualità, avrai sempre la sensazione che al contrario avresti potuto essere eterosessuale e che hai in te una specie di tara. Ma quando ti rendi conto che le cose non stanno così, capisci che sei naturale  e normale esattamente come il tuo fratello eterosessuale».
Dunque, gay si nasce…
«L'evidenza scientifica nega che l'omosessualità sia appresa perché è un modo di vivere che va manifestamente contro ogni legge dell'apprendimento. Si nasce gay e scoprirlo presto o tardi nel corso della propria vita è tutt'altro problema. L'orientamento sessuo-affettivo deve essere considerato innato. L'omosessualità non è qualcosa che si sceglie né una costruzione sociale. Nessuno decide di diventare omosessuale. Il massimo che un gay può fare è provare a vivere la propria condizione con la maggior dignità possibile. Vale a dire non vergognarsi se nell'ambiente di lavoro qualcuno gli rivolge una domanda sulla sua vita privata o se è innamorato e dimostra il proprio amore per un altro uomo in pubblico. Un gay dovrebbe essere assertivo quando ne parla in famiglia e sentirsi molto contento di essere come è. Amando te stesso, puoi amare meglio gli altri ed essere più felice» ribadisce.
Martín è psicologo dal 1996 e da otto si occupa esclusivamente dei problemi sessuo-affettivi di uomini omosessuali.
«In questi anni ne ho “trattati” molte centinaia per diversi motivi - conclude Martín. - Uomini che hanno difficoltà ad accettare la propria omosessualità o che soffrono di stress post-traumatico come conseguenza di comportamenti omofobici subiti, che convivono con l'HIV oppure che hanno problemi con il proprio partner o scarse abilità sociali. Il libro è ricco di casi e aneddoti tratti dai colloqui con miei pazienti».
Un libro di successo, il suo, che meriterebbe di essere pubblicato anche in Italia, dove i gay notoriamente incontrano ancora tanti problemi a tutti i livelli, molti più di quelli che sono costretti a vivere in Spagna.





Nessun commento:

Posta un commento