martedì 6 luglio 2010

A LA PALMA UNA MOSTRA CELEBRA IL CULTO PER LA VIRGEN DE LAS NIEVES


La fede e l'arte si danno la mano per celebrare la Virgen de las Nieves, la Madonna patrona dell'isola di La Palma. Una mostra del prezioso e pregevole tesoro culturale e storico, creato nel corso dei secoli in suo onore, e delle sue reliquie è riunito in una mostra eccezionale fino al prossimo 31 agosto nella Casa Massieu di Santa Cruz de la Palma. Raramente si è visto in uno stesso spazio museistico una collezione mariana di tanta profondità. La mostra, organizzata in occasione della 67 a edizione della Bajada de la Virgen, la grandiosa processione che si svolge tra i mesi di luglio e agosto, rientra negli atti commemorativi del centenario della fondazione della Caja General de Ahorros de Canaria (CajaCanarias) e riunisce cinquanta opere, tra le quali dipinti, sculture, fotografie, gioielli, oggetti tessili e in argento e documenti particolari.
I pezzi esposti provengono dalle diocesi canarie, da collezioni private e da vari artisti contemporanei. «Che per l'occasione si sono uniti allo scopo di offrire la propria particolare visione di questa importante immagine religiosa, del suo culto e della sua devozione – ha spiegato Ricardo Suarez Acosta, commissario dell'esposizione. – La concezione della mostra risponde a un criterio globalizzante che, soprattutto, ricerca la creazione di un vincolo tra varie forme artistiche: iconografie, gioielleria, etnografia e letteratura. Il tutto allo scopo di ricordare e celebrare gli interventi della Virgen nel salvare la popolazione dell'isola dalle eruzione vulcaniche e da varie calamità».
Il culto per la venerata e amata Virgen Negra de La Palma, tenera ed enigmatica scultura gotica, ospitata nel santuario a lei dedicato che si trova a pochi chilometri dalla capitale Santa Cruz, rappresenta il denominatore comune che unisce tutti gli strati sociali dell'isola. Attraverso gli anni, il suo Real Santuario è diventato il principale centro devozionale palmero. Anzi, la sua piccola immagine è intimamente connessa con la vita di ogni palmero. Più di 40 generazioni l'hanno celebrata sul suo sacro trono. Attorno a questa statuetta ruota tutta la vita di un'isola che secoli fa fu abitata dai “benahoaritas”, popolazione proveniente dalla Mauritania; conosciuta fin dall'antichità dai navigatori fenici; esplorata dai messaggeri del re Juba II; invasa dai normanni e attratta alla fede dai missionari cristiani.
Molte leggende e storie si sono intessute attorno a questa piccola terracotta medioevale del XIV secolo.
Ecco che cosa dice al proposito il professor Jesus Perez Morera: «La maestà iconografica e la concentrazione spirituale che emana dal suo viso, schematicamente idealizzato, riflette l'eterno e il soprannaturale. Si deve a questo volto la potente attrazione che la statua esercita su chiunque la contempli e la devozione suscitata nel corso dei secoli. Davanti ai suoi occhi, che sembrano guardare in ogni dove, come indica Fray Diego Henriquez, la gente rimane ipnotizzata».
Racconta la tradizione che Bentacayse, fratello dei re Tinisuaga e Agagencio, si salvò miracolosamente da un terribile temporale. Non fu così per i suoi fratelli. La notizia della tragedia si sparse per tutta Benahoare (nome aborigeno dell'isola di La Palma) e tutti i principi si misero in lutto. A partire da quel momento, il barranco (burrone) in cui avvenne il fatto tragico fu conosciuto con il nome del fratello più piccolo, Agagencio, amato dagli abitanti di Benahaore per i suoi modi semplici e cordiali.
Venuti a sapere di ciò che era accaduto, le Missioni cristiane che facevano propaganda apostolica sull'isola visitarono il principe rimasto illeso e lo invitarono a recarsi nel luogo in cui i suoi antenati avevano posto l'immagine della Virgen, per la quale sentiva un'intima devozione.
Felix Duarte racconta: «Giunto alle falde del monte, anziché riposare per la fatica di scalare il monte, si inginocchiò davanti alla preziosa Effigie per ringraziare la Vergine del miracoloso salvataggio, volse lo sguardo all'alta e bianchissima cima e pronunciò “Tener Ife”, che nel suo linguaggio significava “monte bianco”. E così da allora Santa Maria de la Palma fu chiamata Virgen de las Nieves».

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