martedì 24 luglio 2012

HA DATO UN MORSO E ADESSO IL POVERO SULTÁN DEVE STARE RINCHIUSO IN CASA PER 14 GIORNI

A Sultán, un esemplare canino di Sharpei, è “scappata” la bocca: l'ha messa cioè dove non doveva (dando un morso a una persona che passava nei pressi della casa della sua padrona)  e l'Ayuntamiento di Telde (Gran Canaria) lo ha punito. 14 giorni senza poter uscire di casa. Periodo che la legge definisce come “arresto domiciliare”. Uno scherzo? Un eccesso? Niente affatto. Così dice propriamente una legge della normativa canaria del 1991, anno in cui è stata approvata appunto la Ley de la Protección de Animales. Sultán ha fatto quel che non doveva fare (lui di leggi non se ne intende) e la Concejalia de Protección Animal deve evitare il rischio di malattie gravi e contagiose, come per esempio la rabbia. A questo scopo, è necessario detenerlo, così stabilisce la legge, secondo due opzioni: o l'Ayuntamiento tiene in custodia il cane per 14 giorni a spese del proprietario perché il veterinario possa seguirlo costantemente (è il cosiddetto sequestro sanitario) oppure il proprietario stesso si assume tale responsabilità e lo confina nel proprio domicilio sotto la supervisione del veterinario di fiducia.
L'arresto domiciliare, quello che è toccato al povero Sultán,  lo è con tutte le sue conseguenze. Per esempio, Sultán deve fare pipì e popò dentro casa. Il poveretto non capisce il perché però, sebbene a malincuore, gli tocca adeguarsi.

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