venerdì 22 febbraio 2013

INSEDIAMENTI ABORIGENI NEL PARQUE NATURAL DI JANDÌA (FUERTEVENTURA), UNA DELLE ZONE PIÙ SUGGESTIVE DELL'ISOLA

Posta nell'area compresa tra il massiccio di Jandía e il mare di sottovento, la località di Butihundo, a Fuerteventura, tra il 220 e l'880 d. C. circa accolse stabilmente una popolazione dedita in prevalenza ad allevamento e pesca, come risulta dai reperti raccolti nel sito archeologico allestito nella zona. Da secoli gli abitanti di Fuerteventura conoscevano l'esistenza de “las piedras hincadas” (le pietre conficcate), che si pensava fossero sparse sul terreno senza un ordine apparente da mani ignote, ma studi recenti di un'équipe multidisciplinare della Universidad de La Laguna (Santa Cruz de Tenerife) e del Museo Arqueológico de Tenerife ha realizzato scavi e lavori di prospezione e ha dato così loro una forma e un senso. Ossa, ceramiche, utensili, conchiglie (e molto altro altro materiale interessante) appartenenti a questa popolazione sono ora esposti in permanenza nel mulino di Antigua. Gli studi confermano in modo definitivo ciò che si leggeva in una cronaca risalente all'epoca della conquista normanna dell'isola (1403-1404), la quale riferiva del reperimento di resti di molti insediamenti aborigeni attorno alle sorgenti della zona e all'uscita di un barranco (vallata) di quello che ora è chiamato il Parque natural de Jandía, una delle zone più misteriose e suggestive dell'isola.

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