venerdì 30 giugno 2017

CANARIAS, PUNTO DI RIFERIMENTO MONDIALE PER I DIRITTI DELLE PERSONE LGTBI


La consigliera di Empleo, Políticas Sociales y Viviendas del Gobierno canario, Cristina Valido, ha affermato nei giorni scorsi che Canarias vuole essere un punto di riferimento mondiale riguardo alla lotta per l'uguaglianza delle persone, a prescindere dalla loro condizione sessuale. Valido lo ha dichiarato durante la cerimonia organizzata per issare la bandiera arcobaleno davanti alla sede della Presidenza del Gobierno de Canarias a Santa Cruz de Tenerife in occasione del Día Internacional del Orgullo LGTBI (lesbiche, gay, transessuali, bisessuali e intersessuali), accompagnata dal presidente della Asociación Algarabía, Charlie Marrero.
La bandiera arcobaleno è stata issata anche davanti alla sede della Presidenza del Gobierno canario a Las Palmas de Gran Canaria e davanti ai Cabildos e Ayuntamientos delle isole, in cerimonie organizzati dalle associazioni Algarabía, Gamá e Chrysallis.
A Las Palmas de Gran Canaria è intervenuto il vicepresidente canario, Pablo Rodríguez, che ha sottolineato l'impegno dei collettivi LGTBI nel pretendere una società egualitaria.
La consigliera Cristina Valido, dal canto suo, ha ricordato che nel mondo ci sono molte persone impossibilitate a usufruire di una simile condizione e ha affermato che è una questione riguardante tutti il fatto che uguaglianza e giustizia siano una realtà.
Charlie Marrero invece ha letto un manifesto nel quale si esige da parte di tutti gli Stati una completa assistenza legale per le persone trans, così come la presenza delle coppie gay con il resto delle famiglie negli spazi educativi, sanitari e sociali, così come l'applicazione del pieno diritto di riconoscimento dei figli e la garanzia statale dell'accesso al sistema di riproduzione.
Nel contempo è stato anche denunciato il preoccupante aumento della violenza LGTBIfobica e delle aggressioni a coppie, del bullismo nelle scuole e degli episodi di transfobia, esempi di come la LGTBIfobia purtroppo sta crescendo a tutti i livelli.
I rappresentanti dei collettivi canari presenti hanno riconosciuto di essere i referenti internazionali per le persone LGTBI del resto del mondo, ma hanno anche esortato a non dimenticare che in circa 80 Paesi vigono tuttora leggi che le criminalizzano e puniscono, in 9 di questi anche con la pena di morte, «per il solo fatto di essere come sono».
Nel manifesto si dice che le persone “che vivono l'inferno di cui abbiamo ottenuto l'abolizione guardano qui” e hanno ricordato i terribili episodi di violenza che avvengono in Cecenia e Uganda.
Anche in Stati in cui esistono leggi di protezione si verificano continuamente atti di violenza, e durante gli ultimi anni ben 2.343 persone trans sono state assassinate, soprattutto donne transessuali, in Messico, Brasile, El Salvador, Honduras, Guatemala, senza che questi Paesi abbiano adottato misure efficace per proteggerle.
I collettivi LGTBI canari hanno chiesto ufficialmente a Governo spagnolo, Unione europea e
Organizzazione delle Nazioni Unite di far rispettare i propri ordinamenti legali e pretendere che i diritti umani delle persone LGTBI, e non solo, siano rispettati in tutto il mondo.

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