domenica 7 marzo 2010

EL HIERRO, UNA VERTIGINE DI BELLEZZA TRA MARE E RUPI



La natura è stata estremamente generosa con El Hierro. Dicono gli studiosi che l'antica isola dell'arcipelago delle Canarie era molto più grande e alta di quanto lo sia ora. Circa 500 mila anni fa, però, una parte di questa formazione geologica primigenia si staccò dal resto e scivolò nell'oceano. Cicatrice visibile di questo impressionante cataclisma è il semicerchio quasi perfetto che corona la facciata nord di El Hierro. È una cicatrice di quasi 25 km di diametro, con alture che superano di poco i 1500 m nella località Alto de Malpaso, massima elevazione dell'isola. Dalle creste di questo impressionante avvallamento si può godere di una vista incredibile tutto attorno, sull'oceano e, quando il tempo lo permette, sulla vicina isola di La Palma. E una curatissima rete di luoghi panoramici consente magnifiche passeggiate a piedi, da un'estremità all'altra, come anche di osservare inequivocabilmente i segni di questo colossale slittamento dell'isola.
Iniziamo la nostra passeggiata nel mirador (ossia belvedere) de la Peña (nella foto piccola). È preferibile arrivare qui nelle prime ore del giorno, quando il sole comincia a salire all'orizzonte. Sotto, i versanti verticali della Riserva naturale speciale di Tibataje. Il mirador, situato a pochi metri dall'eremo di La Pena, è un incantevole costruzione, opera del celebre architetto Cesar Manrique di Lanzarote, che ospita uno dei ristoranti più spettacolari delle Canarie. Qui è possibile assaporare un buon caffè assistendo allo spettacolo del sole che illumina la Valle con Los Roques de Salmor alla sinistra e tutto l'arco di El Golfo di fronte. Per cominciare non è niente male, però suggeriamo di proseguire un poco più in là e di affacciarsi alla splendida vista da un altro balcone privilegiato.
Seconda stazione: il mirador di Jinama. Da qui partiva uno dei cammini che collegavano i piani di Nisdafe con le zone basse del Valle: una rete di comunicazione vitale per l'isola in quell'epoca non molto lontana in cui, all'arrivo dell'inverno, le famiglie abbandonavano la zona per spingersi fino al mare con il loro bestiame. Ma sono ancora molti a scendere per questi stessi cammini per una bella mattinata di sentierismo.
Consigliamo di vedere tutto questo dall'alto e di fare alcuni metri di camminata per vedere direttamente le conseguenze di quell'immane e catastrofico crollo di mezzo milione di anni fa, anche se i versanti, oggi, sono ricoperti di vegetazione. Se la giornata è chiara, dall'alto del mirador si possono vedere le vicine isole di La Palma, La Gomera e Tenerife. E se riesci ad arrivare qui quando non ci sono turisti chiassosi e sai ascoltare, puoi udire il ruggito dell'oceano, là sotto. Stiamo già press'a poco al centro dell'arco. Continuiamo.
Dopo aver lasciato alle nostre spalle la zona di Llania, il paesaggio cambia di poco. Imbocchiamo la strada HI 45 fino alla Cruz de los Reyes. La pineta diventa protagonista assoluta del paesaggio e la strada avanza attraverso il culmine della spina dorsale che attraversa El Hierro da est a ovest.
La Cruz de los Reyes è un luogo mitico per tutti gli abitanti di El Hierro. È uno segli epicentri delle loro feste patronali, però noi ci avviciniamo un'altra volta alla rupe. La parete verticale avanza attraverso i due fianchi chiudendosi fino al mare a mano a mano che si avvicina all'estremità dell'isola. Lo stesso paesaggio anche se visto da un altro punto di vista. Ma non per questo smette di sorprenderci. Verso levante, i mirador di La Peña e Jinama appaiono ormai piccoli, molto piccoli.
Questa monumentale cicatrice si può anche osservare da alture più modeste senza che la spettacolarità del paesaggio perda un briciolo del suo fascino.
Una delle caratteristiche più curiose delle piccole isole rurali dell'isola sono i suoi graziosi campanili. La chiesa de La Candelaria a La Frontera ha la sua torretta in cima a una collina di sabbie vulcaniche di un intenso coloro rossastro. Dall'alto si vede ancora il sorprendente panorama, pur se da punti di vista più vicini. Anche così vale comunque la pena di salire la lunga scalinata per affacciarsi una volta ancora al Valle.
(Traduzione e foto del mirador de La Peña da laprovincia.es)

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