domenica 11 settembre 2011

CONTINUA IL PROCESSO DI RECUPERO DELLE NASCITE DI TARTARUGA MARINA A FUERTEVENTURA E GRAN CANARIA



Da tempo un gruppo di ricercatori dell'Università di Las Palmas de Gran Canaria (ULPG), diretto dal professor Luis Felipe López Jurado, si è proposto l'obiettivo di reintrodurre le tartarughe bobas nell'arcipelago canario. Per raggiungerlo hanno cominciato già nel 2006 a portare uova da Capo Verde e a creare nidi a Fuerteventura e Gran Canaria. Dopo che i piccoli sono nati, li allevano in cattività e poi li liberano in mare quando sono un po' più grandi, dopo averli tutti muniti di microchip, in modo da identificarli facilmente quanto tornano alla terra in cui hanno visto la luce come fanno abitualmente. Lo scopo finale del progetto è che le tartarughe tornino appunto verso le spiagge canarie e possa ricominciare così l'incremento delle nascite di esemplari in questi luoghi.
«Il direttore López ha trovato molti riferimenti storici antichi sulla nidificazione delle tartarughe marine qui alle Canarie» spiega Ana Liria, biologa marina della ULPG, una tra gli artefici del progetto che in realtà è cominciato quindici anni fa a Capo verde, e precisamente sull'isola di Boa Vista. «Dalla documentazione è chiaro come un tempo la gente andava a raccogliere le uova sulle spiagge di Fuerteventura. Per esempio, da quando ha preso il via il progetto di recupero, sono molte persone anziane che sono venute a spiegarci come all'epoca della loro infanzia andavano appunto a cercare uova di tartaruga in compagnia dei nonni sulle spiagge. Insomma, disponiamo di molte testimonianze orali a tale riguardo».
I ricercatori prevedono che nell'arco di sei anni la tartaruga comune o boba (nome scientifico Caretta caretta) tornerà a nidificare in modo naturale sulle spiagge canarie, e ciò decreterebbe il successo di questo progetto di ampliamento dell'habitat di riproduzione di tale specie nella Macaronesia.
«Da molti anni stiamo studiando la popolazione di tartarughe marine di Capo verde, conservandola e proteggendola. È la seconda popolazione più importante dell'atlantico: conta su una media di 2o mila nidi l'anno distribuiti su tutto l'arcipelago di Capo Verde e in particolare, per circa l'80 per cento, a Boa Vista, e soprattutto nei 2o km di costa sui quali lavoriamo. Abbiamo scelto la popolazione di tartarughe di Capo Verde per il prelievo di uova prima di tutto a causa della prossimità geografica con le nostre isole, ma anche perché gli studi genetici realizzati alle Canarie indicano che rappresentano un luogo di passaggio abituale degli esemplari giovani che giungono appunto da Capo Verde».
In tutto questo tempo si è venuto organizzando e consolidando un servizio di volontariato ambientale molto rilevante. Ogni sono sono centinaia i volontari che collaborano in questo progetto.
Come accennato, il progetto alle Canarie è cominciato nel 2006. Dopo uno studio di fattibilità, sono state portate 2oo uova nel laboratorio universitario e tre nidi, con 156 uova in totale, sono stati distribuiti sulla spiaggia di Cofete, a Fuerteventura.
«Qui c'è stato 92 per cento delle nascite, mentre in laboratorio ne abbiamo ottenute soltanto la metà» spiega Ana Liria. «In questo modo abbiamo constatato che la spiaggia dispone delle condizioni ideali per ottenere le nascite. E comunque i piccoli cresciuti in laboratorio ci hanno permesso fondamentalmente di fare ricerca sulle migliori tecniche di conservazione della specie».
Dopo il successo della prima fese del progetto, insomma, sono state fatte importanti scoperte in grado di garantire la possibilità che la tartaruga boba torni a essere una specie marina abituale delle isole Canarie.

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