mercoledì 5 maggio 2010

SARA' FUERTEVENTURA IL PRIMO PARCO NAZIONALE DELLE ZONE ARIDE E DEL MARE IN EUROPA


Fuerteventura sarà il primo Parco nazionale delle zone aride marittimo-terrestre d'Europa e nella conservazione delle sue risorse interverranno, tra gli altri, ambientalisti e antropologi culturali che studieranno come la qualità di vita della popolazione locale influisce sull'ambiente e viceversa.
Lo ha annunciato il professore di Ecologia della Universidad Compiutense de Madrid, Francisco Diaz Pineda, coordinatore delle undici équipe tecniche all'opera per redigere un progetto che nel 2012 sarà presentato ai municipi e al Consiglio di Fuerteventura, e al quale saranno chiamati a dare il via le autorità regionali prima che venga sottoposto all'Organismo autonomo Parchi nazionali.
Diaz Pineda, che nei giorni scorsi a Fuerteventura ha dissertato sul tema della biodiversità e della difesa del paesaggio in occasione della X Conferenza atlantica dell'ambiente, durante la quale questa Riserva della biosfera ha celebrato il primo anno dalla sua dichiarazione, ha sottolineato che con la creazione del nuovo Parco nazionale si intende cambiare il modello di sviluppo dell'isola. Si tratterà infatti di regolare attività tradizionali come l'agricoltura e l'allevamento e contemporaneamente di dare impulso a un turismo basato sull'arte, la cultura e la natura, e non sulla costruzione di nuovi hotel e campi da golf, perché «ce ne sono già abbastanza e di questi la popolazione locale beneficia molto poco».
L'esperto in ecologia ha aggiunto che il piano regolatore delle risorse naturali di questo pioniere Parco nazionale delle zone aride comprenderà gran parte della penisola di Jandia (nella foto, un scorcio), nel sud dell'isola, e avrà continuità con il nord attraverso il mare.
A suo giudizio, «il suo carattere unico e la singolarità d'essere una rarità nella geografia spagnola» richiamano alla mente il paesaggio “primitivo” che Miguel de Unamuno descrisse nel 1924, durante i suoi mesi di esilio sull'isola, quando definì proprio la penisola di Jandia «una penisola quasi disabitata, nella quale vagano, tra le nude solitudini e le nudità solitarie della misera terra, alcuni pastori».
Tuttavia Diaz Piena ha affermato che «non si può pensare alle zone aride come una maledizione» e che la popolazione locale è sempre stata capace di convivere con la scarsità d'acqua e ha imparato a economizzare questa preziosa risorsa.
Inoltre, la proposta che verrà formulata sottolinea che «Fuerteventura è cosituita da un tessuto, non da un panno inerte, ossia sull'isola sono presenti acqua, energia, animali, ed è tutto questo che occorre preservare, compresi appunto l'agricoltura e l'allevamento. Non va dimenticato infatti che il suo simbolo è la capra e che deve continuare a esserlo. Ciò non impedisce che sia necessario regolare la pressione dell'allevamento per preservare la vegetazione naturale residua».
Una delle finalità del progetto sarà l'educazione ambientale, poiché troppo spesso si dimentica, ha aggiunto Diaz Pineda, che «il problema della conservazione della natura è dell'uomo, non della natura».
L'ecologista ha assicurato infine che questa iniziativa non intende rendere più difficile la vita a nessuno, come pensano i cacciatori dell'isola, ai quali peraltro ha garantito che non dovranno abbandonare la loro attività preferita, anche se certo non potranno continuare a esercitarla «senza alcuna regola, come fino a ora», bensì «entro determinati limiti e in alcuni periodi dell'anno, come in qualunque altra parte del mondo».

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