martedì 16 aprile 2013

XTG E LENITA, DUE MARCHE CELEBRI DI GRAN CANARIA, LASCIANO LA PRODUZIONE IN CINA: D'ORA IN POI SUI LORO CAPI CI SARÀ SOLO LA SCRITTA “MADE IN SPAIN”

Mai più capi fabbricati in Cina. Lo ha deciso la Burmen S.L., la nota ditta grancanaria di moda sportiva e intima, oltre che di costumi da bagno, con i marchi Lenita e XTG, i cui capi sono indossati anche da personaggi celebri dello star system internazionale: con una decisione storica, d'ora in poi concentrerà la propria produzione in Spagna e nell'arcipelago, che così diventeranno il “centro nevralgico” di una “fabbricazione in prossimità”.
Sono passati dieci anni da quando l'azienda diretta da Luis Mentado e Lenita Burman decise di delocalizzare il processo produttivo e fare rotta verso il gigante asiatico. La rapida crescita nelle vendite e la necessità di aumentare la propria competitività nei confronti delle altre marche erano stati i fattori decisivi.
Tuttavia, negli ultimi anni le circostanze in Cina sono cambiate notevolmente, con forti incrementi salariali, delle tariffe doganali e dei prezzi di trasporto. Queste variabili, unite alla caduta della domanda in Europa e ai conseguenti tagli nei volumi della produzione, ha fatto venire meno l'interesse di molte ditte del settore tessile spagnolo, come la Burmen S. L., per il Paese dell'Estremo Oriente. Ed è così che, secondo i dati della Fedecom, la Confindustria di categoria spagnola, il 15 per cento della produzione che era stata delocalizzata in Cina ha fatto ritorno in patria. Buone notizie dunque per le industrie europee e spagnole in particolare.
Quanto a Lenita & XTG, l'azienda sta già provvedendo all'installazione dei nuovi macchinari per i vari livelli produttivi dei suoi articoli, con un incremento del personale addetto che si stima in una ventina di persone.











L'azienda di Las Palmas de Gran Canaria concentra il 75 per cento dei suoi affari in Spagna, ma ora il suo principale obiettivo è la crescita di vendite sui mercati internazionali. Per Lenita & XTG il 2012 si è chiuso con un giro d'affari di 5 milioni di euro, il 18 per cento in meno rispetto al 2011 dopo dieci anni consecutivi di crescita.
«I risultati degli ultimi anni hanno fatto registrare un punto di arresto e abbiamo sentito il bisogno di riorganizzarci per  continuare a crescere» spiega Luis Mentado. «Certamente il 2012 è stato un anno di transizione, così abbiamo approfittato per  mettere a punto un piano di miglioramento della nostra redditività».

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