lunedì 19 luglio 2010

TARTARUGHE E LUCERTOLE GIGANTI POPOLARONO LE CANARIE MILIONI DI ANNI FA


Uno straordinario patrimonio archeologico, spesso sconosciuto, si nasconde nei tubi vulcanici e nelle dune fossilizzate delle Canarie, con resti di specie estinte di ratti giganti, oltre che di lucertole e tartarughe terrestri grandi quanto quelle delle isole Galapagos, la cui estinzione continua a essere un mistero. Lo rivela la paleontologa Esther Martin, conservatrice della sezione Geologia e Paleontologia del Museo di Scienze naturali di Tenerife.
Si sa molto poco della tartarughe giganti che milioni di anni fa hanno abitato queste isole e i cui resti sono stati trovati a Lanzarote, Fuerteventura, Gran Canaria e Sud di Tenerife. In particolare, sono stati recuperate carcasse, ossa e uova, oltre a nidi totalmente pietrificati, però non si sa perché questi animali si sono estinti. Nel caso di Tenerife, si pensa che le tartarughe giranti scomparvero a causa delle eruzioni vulcaniche, poiché i loro resti sono apparsi mescolati a ceneri e materiale vulcanico. Lo stesso è avvenuto a Gran Canaria, non così invece a Lanzarote e Fuerteventura. In queste due isole i resti, compresi nidi pietrificati con delle uova all'interno, sono stati trovati tra le dune fossilizzate, le più antiche delle Canarie, che sono rimaste fisse e si sono consolidate fino a diventare praticamente roccia.
I ratti giganti trovati a Tenerife e Gran Canaria, potevano essere grandi quanto un gatto e probabilmente fu la comparsa carnivori associati all'uomo e i ratti attuali a contribuire alla loro sparizione.
Quanto alle lucertole giganti, la loro estinzione fu forse dovuta, tra le altre cause, al fatto che venivano mangiate dagli aborigeni, poiché potevano nutrire apportando proteine in periodi di carestia.
La paleontologa Esther Martin sottolinea anche come tra le specie che non si trovano più nell'arcipelago canario ci sono i gasteropodi terrestri, più abbondanti che adesso, che proliferarono in periodi di maggiore umidità, milioni di anni fa.
In proposito, un'équipe di geologi, paleontologi e malacologi dell'Università de la Laguna sta sviluppando un progetto di ricerca per studiare i cambi prodotti in questo gruppo biologico durante le ultime migliaia di anni.
Riguardo ai fossili marini più antichi delle Canarie, infine, la paloeontologa spiega che i resti si trovano nei sedimenti di Ajuì (Fuerteventura), che abbracciano un periodo di tempo tra i 140 milioni di anni (giurassico) fino a 60 milioni di anni fa (fine del mesozoico).
Martin aggiunge che sono stati descritti anche fossili marini, in pratica molluschi, esclusivi delle isole, come un gasteropodo trovato nella cosiddetta “Terrazza di Las Palmas”, un giacimento marino di circa 6 o 7 milioni di anni fa. Si tratta di uno dei migliori giacimenti paleontologici che esistano nelle Canarie per la varietà dei suoi fossili, già citato nel XIX secolo da Charles Lyelle, considerato il padre della geologia moderna, che visitò queste isole.
Tuttavia il giacimento, situato fra 30 e 60 metri di altezza sul livello del mare, è stato in gran parte distrutto dall'urbanizzazione della città e solo in alcune zone molto limitate vi si possono osservare ancora resti fossili.
Tra i reperti che ha offerto, ricci di mare di vari centimetri di diametro, e inoltre denti di pesci e squali che in parte sono conservati nel Museo Canario, e in quantità minori nel Museo di Scienze naturali, di Tenerife.
Quest'isola ha un patriminio paleontologico più scarso in quanto è più giovane e i materiali vulcanici hanno coperto possibili giacimenti antichi, però i palentologi non smettono di cercare dove ci sono ancora possibilità di trovare reperti.
Per esempio, nella zona di Anafa, presso la frazione di Tachero, esiste un giacimento marino che è venuto alla luce anni fa dopo un violento temporale con ondate molto forti. Un altro interessante giacimento è nella zona di Teno (Buenavista del Norte), dove i paleontologi progettano lavori di recupero di reperti molto interessati perché ha caratteristiche molto speciali.
(nella foto un nido con uova pietrificate di tartaruga gigante, specie che abitò le isole di Lanzarote, Furteventura, Gran Canaria e Tenerife)

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