domenica 5 dicembre 2010

LA CELEBRE SCRITTRICE LUCÍA EXTEBARRÍA STREGATA DA FUERTEVENTURA


Le streghe di Tindaya, la luce di Mafasca, le case incantate, i drammatici paesaggi di Jandia e la magia che, secondo lei, aleggia sull'isola sono stati le caratteristiche più attraenti diFuerteventura colte da Lucía Extebarría, tanto da farne lo scenario (assieme a Tenerife e Londra) del suo prossimo romanzo, Lo verdadero es un elemento de lo falso (Il vero è un elemento del falso). In particolare la spiaggia di Cofete è il maestoso paesaggio in cui poter riscoprire se stessi. E tutto attorno un'atmosfera esoterica, ideale per i membri di una setta segreta alle prese con i loro misteriosi rituali.
Lucía Extebarría, si sa, è una scrittrice scomoda, che sviscera a fondo e in modo anticonvenzionale i problemi sociali e individuali, attenta in particolare alla condizione femminile e alle storie di giovani vite allo sbaraglio, alle prese con amori impossibili o con esperienze off limits (basti ricordare i suoi celebri romanzi Amore, Prozac e altre curiosità, Di tutte le cose visibili e invisibili, Noi che non siamo come le altre).
Proprio recentemente Extebarría, che da tempo è affascinata dalle bellezze misteriose di Fuerteventura, è riuscita a realizzare uno dei suoi sogni: salire fino alla cima della montagna sacra di Tindaya e ammirarne le incisioni rupestri. Lo desiderava fin dal momento in cui ha conosciuto la storia dei mahos e dei loro rituali magici.
«Voglio vivere quella stessa esperienza spirituale, credo davvero che si tratti di una montagna magica» spiegava, mentre guarda attonita il lungo percorso che le restava da compiere per arrivare sulla vetta. «Ci sono incisioni nella roccia scolpite migliaia di anni fa dagli antichi abitanti dell'isola e sono certa che mi trasmetteranno molto».
Extebarría è tornata a Fuerteventura per percorrerla ancora una volta da nord a sud. Ha voluto rivedere quei luoghi che l'hanno ispirata per la scrittura del suo romanzo.
«Mi ha sempre sorpreso la varietà dei paesaggi dell'isola» afferma la scrittrice, che non vuole rivelare nei dettagli la trama del nuovo romanzo. «E non escudo che in futuro possa ispirare altri miei lavori».
Riguardo alla situazione della letteratura e dell'arte in generale, Extebarría denuncia un machismo di ritorno. Ha sottolineato, per esempio, come solo tre donne, Maria Zambrano, Dulce Maria Loynaz e Ana Maria Matute abbiano ricevuto il premio Cervantes nel corso della sua storia. E ricorda la drammatica condizione di milioni di donne tuttora sposate per forza, vendute o lapidate per presunti adulteri o mutilate nelle parti genitali. Inoltre critica Zapatero per aver posto fine alla tanto decantata parità tra uomini e donne negli incarichi ministeriali del suo governo.
Infine, la scrittrice madrilena considera che in Spagna sia difficile dire ciò che si pensa, e porta l'esempio della censura che si abbatte su di lei attraverso Facebook. I suoi profili sono eliminati appena creati. Compresi quelli che ha aperto per i personaggi del suo ultimo romanzo, subito eliminati appena immessi in rete per promuoverlo.
Lucía Extebarría è convinta che «stiamo vivendo un'involuzione verso il conservatorismo».
(nelle due foto, un primo piano di Lucía Extebarría e l'arrampicata della scrittrice verso la cima della montagna sacra di Tindaya, quest'ultima da laprovincia.es)


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