martedì 19 aprile 2011

POSSIAMO AIUTARE MOHAMED GOUSSAM? GUARDATE LA SUA STORIA NEL VIDEO DA "MEDITERRANEO" DI RAITRE


A tutte le persone che ogni giorno hanno la cortesia di leggere le notizie che pubblico in questo blog. Per una volta permettetemi di non parlarvi di attualità, curiosità, personaggi, eventi, in fondo tutti leggeri e a volte perfino frivoli, che riguardano il luogo in cui vivo, bensì di una realtà drammatica come quella del vicino Nord Africa e in particolare di un giovane uomo algerino che sta soffrendo per i soprusi del potere, di cui tanti come lui sono vittime in quella zona del mondo come in alte altre, purtroppo. Mi ha fatto conoscere la sua drammatica realtà un breve reportage trasmesso lo scorso 17 aprile da Mediterraneo, interessante rubrica trasmessa da Raitre, e ne sono rimasto particolarmente colpito. Guardatelo anche voi (trovate il link in fondo al post), vi farà toccare con mano una terribile realtà, quella della estrema povertà e della violenza che intere popolazioni devono sopportare a causa di chi li malgoverna. Questo giovane si chiama Mohamed Goussam (nell'immagine tratta dal video), ha 27 anni, e porta sul suo corpo ancora i segni e le sofferenze delle ferite (ustioni di secondo grado in varie parti del corpo) che si è autoprocurato con un gesto di protesta estrema contro l'autoritarismo del potere e contro l'ingiustizia della giustizia locale. Sfrattato con la sua famigliola, irriso e umiliato come un delinquente, ha deciso di darsi fuoco davanti al sindaco della poverissima cittadina del centro Algeria in cui vive, assieme alla giovane moglie e alla figlioletta. La piccola è morta e lui, a un anno di distanza dal terribile avvenimento, è costretto a vivere a letto. Il padre, ex muratore che per curarlo ha dovuto lasciare la propria attività, ogni giorno deve cercare di lenirne le sofferenze facendo medicazioni di fortuna sulle sue piaghe. La famiglia tira la cinghia per trovare i soldi necessari ad acquistare tutto ciò che occorre per le cure. E tutto questo, dice amaramente Mohamed, è successo solo perché è povero.
Si tratta di un documento drammatico, che dovrebbe far riflettere chi con superficialità o incoscienza bolla in tanti altri modi di convenienza la disperata fuga dalla miseria e dalla violenza di migliaia di giovani del Maghreb. Io personalmente manderò del denaro a Mohamed per aiutarlo a curare meglio le sue ustioni e recuperare la speranza e quel sorriso che, nonostante tutto, si intravede ancora a tratti sul suo giovane volto e che, come la vita, neppure l'insensatezza e la disumanità di chi prende e detiene il potere potrà mai spegnere definitivamente.
Se qualcun altro può e vuole fare qualcosa per questo giovane, mi scriva all'indirizzo email: emidep.can@gmail.com. Io mi sto mettendo in contatto con il giornalista francese che ha realizzato il servizio trasmesso a Mediterraneo e potrò fornire il recapito di Mohamed.

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